I motivi che hanno portato la serie tra Boston Celtics e Indiana Pacers sul 2-0.

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FOTO: NBA.com

Questo contenuto è tratto da un articolo di Adam Taylor per Celtics Blog, tradotto in italiano da Alessandro Di Marzo per Around the Game.


2 gare di Eastern Conference Finals al TD Garden e 2 vittorie per i Boston Celtics, che ora vanno a Indianapolis a metà strada verso quelle che sarebbero le seconde Finals in 3 anni. Ecco i 10 aspetti che hanno caratterizzato il successo dei bianco-verdi l’altro ieri.


#1: JAYLEN BROWN ON FIRE – Non sarà stato inserito nei quintetti All-NBA, ma è decisamente sul pezzo. Finora, nella serie, Brown è stato il miglior giocatore di Boston, e il suo alto livello di gioco si è visto in difesa e nel decision making. Brown può anche attaccare il ferro a suo piacimento, e questo lo rende la miglior arma offensiva della squadra. Non importa se a difesa schierata o in transizione: quando JB ha deciso di penetrare, gli Indiana Pacers hanno potuto fare ben poco:

Questa è la versione di Brown che ha dominato i primi quarti in Regular Season, ed è la versione necessaria per aumentare la probabilità di tornare ad appendere un banner al Garden. 40 punti a fine gara per Brown, con ben 10 canestri segnati nel pitturato.

#2: LIMITARE I MINUTI DI HORFORD – Dall’infortunio di Kristaps Porzingis contro i Miami Heat, Al Horford ha aumentato il suo minutaggio. Il tema fa discutere, visto che l’ala compirà 38 anni tra pochi giorni e, per ovvie ragioni, ha trascorso la stagione partendo dalla panchina. Senza Porz, però, Horford deve giocare titolare, ma coach Joe Mazzulla ha saggiamente limitato i suoi minuti sul parquet in G2: solo 24 quelli giocati dal dominicano. Nonostante ciò, Horford ha mostrato ottimi spunti, dominando a rimbalzo e creando non pochi problemi ai Pacers. Inoltre, i Celtics hanno saputo controllare il ritmo anche senza di lui, cosa che gli ha tolto eccessive responsabilità dalle spalle.

#3: AUMENTARE L’INTENSITÀ – I Celtics hanno controllato l’intensità della gara, specie a livello difensivo. In Gara 1, lo sappiamo, non è andata proprio così, con i Pacers maggiormente in controllo delle proprie azioni offensive. Mazzulla ha operato alcuni aggiustamenti, con Brown che è partito marcando Myles Turner, Horford su Pascal Siakam e Jayson Tatum sull’ex Aaron Nesmith. La strategia ha effettivamente funzionato: i tentativi al ferro di Indiana sono diminuiti e la squadra ha dovuto giocare più alta sui blocchi, forzando più mid range:

Con Brown su Turner, i Celtics hanno potuto permettersi di essere più aggressivi sulle penetrazioni, specialmente grazie all’atletismo di Brown che lo rende agile sui closeout o sui tag nei pick&roll. Guardate come affronta Turner nella clip precedente, e apprezzate anche il lavoro di aiuto di Derrick White e Sam Hauser.

Questo è il possesso subito successivo, con Tatum a riposo e Brown su Nesmith. Jrue Holiday e White controllano l’area vicino al ferro, pronti in aiuto: ancora una volta sono i Celtics a guidare il ritmo dell’azione: brown lascia andare TJ McConnell, che viene subito preso da Holiday e neutralizzato. Isaiah Jackson deve dunque forzare, con Boston prontissima a rimbalzo.

#4 TATUM, LASCIA IN PACE IL PERIMETRO – JT ha segnato solo 21 dei suoi 79 tiri da 3 ai Playoffs, un misero 26.6%. La sua efficienza, invece, si alza molto quando penetra o lavora dal mid range. In Gara 2 un deludente 1-7 da 3. Bisogna assolutamente prendersi i tiri open, segnarli garantisce importante gravity, ma ora è chiaro che JT debba preferire la scelta di conclusioni più efficienti per lui e per la squadra. cercare di risolvere il problema nel bel mezzo dei Playoffs non è intelligente.

Se Tatum gira a 25-30 punti di media con soluzioni che non siano il tiro da 3, tutti saranno felici. Ci sono già abbastanza tiratori nel roster, il numero #0 può permettersi di farsi da parte; non per sempre, ma almeno momentaneamente.

#5: DRAG IT OUT – Sappiamo che il Pick&Roll dei Celtics è perfetto quando il portatore attira più di un difensore a sé. Tatum e White sono ormai diventati esperti di questo. Così facendo si può manipolare lo spazio e, come vediamo nel filmato, permettere a un uomo di trovarsi libero dal perimetro.

In questo caso Holiday sfrutta l’esecuzione segnando da 3. Sarà interessante vedere come i Pacers proveranno a contrastare questa mossa, anche se, col rischio che il ball handler abbia strada per penetrare, le soluzioni potrebbero essere poche.

#6: WHITE TROVA IL RITMO SEGNANDO – Derrick White è un tuttofare, non è una sorpresa. Quando i Celtics l fanno segnare di più, poi, diventa ancora più impattante e dà un volto nuovo all’attacco: le difese sono attratte dalla sua gravity, e anche i compagni ne beneficiano. White ha terminato con 23 punti, con 4 triple e 4 canestri da 2 punti: sono proprio questi a cementare lo spacing, perché costringono la difesa a non limarsi a cercare di forzarlo sull’arco. Così, invece, diventa difficile da contenere in ogni sua forma.

Qui accade proprio quanto spiegato: White è inizialmente marcato stretto sul perimetro e, appena un uomo si stacca per controllare Tatum, lui vola verso il ferro segnando. Fallo 2 o 3 volte e, improvvisamente, la difesa cambia il proprio comportamento.

#7: IL JRUE PERFETTO – Holiday è stato splendido nelle ultime 4/5 gare, aumentando l’aggressività, giocando fisicamente e abbracciando il suo ruolo di difensore POA:

Essendo l’unico membro del roster con un titolo sulle spalle, è incoraggiante vedere Holiday come leader: la sua reputazione era quella di un giocatore che abbassa il proprio livello in post-season, ma questa (assurda) narrativa è stata rapidamente cancellata. Speriamo che questa versione dell’ex Milwaukee resti tale a lungo.

#8: BRISSETT, L’UOMO CHE NON TI ASPETTI – Con Luke Kornet infortunato, Mazzulla ha preferito dar spazio a Oshae Brissett piuttosto che a Xavier Tillman. Giocando small, Boston ha contenuto maggiormente Indiana in transizione, e l’energia e il fisico di Brissett sono serviti molto alla causa. La sua prestazione potrebbe garantirgli ulteriori minuti nel corso della serie: è una valida alternativa a Kornet, che pecca in mobilità, o potrebbe diventarlo per Tatum, specialmente a livello difensivo.

#9: ANCORA MISMATCH HUNTING – Prima di abbandonare il campo per infortunio, Tyrese Haliburton era ovviamente il target principale della difesa dei Celtics in situazioni di mismatch hunting. Ma non è stato l’unico ad aver subito tale trattamento: Boston ha fatto lo stesso anche con Andrew Nembhard, quando possibile. In Gara 1 si è giocato il basket di Indiana, in Gara 2 è accaduto il contrario.

#10: SI VOLA A INDIANAPOLIS – 2 partite giocate nella serie, 2 vittorie. Ora, i Celtics vanno a Indianapolis con 0 sconfitte in trasferta ai Playoffs, ma su un parquet difficile da espugnare. Abbiamo già testimoniato la loro resilienza, figuriamoci cosa potrebbe accadere quando giocano accanto ai loro tifosi. Uno scenario favorevole prevedrebbe di vincerne una su due, per poi provare a chiudere i conti in Gara 5 in casa. Quello dei sogni avrebbe come obiettivo lo sweep: lo stato di forma di Haliburton dirà molto su ciò che accadrà e sulla resistenza che potranno opporre i Pacers.