Franchigia per franchigia, gli aneddoti più interessanti e divertenti che circolano riguardo la scelta dei loro nomi…

Vi siete mai chiesti quali sono le origini e le storie dietro ai nomi delle squadre NBA? Sicuramente sì, ma per quante sapreste rispondere?
Ci siamo posti la domanda anche noi, e per eliminare ogni dubbio, ecco tutte le motivazioni che stanno dietro agli attuali nomi delle franchigie della Western Conference (in ordine di Division). QUI invece potete trovare l’approfondimento dedicato alle squadre dell’Est.
Denver Nuggets
Nati come squadra della ABA con il nome di “Denver Rockets”, quando nel 1974 arrivò finalmente l’approdo in NBA dovettero cercare un nuovo nome, vista la presenza nella lega degli Houston Rockets.
La decisione presa dal management, come in molti altri casi della Eastern Conference, fu quella di indire un concorso tra i tifosi per trovare il nome perfetto. Fu così che nacquero i Denver Nuggets, in onore della grande tradizione legata all’attività mineraria e per la corsa all’oro che ha investito il Colorado tra il 1850 e il 1860.
Minnesota Timberwolves
Anche a Minneapolis la dirigenza scelse il nome della nuova franchigia grazie ad un name-the-team contest, una cosa molta in voga in America per queste tipologie di scelte. Il concorso venne indetto nel 1986 e “Timberwolves” ne uscì vincitore al fotofinish a discapito di un sempre consono “Polars”.
Grazie alla scelta finale, uno dei primi tifosi a proporre questo nome (tale Tim Pope) vinse un viaggio per il successivo NBA All-Star Game; vittoria inattesa, visto che lo stesso Pope si aspettava che «vincesse un nome composto da due parole». Tra le sue altre proposte, infatti, era presente anche “Gun Flints”.
In realtà il nome con più voti in assoluto fu “Blizzard”, ma la dirigenza scelse di proseguire il concorso valutando soltanto nomi che si riferivano strettamente alla realtà del Minnesota, scegliendo alla fine l’attuale “Timberwolves“.
Portland Trail Blazers
Come dice il detto: “non c’è due senza tre”. Con Portland dunque si prosegue la serie di squadre NBA il cui nome venne scelto tramite un sondaggio tra i propri tifosi. Questo concorso venne indetto nel ’70, quando alla città dell’Oregon venne data la possibilità di entrare a far parte della Lega e, in una gamma di circa 10mila nomi, ad uscirne vincitore fu “Pioneers”; creando così i Portland Pioneers.
Questo nome, però, non venne mai scelto perché già utilizzato dal Lewis & Clark College, quindi venne preso in considerazione il nome che arrivò secondo al contest, creando così ufficialmente i Portland Trail Blazers.
Seattle SuperSonics / Oklahoma City Thunder
La squadra di OKC è tra le più giovani del panorama sportivo americano. Venne fondata in seguito al trasferimento da Seattle all’Oklahoma, chiudendo l’era dei Sonics, una delle storiche franchigie NBA dal 1967 al 2008. A proposito: furono chiamati così in onore del SuperSonic Transport (SST) Project, il progetto che portò alla creazione del Boeing e che aveva il principale stabilimento proprio a Seattle.
Tornando ai Thunder, per la scelta del nome non venne indetto il classico concorso: fu chiesto ai tifosi di esprimere una preferenza tra una selezione di 64 nomi preindicati. Questo pool prevedeva nomi come “Renegades”, “Twisters” e “Barons”, ma alla fine ad uscirne vincitore fu “Thunder“, che all’annuncio fu ben accolto da tutti i supporter. Il giorno successivo al lancio, la squadra raggiunse delle vendite da record nei propri store.
Utah Jazz
La squadra di Salt Lake City venne creata nel ’74 a New Orleans, per poi essere spostata nel ’79 nella città che tuttora la ospita. Il nome “Jazz“ – anch’esso scelto dai tifsi – deriva proprio dalla città di nascita, famosa in tutto il mondo per essere una delle patrie della musica jazz.
Gli altri nomi emersi dal contest erano “Crescents”, “Cajuns”, “Blues”, “Deltas” e “Knight”. La scelta ricadde su “Jazz”, anche se Deltas sarebbe stato forse più appropriato per Salt Lake City.
Dallas Mavericks
Narra la leggenda che nel 1980, quando venne creata la squadra NBA di Dallas, un giovane Mark Cuban si recò presso gli uffici dirigenziali proponendo il nome “Mavericks“; il tutto tramite un semplice disegno fatto da bambino, dimostrando il suo grande amore per il basket e una sorte di preveggenza. Naturalmente, niente di tutto questo è vero, tranne la data di fondazione della squadra.
In questo caso si passò da un contest tra gli ascoltatori di una radio di Dallas, in cui i nomi più votati furono vagliati direttamente dal presidente della franchigia, che optò alla fine per “Mavericks”. Le 41 persone che avevano proposto questo nome vinsero una coppia di biglietti a testa, mentre soltanto una di loro, Carla Springer, fu premiata con un abbonamento annuale.
Houston Rockets
I Rockets nacquero inizialmente in quel di San Diego, sempre grazie alla metodologia più in voga negli USA, l’ormai famigerato contest. Il nome fu scelto dai tifosi principalmente per due motivi: il primo perché il soprannome della città di San Diego era di “City in Motion”, il secondo perché si tratta di una città molto importante in campo aerospaziale.
Fortunatamente anche Houston, dove i Rockets si trasferirono nel ’71, possiede una certa nomea in campo aerospaziale grazie ad un centro NASA nelle vicinanze; col trasferimento della franchigia, pertanto, l’originario nome venne mantenuto, creando così gli Houston Rockets.
Memphis Grizzlies
La squadra venne creata a Vancouver nel 1994, quando la lega diede il permesso alla città di partecipare alla successiva (non entusiasmante) stagione sportiva. I proprietari della squadra in quell’anno furono ad un passo da scegliere “Mounties” come nome distintivo, ma un generale malcontento, espresso anche dalla Royal Mounted Canadian Police, fece protendere la dirigenza ad indire l’ennesimo name-the-team contest.
Ne uscirono molti nomi, tutti monitorati dalla alte sfere, che alla fine decisero di chiamare la squadra “Vancouver Grizzlies”. Nel 2001 la squadra venne spostata a Memphis, che mantenne il vecchio nome nonostante una proposta da parte di FedEx: cambiare “Grizzlies“ in “Express” in cambio di una sponsorizzazione di 100 milioni di dollari. Fu la lega a rispedire al mittente questa proposta.
New Orleans Pelicans
Signore e signori, rullo di tamburi: abbiamo il primo vero nome della Western Conference scelto direttamente dalla dirigenza.
Quando Tom Benson comprò i New Orleans Hornets nel 2012, la squadra annunciò che ci sarebbe stato un cambio di nome. Si parlò di “Krew” (nome legato al festeggiamento del martedì grasso a New Orleans) e “Brass”, ma alla fine venne scelto “Pelicans“ in onore del pellicano bruno, volatile simbolo dello stato della Louisiana.
San Antonio Spurs
Gli Spurs nacquero dalle ceneri dei Dallas Chaparrals, militanti nella ABA, che vennero acquisiti da un gruppo di investitori di San Antonio. Dopo aver scelto e subito cestinato il nome Aztecs (fin troppo inflazionato), per la scelta del nuovo nome venne indetto nel 1973 un concorso pubblico che proponeva la bellezza di 500 nomi da valutare.
Fu così che nacquero i San Antonio Spurs, una delle franchigie più vincenti dell’era moderna dell’NBA; e il fatto che Red McCombs, membro della dirigenza, nacque proprio a Spur, in Texas, è un semplice e innocente caso.
Golden State Warriors
I primi Warriors a partecipare all’NBA furono i Philadelphia Warriors, nati nel ’46 e chiamati in questo modo in onore della precedente squadra professionistica di pallacanestro che, con lo stesso nome, partecipò negli Anni ‘20 alla ABL.
Dopo essere nati a Phila, i Warriors vennero spostati prima a San Francisco e poi ad Oakland, la loro casa attuale, decretando in questo modo la nascita dei Golden State Warriors come li conosciamo.
Los Angeles Clippers
Prima di diventare la squadra che tutti conosciamo, i Clippers furono inizialmente denominati Buffalo Braves; nel 1978, tuttavia, la franchigia venne acquistata e spostata a San Diego, cambiando così anche il nome. La scelta della nuova squadra di San Diego venne presa fortunatamente dalla dirigenza, che optò per “Clippers“ in onore di un famoso tipo d’imbarcazione del XIX secolo. Questo non è un caso, perché proprio la città di San Diego fu casa dei Conquistadors/Sails, una squadra facente parte della ABA negli anni ‘70.
Nacquero così i San Diego Clippers, ma nel 1981 Donald Sterling acquistò la squadra per trasferirla subito nella sua città natale, ossia Los Angeles, conquistando in questo modo tutte le ire della città del Surf.
Los Angeles Lakers
Quando si parla di Los Angeles, la mente vola subito verso un tratto distintivo della città: i suoi laghi. Grazie alla grande quantità d’acqua al suo interno, infatti, la città è chiamata anche la “Venezia della California”. Molto bella ma dove nessuno vuole viverci.
Si scherza, naturalmente. Il nome “Lakers” venne semplicemente assegnato ai Minneapolis Lakers – il Minnesota, infatti, è chiamato anche “The Land of 10.000 Lakes”. Quando nel 1960 la franchigia venne spostata a Los Angeles, come spesso avviene se la squadra ha avuto un passato glorioso, venne mantenuto il nome precedente creando in questo modo i Los Angeles Lakers.
Phoenix Suns
Dopo una serie di dirigenze intraprendenti, arrivando a Phoenix torna l’arcinoto name-the-team contest, questa volta indetto da un giovane 28enne di nome Jerry Colangelo, GM della nuova squadra dell’Arizona.
All’interno di questo concorso i nomi che uscirono dalle 28mila partecipazioni furono i più svariati: da “White Wing Doves” a “Poobahs”, passando per “Dudes” e arrivando anche a “Cactus Giants”. Alla fine i più papabili per la vittoria furono “Suns”, “Scorpions”, “Rattlers” e “Thunderbird”, con la vittoria del primo nome e la nascita dei Phoenix Suns.
Sacramento Kings
Sfortunatamente nessun Re o nobile proprietario terriero creò i Kings. Le radici “nobiliari” del nome, infatti, derivano soltanto dai Rochester Royals, una squadra che nel 1945 partecipò alla NBL (National Basketball League). I Royals persero il loro nome in seguito ad uno spostamento della franchigia, che si trasferì prima a Cincinnati mantenendo la denominazione, poi a Kansas City e diventando gli attuali Kings. Il nome venne scelto tramite il solito contest tra i tifosi, che scelsero di mantenere la linea regale dei Royals creando i Kansas City-Omaha Kings nel 1972, che diventarono semplicemente i Kansas City Kings nel 1975.
Come ampiamente previdibile, il nome della squadra venne mantenuto in seguito al trasferimento a Sacramento, l’attuale casa dei “Re” della California.
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