L’ex giocatore, oggi General Manager di Phoenix, ha avuto un ruolo fondamentale nella creazione di questi Suns.

Questo articolo, scritto da Marc J. Spears per The Undefeated e tradotto in italiano da Marco Marchese per Around the Game, è stato pubblicato il 15 luglio 2021.


Prima di Gara 2 delle NBA Finals, James Jones ha fatto una delle sue (rare) apparizioni in pubblico alla Phoenix Suns Arena per consegnare a Devin Booker il premio NBA Cares Community Assist Award. Subito dopo, il GM dei Suns è tornato nel suo spazio privato a seguire la partita.


Jones ha rifiutato di rilasciare interviste nel periodo dei Playoffs. Ha preferito rimanere lontano dalle telecamere, concentrato solo sulla serie contro Milwaukee. Ma, basandoci sulle prestazioni stellari dei Phoenix Suns di quest’anno fino alle NBA Finals 2021 (sul 2-2 dopo la vittoria dei Bucks in Gara 4), il suo operato parla per lui. Senza che Jones debba aprir bocca.

Simply, James has no ego”, ha detto recentemente di lui coach Monty Williams.

Dalla 49esima scelta al Draft del 2003, Jones si è creato la reputazione di cecchino durante una lunga carriera, che lo ha visto vincere tre volte il Larry O’Brien Trophy, con le maglie di Miami e Cleveland.

“Si ha sempre rispetto per chi, come lui, ha lavorato in silenzio percorrendo il cammino più duro. Sapete cosa intendo: non che gente come LeBron, AD o Devin non meritino rispetto, perché anche loro hanno lavorato duro per essere a quel livello. Ma con James ci comprendiamo al volo, è come se ad ogni cosa che dice io lo capisca subito, al volo, senza che sia necessaria alcuna spiegazione.” (Monty Williams)

La presenza di Jones alle Finals fa passare la luce dei riflettori sul tema dei manager afroamericani in NBA. Attualmente ci sono 11 GM afroamericani in NBA, tra cui quello dei Toronto Raptors, Masai Ujiri.

All’inizio della stagione 2019/20, Jones e Williams erano l’unico duo afroamericano GM-head coach in tutta la Lega. Adesso, invece, le coppie sono diventate cinque, con Koby Altman e JB Bickerstaff ai Cavs, Rafael Stone e Stephen Silas ai Rockets, Troy Weaver e Dwane Casey ai Pistons, Nico Harrison e Jason Kidd ai Mavs.

Sono davvero felice per loro. Hanno lavorato duro per creare tutto questo, se lo meritano”, ha detto Rafael Stone a The Undefeated, parlando di Monty Williams e James Jones.

“Hanno creato un grandissimo gruppo e ridato importanza e prestigio alla franchigia. E lo hanno fatto a modo loro. Io e loro abbiamo lo stesso obiettivo, quello di arrivare alle Finals e avere un’opportunità di vincerle.

It’s not an accident. Niente è accaduto per caso. James dovrebbe ricevere molti più meriti per il suo operato a Phoenix. Ha fatto davvero un lavoro incredibile con questa squadra.” (Rafael Stone)

Jones ha capito il peso e l’importanza che ha l’essere un General Manager afroamericano in NBA. Nel 2019 ha detto:

“Le mie responsabilità mi motivano a migliorarmi. Sapere di essere in una posizione particolare, alla quale parecchie persone aspirano, mi dà forza e motivazione per onorare quest’impegno. E perciò non mi mette pressione: è davvero una grande sfida, e io cerco sempre di imparare da ogni giocatore e ogni manager che c’è stato prima di me, per poi creare il mio modo, imparando dalla loro esperienza.”

Si è ritirato alla fine della stagione 2016/17, e quell’estate è stato nominato Vice President of Basketball Operations dei Suns. Nel 2018 è stato nominato co-General Manager ad interim, al fianco di Trevor Bukstein; solo un anno dopo, l’etichetta “ad interim” è stata rimossa. Il 3 maggio 2019 Jones ha assunto Williams, in precedenza allenatore dei New Orleans Pelicans.

Jones è stato criticato molto nella prima parte della sua carriera da GM, soprattutto quando TJ Warren – da lui ceduto ai Pacers in una trade a tre squadre, insieme alla 32esima scelta al Draft, in cambio di cash considerations – ha sorpreso tutti nella bubble con 26.6 punti e 6.3 rimbalzi a partita; oppure, quando ha ceduto ai Timberwolves i diritti sulla scelta al Draft che avrebbe permesso di selezionare Jarrett Culver, per ottenere in cambio quella che ha portato a Cameron Johnson e Dario Saric.

Nel novembre 2020, però, Jones è riuscito a portare in Arizona un 10 volte All-Star come Chris Paul, in arrivo da OKC. In cambio di CP3 e Abdel Nader, i Suns hanno ceduto ai Thunder: Kelly Oubre Jr, Ricky Rubio, Ty Jerome, Jalen Lecque e una scelta al primo giro del Draft 2022. Il momento in cui la storia di questi Phoenix Suns è cambiata.

Con Chris Paul, James Jones ha dato a Monty Williams quella point guard e quel leader di cui aveva bisogno, e quel futuro Hall of Famer con cui aveva lavorato già a New Orleans e con cui ha sempre avuto un forte legame personale. Dodici giorni dopo, poi, i Suns hanno firmato Jae Crowder e, a stagione in corsa, un altro prezioso gregario come Torrey Craig, ottenuto proprio dai Bucks. Cameron Payne è arrivato dalla free agency.

“Quando l’affare sembrava fatto, non facevo altro che pensare – Santo cielo, non vedo l’ora! Mi dispiaceva abbandonare Ricky, Kelly e Ty. Sono stati davvero importanti per sviluppare il nostro progetto, ma sapevo che avere in squadra Chris avrebbe cambiato le cose e ci avrebbe fatto fare un balzo in avanti, per via della sua conoscenza del gioco, della sua leadership e della nostra precedente esperienza a New Orleans.” (Monty Williams)

Con CP3 i Suns hanno ottenuto il secondo miglior record in Regular Season (51-21) e la quinta più alta percentuale di vittorie nella storia della franchigia (.708). Paul è stato candidato per l’MVP, Booker ha fatto la sua seconda apparizione all’All-Star Game. La scintilla di Chris Paul ha fatto finalmente divampare quella fiamma dentro Deandre Ayton, mentre Johnson ha continuato la sua crescita confermandosi affidabile dalla panchina anche al massimo livello; Crowder is being Crowder; e per finire, la maturazione su entrambi i lati del campo di Mikal Bridges, che ha segnato il suo career-high ai Playoffs con 27 punti in Gara 2.

Paul e Jones hanno tanti punti di contatto. CP3 è presidente della National Basketball Players Association, e Jones in precedenza ne è stato segretario.

“JJ è il nostro manager, ma sembra più la mia controparte. È come un fratello. Abbiamo creato un buon feeling durante le CBA negotiations, quindi è stato tutto naturale quando si è parlato di venire a giocare qui. È bello quando si ha un rapporto del genere, perché si può essere diretti e onesti, a prescindere; qualunue cosa accada, coinvolge entrambi e verrà affrontata insieme. Come sempre.” (Chris Paul)

James Jones

ha promesso che sarà felice di parlare pubblicamente, se i Suns dovessero portare a casa serie con i Bucks e titolo. Ovvero, nel momento in cui i risultati dovessero davvero premiare il suo lavoro. E parlare per lui.