Ecco il parere (anonimo) di un dirigente della Western Conference e di due scout sulla serie più attesa, non solo per i tifosi.
Questo contenuto è tratto da un articolo di Dan Woike per Los Angeles Times, tradotto in italiano da Alessandro Di Marzo per Around the Game.
Potreste pensare a un luogo specifico davanti alla serie tra Los Angeles Lakers e Golden State Warriors. OK, è un derby californiano, LA contro Bay Area, ma invece si tratta di uno scontro grande quanto la lega intera, senza alcun tipo di confine. Si tratta della prima volta in cui Stephen Curry e LeBron James si scontreranno ai Playoffs nella stessa Conference: in precedenza, infatti, era accaduto solo in quattro serie di NBA Finals, con 3 vittorie del primo e una del secondo.
La serie, però, va ben oltre le due superstar e sulla carta pare molto equilibrata. Chi la spunterà? Aspettando Gara 1 di stasera, il Los Angeles Times ha parlato con tre addetti ai lavori NBA – un dirigente di una squadra della Western Conference e due scout – e ha raccolto (anonimamente) delle impressioni sulla serie in arrivo.
“Sarà davvero una serie interessante. Sono due squadre davvero, davvero buone”, ha detto uno dei due scout. “Penso che Golden State sia favorita, ma dipenderà da quali stili di gioco prevarranno. Non penso che, contro Anthony Davis, Kevon Looney avrà lo stesso impatto che ha avuto contro Sabonis. I Lakers vorranno giocare un po’ più piccoli, tireranno meno. Lo stile più efficace vincerà.”
L’altro scout si è detto propenso a vedere Golden State in finale di Conference: “Ho guardato la serie contro Sacramento e ho pensato che se i Kings avessero passato il turno, avrebbero perso contro i Lakers per la mancanza di esperienza, e viceversa in caso di vittoria di Golden State per le stesse ragioni. Bron è Bron, ok, ma gli Warriors sono un macchinario molto ben oliato.”
La sfida più grande per Los Angeles sarà ovviamente quella di limitare Curry, fresco di una storica gara da 50 punti in Gara 7. Lo scout crede che Jarred Vanderbilt in single coverage sia la soluzione più adatta, così come è successo contro Morant e i Grizzlies. “Vando sarà ancora un fattore determinante; è bravo, forte fisicamente, esplosivo e si muove molto bene… ma nessuno riesce davvero a marcare Steph.”
E l’altro scout è d’accordo: “Dovranno essere molto flessibili. Vanderbilt può marcare praticamente chiunque, e in questa serie sarà chiamato a un lavoro molto importante.”
Golden State è la squadra che ha tentato più triple in Regular Season e nel primo round, e questo sarà un aspetto importante per la difese di coach Darvin Ham. Contro i Grizzlies, una squadra avvezza a segnare tanto nel pitturato, Anthony Davis si è fatto valere non poco sotto ai tebelloni, stoppando ben 26 tiri e mandando in cortocircuito l’attacco di Memphis quasi da solo. Ora, però, i compiti difensivi saranno diversi.
“I Lakers hanno lavorato bene su Dillon Brooks e Morant, hanno praticamente tolto il pitturato a Memphis”, ha detto lo scout. “Qui il focus sarà un po’ il contrario: riusciranno a invertire il tipo di difesa?”
Tutti hanno concordato sul fatto che Davis sia l’arma più letale dei Lakers, soprattutto in questa serie, e che i giallo-viola dovranno provare a sfruttare la mancanza di taglia e profondità di Golden State sotto canestro. “Il modo in cui ha giocato l’ultima partita,e in generale la serie, ha mostrato ciò che è capace di fare. Questo sarà il più grande vantaggio dei Lakers.”
Anche i role player di Los Angeles nel primo turno hanno avuto un ottimo impatto, da Rui Hachimura a D’Angelo Russell e Austin Reaves. E poi, ovviamente, “LeBron impatta sulla mentalità di squadra”, ha detto l’excecutive. “Per la sua Legacy, portare questa squadra al titolo sarebbe una consacrazione. È motivato, così come AD. E se Russell e gli altri segneranno ancora tanto, potrebbero essere in vantaggio. James è l’X-Factor. Bron dev’essere Bron, per sette partite.”
Alcuni hanno messo in discussione l’abilità di Darvin Ham di effettuare i giusti aggiustamenti, al suo primo anno da head coach. Ma lo scout di una squadra rivale è rimasto ben impressionato dal suo coaching: “Penso che Ham abbia dimostrato di essere bravo, ha vinto Gara 1 in trasferta e ha chiuso in bellezza dopo la sconfitta in Gara 5. Bisogna dargli il merito per aver superato una stagione difficile, con un gruppo stravolto alla trade deadline, e di essere riuscito in poco tempo a trovare il modo per essere competitivi”.
James conosce Golden State meglio di tutti, ma basterà? Secondo uno dei due, probabilmente no: “È sempre un vantaggio averlo in squadra ai Playoffs, e sarà capace di leggere ogni sfida che gli porranno gli Warriors. Ma tra il dire e il fare c’è tanta strada in questa serie.”