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25 maggio 2019. I Raptors di Kawhi Leonard eliminano, dopo una Gara 6 tiratissima, i Milwaukee Bucks di Antetokoumpo. 94-100 il punteggio finale, con un maestoso Kawhi nell’intera serie che manterrà una media di 29.8 punti a notte, e che con una difesa poderosa porterà i suoi alle Finals e successivamente alla vittoria del primo titolo NBA della franchigia. Giannis Antetokoumpo, MVP e assoluto trascinatore della squadra col miglior record della Lega, deve accontentarsi, a 25 anni, di un’uscita alle Eastern Conference Finals, a un passo dalle NBA Finals.

08 settembre 2020. Dopo la seconda stagione di fila da MVP e dopo la seconda stagione di fila col miglior record della Lega, Giannis e i suoi Bucks si devono arrendere a una clamorosa eliminazione nel secondo turno, contro i sorprendenti Miami Heat di Erik Spoelestra e della sua strategia difensiva. Giannis diventa il bersaglio di un’infinità di critiche, dovute alla pressione e alle aspettative che la grandissima Regular Season dei Bucks aveva creato. Un’altra delusione per i Cervi in post-season.


Negli ultimi due anni le date chiave e i momenti che sono tornati in testa al Greak Freak sono stati principalmente questi. Due eliminazioni pesanti, arrivate quasi allo stesso modo, e che nel tempo hanno tolto sempre più attenzioni dalle prestazioni del pluri-MVP e Difensore dell’Anno uscente.

Ad oggi, sembra che queste mancate attenzioni tengano il greco lontano dalla corsa all’MVP (seguendo le quotazioni settimanali del MVP KIA Ladder, in cui Giannis non è mai entrato a far parte in questa stagione); ma certamente non sbiadiscono le ottime prestazioni di cui il greco si sta rendendo protagonista in questa Regular Season.

Giannis 2020/21, la costruzione

Dei Bucks in quest’ultima offseason se ne è parlato molto per le varie mosse mirate a rafforzare il supporting cast e soprattutto i tiratori di squadra intorno a The Greak Freak.

La mancata firma di Bogdan Bogdanovic e il grande sacrificio fatto per portare Jrue Holiday in Wisconsin (oltre alla firma di un lungo tiratore come Bobby Portis e una backup guard come DJ Augustin) fanno capire perfettamente come l’intenzione del front office fosse quella di mettere il più possibile Giannis nelle condizioni ideali, senza costringerlo a provare cose fuori dalla sua portata.

La conseguenza diretta è stata l’estensione pluriennale finalmente accettata dal greco, dopo mesi in cui si era parlato esclusivamente di un suo passaggio ad altre franchigie e di come avrebbe cambiato gli equilibri dell’NBA una volta fuoriuscito dai Bucks.

Giannis, main man

La stagione del greco sta passando poco sotto i riflettori. Questo perché ad Est i rinforzi e i campioni continuano ad arrivare, cambiando continuamente gli equilibri della Conference; ma anche perché ad oggi i Bucks, privi di pedine fondamentali per lunghi tratti (ultimo degli esempi per linea temporale lo stesso Jrue, alle prese con il Covid-19), non hanno reso come ci si aspettava in molte partite di questa prima parte di Regular Season.

Basti pensare al dato relativo al record: ad oggi i Bucks sono al terzo posto ad Est, con un record di 18-13, con l’ultima sconfitta arrivata per mano di Toronto. La 13esima sconfitta dei Bucks della stagione 2019/20 era arrivata solamente alla seconda partita di seeding nella bolla di Orlando.

Nonostante questo, fin qui l’annata del greco è stata comunque ottima, soprattutto per molte chiavi di lettura che le statistiche, e non solo, ci stanno dando: 28.4 PPG, 11.9 RPG, 6.0 APG, 55.1% / 28.0% / 65.4%, 3.8 TO, 1.3 STL, 1.3 BLK, 7.6 +/-, 10.5 Net Rtg, 1.62 AST/TO. Il tutto in 33.8 minuti medi di impiego.

Gli spunti trattabili da questi numeri sono tanti. Il primo, per ordine, è il dato relativo agli assist: 6.0 per partita rappresentano il career-high in questo momento per il greco. Indubbiamente l’aumento di tiratori in squadra è un fattore importante per questo dato, ma anche la visione e la capacità di trovare il compagno smarcato ha avuto un netto miglioramento nel suo gioco.

Questo incremento è significativo, considerando gli scorsi anni in cui Giannis, costretto per le lacune del roster a giocare troppo palla in mano, non riusciva a trovare con la stessa continuità i compagni in generale, ma soprattutto quelli dall’arco.

Infatti, se per quanto riguarda l’incremento singolo si parla di minimi miglioramenti (+0.4 rispetto alla scorsa stagione), i tiri da tre di Milwaukee sono migliorati molto in efficienza. Milwaukee sta tirando con il 42.3% da tre punti su un totale assoluto di 820 tentativi nelle vittorie, mentre nelle sconfitte il dato cala drasticamente al 34.2% su 554 tentativi. Il miglioramento è del 2.5% dalla passata stagione, con una riduzione nei tentativi dell’1.2%. Dato importantissimo che rispecchia tanto il gioco della nuova Milwaukee.

Il secondo dato di cui parlare dalle stats di Giannis sono le 1.3 palle rubate a partita. Il greco difensivamente sta cambiando il suo modo di approcciare all’offensiva avversaria: le sue letture stanno cambiando e questo è stato sottolineato anche dal career-high in palle rubate arrivato lo scorso 16 febbraio, contro i Raptors (5); gara in cui sono arrivati anche 34 punti, 10 rimbalzi e 8 assist, con il 55 % dal campo.

Giannis, main creator

Il cambiamento e l’efficienza che Giannis sta trovando quest’anno sono però contrastati dal modo e dall’uso che coach Mike Budenholzer fa del Greak Freak, problemi che in Wisconsin non sono nuovi e di cui le colpe non ricadono sull’MVP.

Il primo problema è ovviamente quello riferito al main creator della squadra, che in questa stagione continua a essere Giannis. l dato diretto che deriva dal (troppo) possesso del pallone sono le palle perse per partite, 3.8 addirittura. Tante, troppe, considerando che la tendenza non cambia durante la post-season: 3.1 sono il dato relativo nell’ultima apparizione ai Playoffs nella bolla di Orlando.

La troppa gestione del pallone sembrava essere un problema risolto con l’acquisizione di Jrue nell’ultima offseason, in cui il playmaker ex-Pelicans sembrava dover ricevere le chiavi del gioco di Milwaukee, ma che fino adesso sembra giocare solo come uno degli altri tiratori presenti in squadra. Questo potrebbe essere un errore nella gestione del roster da parte di Coach Bud.

Un altro dato significativo che emerge dalle stats del greco sono i minuti e l’utilizzo quando una delle due stelle comprimarie, Jrue Holiday e Khris Middleton, non è sul parquet. In media totale Giannis gioca 33.8 minuti a gara, un dato normale e in linea con i minuti giocati in passato dal greco. Ma lo spunto fornito da StatMuse evidenzia come tutto il discorso sulla costruzione e sui troppi possessi, unito a un aumento dei minuti nelle situazioni indicate, abbia un impatto sull’utilizzo del greco.

La linea della carità, l’involuzione

Ultima nota dolente di cui parlare è sicuramente l’involuzione dalla linea del tiro libero. Rileggendo le percentuali al tiro, infatti, notiamo:

– un ottimo 55.1% dal campo, che rispecchia le percentuali viste nelle due ultime stagioni (in questa Giannis ha perso il primato NBA per produttività nello smile, ceduto a Zion, ma ha aumentato la sua realizzazione dal mid-range);

– un 28.0% nel tiro dei tre punti, che rispecchia un calo rispetto al 30.4% dello scorso anno (nel 2019/20 Giannis aveva aumentato i 3PA da 2.8 a 4.7, ora è tornato a 3.4);

– uno sconcertante e per certi versi clamoroso 65.4% ai liberi.

Negli ultimi due anni Giannis non è mai andato sopra il 65% dal tiro dalla linea, dato preoccupante considerando due fattori: il primo è che il greco è sempre stato un tiratore affidabile (3 anni fa viaggiava a 77% dai liberi su 8 tentativi a partita), il secondo è la quantità di liberi che Giannis conquista e tira.

Antetokoumpo in precedenza non aveva mai tirato 10.5 liberi a partita (realizzandone soltanto 6.9): è chiaro che la percentuale di conversione sia decisiva per l’efficienza offensiva di uno dei giocatori che va più in lunetta della Lega.

Nonostante tutto, comunque, Giannis sta continuando a dimostrare una grande etica al lavoro e soprattutto un’apprezzabile disponibilità al cambiamento e all’adattarsi al gioco della squadra e alla situazione intorno a lui- caratteristica non scontata, considerando che si parla di una assoluta superstar.

Milwaukee ad oggi vive un momento di difficoltà, dopo un dominio di due anni della Eastern Conference, ma Giannis non sembra esserne scoraggiato.

Anche perché, dopo due titoli di MVP, due primi posti a Est e, poi, due delusioni in post-season, quest’anno The Greek Freak e i suoi Bucks hanno in testa un solo obiettivo: le NBA Finals.