Alla fine è successo, James Harden è un nuovo giocatore dei Brooklyn Nets. Una squadra forte e disfunzionale diventa ancora più forte e, forse, un pochino meno disfunzionale.

La franchigia della Grande Mela non può più nascondersi: Sean Marks è andato in all-in mettendo a repentaglio il futuro della squadra e impoverendo non poco la panchina, ma è un rischio che andava preso. L’occasione fa l’uomo ladro e forse a Houston sono riusciti a strappare una o due scelte di troppo, ma l’idea di poter mettere insieme in campo Harden, Irving e Durant ed avere potenzialmente un attacco non difendibile ha spostato definitivamente l’ago della bilancia.


Ora però per Steve Nash e il coaching staff è tempo di iniziare a pensare a come far coabitare queste stelle. Il sogno proibito di Mike D’Antoni potrebbe finalmente avverarsi: potrà una squadra ribaltare il dogma “l’attacco vince le partite, le difese vincono i campionati”?

Solo il tempo ce lo dirà, per ora andiamo ad analizzare cosa cambierà in casa Brooklyn Nets.

Dimensione off-ball e difesa

Fino a questo momento della Regular Season abbiamo visto un Harden che, nonostante fosse svogliato e non in perfetta forma, è stato comunque tra i top della lega: 24.8 punti, 5.1 rimbalzi, 10.4 assist con il 61.3% di True Shooting, dati che non hanno alcun senso di esistere per praticamente il 99% dei giocatori NBA.

Ora, in un contesto nuovo ma certamente più competitivo del precedente, l’ex Rockets alzerà di nuovo l’asticella del suo gioco – ma dovrà farlo coesistendo con Kevin Durant e Kyrie Irving.

Se il primo non è assolutamente un problema, il secondo lo è invece di più. Irving (quando deciderà di tornare a giocare – queste le ultime indiscrezioni sul suo strappo con l’organizzazione) è un giocatore che non ha mai avuto una dimensione off-ball particolarmente consistente. Dovrà provare a trovarla proprio in questi mesi o, meglio, entrambi dovranno provare a trovarla – anche The Beard non brilla in questo fondamentale.

L’altro problema per quanto riguarda i due è la difesa.

Bisogna innanzitutto superare lo (stupido) stereotipo che Harden sia un difensore di basso livello perché è falso. Si può dire che non sia sempre concentrato al 100%, ma quando conta, anche solo per stazza e capacità di tenere l’uomo fisicamente in post (come si vede nel video qui sopra), Harden è un difensore discreto. Irving invece no.

I Nets dovranno essere bravi a nascondere Uncle Drew e, al tempo stesso, mettere l’ex Houston nelle condizioni migliori per non essere sovraesposto: si parla comunque di un giocatore che deve tenere tantissimo il pallone in mano dall’altra parte del campo. Una soluzione probabile è che i due giocheranno insieme, in Regular Season, un numero di minuti non particolarmente consistente e si divideranno il ruolo di leader della second unit, di cui parleremo più avanti.

Migliorare i compagni

Una delle cose che Harden certamente porterà in dote ai suoi nuovi compagni è la sua capacità di migliorare ciascuno di loro. Irving e Durant sono degli ottimi creatori, ma molto più per loro stessi che non per i compagni, cosa in cui invece eccelle l’ex Rockets.

Come si vede nella clip, l’abilità di Harden di far gravitare su di sé praticamente tutta la difesa è una condanna a morte se si hanno dei tiratori di ottimo livello (Joe Harris e Luwawu-Cabarrot su tutti) e un rollante bravo ad entrare e schiacciare (DeAndre Jordan, forse l’unica cosa che gli è rimasta).

Nella prima azione della clip, in un possesso del terzo quarto tra Rockets e Lakers, si può notare come un difensore di altissimo livello (forse il migliore della lega) come Anthony Davis vede la linea di passaggio per lo scarico in angolo e la chiude; ma il QI cestistico di Harden non ha limiti e trova Christian Wood, lasciato da Gasol che era in aiuto.

La seconda azione simile alla prima. La difesa collassa su di lui e Harden libera il tiratore; in questo caso è bravo Nwaba a capire il movimento di Gasol e tagliare dentro, così da avere un facile layup anziché una tripla.

La terza azione forse è proprio il manifesto delle abilità del giocatore. Il pick&roll con Wood convince la difesa a collassare sui due per evitare un alley-oop; Harden vede l’arrivo dei difensori dal lato debole e scarica coi giusti tempi: tre punti dall’angolo.

Quarta ed ultima giocata. PJ Tucker porta un blocco al #13, che riceve un pallone alto e appena lo tocca ha già due uomini su di sé; mette la palla per terra e con un passaggio sopra la testa serve lo stesso Tucker, ormai solo sull’arco. Altro tiro ad alta percentuale.

I Nets useranno spesso in questo modo James Harden: mettere in ritmo gli altri giocatori oltre alle stelle è fondamentale, soprattutto nei Playoffs.

Second unit

Con Caris LeVert che è ormai andato via, la second unit perde il suo leader e deve assolutamente trovarne uno nuovo. A causa del brutto infortunio, non può essere Dinwiddie. E come scritto sopra, è estremamente probabile che uno tra Irving e Harden prenderà quel posto. Le possibilità di vittoria dei Nets passano dal fatto che un membro del Golden Trio, se non due, deve essere sempre in campo.

Con Harden può diventare importante il ruolo di Jeff Green, finora poco più che mediocre ma comunque giocatore utilissimo sia in campo che fuori, dato il legame che lo lega sia all’ex Rockets che a Durant. Green lo scorso anno ha beneficiato enormemente del lavoro di Harden e questa partnership continuerà anche in maglia Nets. Non sarà sorprendente vederli giocare spesso insieme in quintetti con Luwawu-Cabarrot, Bruce Brown e un Tyler Johnson, o chi per lui.

Problemi sotto le plance

L’addio di Jarrett Allen e l’investitura a titolare di DeAndre Jordan significano solo una cosa: Nash dovrà inventarsi qualcosa per evitare di concedere troppo difensivamente. Quel qualcosa potrebbe arrivare dal mercato dei free agent o dei buyout – i Nets hanno ancora la Mid Level Exception e la Disabled Player Exception per l’infortunio di Dinwiddie, ovvero un contratto da poco più di 5 milioni e uno da poco più di 6.

In ogni caso, il coaching staff di Brooklyn dovrà lavorare molto per limitare i tanti errori visti in queste prime uscite della stagione. I passi in avanti fatti da Jarrett Allen sembravano essere un toccasana, seppur con dei limiti, per la difesa bianconera. Adesso è tutto da rifare.

Il grosso limite dei due centri di Brooklyn era l’incapacità di difendere se non in drop coverage; ora si aggiunge anche un problema di presenza sotto canestro non trascurabile. Nel 2021 è impensabile vedere Jordan ai Playoffs per più di 10/15 minuti senza essere negativo per la squadra, ergo la soluzione più naturale possibile potrebbe essere lo small ball. Green, di nuovo lui, potrebbe essere il giocatore perfetto per una “death lineup” composta da Irving, Harden, Harris, Durant e Green. Interessante.

Insomma, i Nets sono andati all-in impegnando una grossa fetta del proprio futuro. Tra un paio di mesi si tireranno le prime somme.

Intanto, siamo già in attesa di vedere uno dei terzetti potenzialmente più forti (in attacco) della storia dell’NBA.