Il peggior incubo delle squadre della Eastern Conference si è avverato. Gli Houston Rockets mandano James Harden ai Brooklyn Nets in una trade a quattro che porta in Texas anche Victor Oladipo.

Shams Charania di The Athletic ha riportato che a Houston andranno anche tre pick al primo giro non protette dei Nets (2022, 2024, 2026), insieme a quella del 2022 di Milwaukee (via Cleveland, sempre non protetta) oltre a ben quattro swaps di Brooklyn (2021, 2023, 2025, 2027). Per compensare l’aspetto salariale si aggiungono al pacchetto Rodions Kurucs e Dante Exum, da Cleveland; il valzer si chiude con Jarrett Allen e Taurean Prince ai Cavaliers, e Caris LeVert a Indianapolis con una pick al secondo giro del 2023.



Most valuable reaction: Mo Bamba

La trade blockbuster si è concretizzata neanche 24 ore dopo l’intervista lapidaria di Harden, con conseguente spazientimento di Wall e Cousins.

Wojnarowski di ESPN da mesi indicava questa come una possibilità concreta, mentre altri insiders riportavano Miami, Milwaukee, Boston e Portland come “destinazioni gradite” per il prodotto di Arizona; ma già ieri era chiaro come al tavolo ci fosse solo una concorrente, i Philadelphia 76ers di Daryl Morey. La trade è stata lavorata dagli stessi intermediari assoldati da Westbrook pochi mesi fa.

Per quanto resti avvolto nel mistero l’immobilismo – presunto – delle quattro sopracitate, le ultime indiscrezioni raccontano di come i Rockets fossero inamovibili dalla loro richiesta di Ben Simmons, Matysse Thybulle, Tyrese Maxey e tre pick al primo giro. Prezzo giudicato eccessivo sotto la Liberty Bell – a ragion veduta.

E’ comprensibile anche la scelta di Houston di puntare su un patrimonio di pick piuttosto che su un giocatore per rimpiazzare Harden – in primis per il core che hanno già a disposizione, e poi considerando quanto fossero indietro dopo gli enormi sforzi fatti quando si andò all-in con Russell Westbrook e Robert Covington.

Vediamo ora, squadra per squadra, come cambia il panorama dopo una delle operazioni più importanti dell’ultimo lustro.


Brooklyn Nets

Quando hai la possibilità di mettere insieme tre ex/potenziali MVP, i dubbi su funzionalità, chimica e futuro si archiviano facilmente.

Certo, bisognerà riscoprire Jeff Green, e DeAndre Jordan è l’unico lungo a roster, ma dall’altro lato ci saranno un’infinità di tiri aperti per Joe Harris e Landry Shamet. E certo, tutto è appeso alla sindrome hippie di Kyrie Irving – ma quale migliore assicurazione di avere anche Harden a roster. I tre andranno tutti in scadenza alla fine della stagione 2022/23, ma fino ad allora non c’è davvero limite.

Potrebbe essere tutto molto diverso dall’ultima famigerata blockbuster nella palude, quando arrivarono degli stanchi Pierce, Garnett e Terry per affiancare Deron Williams, un’era geologica fa.


Houston Rockets

Nessuno vuole scambiare la propria stella, uno che nella storia della squadra è secondo solo ad Hakeem Olajuwon, eppure dopo tanti anni in cui Harden è stato centrale in ogni singola decisione per Houston, lui stesso ha deciso che era ora di salutarsi (non senza usare ogni mezzo, anche i meno deontologici).

Come detto in precedenza, il 2023 potrebbe essere una prima data di controllo per i Nets, e oltre metà del patrimonio di pick in mano a Rafael Stone è oltre quella data, e non è assolutamente dato di giudicarne oggi il valore. In più c’è Victor Oladipo, che mantiene in zona Playoffs il valore dei Rockets ed è nel suo contract year, quindi volendo non sarà difficile ricavarne altri asset.

John Wall sembra in piena salute, Christian Wood sta mettendo insieme numeri da All-Star. E Houston, dopo anni di grandi delusioni, ha magistralmente limitato i danni.


Indiana Pacers

A quanto pare era tutto vero: Victor Oladipo ne aveva abbastanza di grano e macchine da corsa. E i Pacers ora dormiranno più che tranquilli, avendo da lui ricavato uno dei contratti più invidiabili della Lega, quello di Caris LeVert.

Discutibile e non poco che LeVert sia un downgrade dall’attuale Oladipo, facilmente immaginabile che sia più funzionale con Brogdon e Sabonis. Incredibile ma vero, i Pacers vivono ancora sull’inerzia di quando scambiarono Paul George a OKC.


Cleveland Cavaliers

Ma tu guarda il 2021: dopo 26 anni i Browns vincono una partita di Playoffs, e apparendo dal nulla i Cavaliers fanno una gran figura in una trade dove nessuno li avrebbe messi.

Per l’esoso – sarcasmo – prezzo di Dante Exum e una pick di Milwaukee (non in Lottery, insomma) i Cavs si sono presi il contratto di Jarrett Allen e quello di Taurean Prince.

Se a Cleveland dovessero riuscire a muovere uno o preferibilmente due tra Andre Drummond, Kevin Love e Larry Nance Jr, sarebbero quantomeno interessanti sul lungo periodo.

Non male, considerando le abitudini storiche sul lago.