Il 28 dicembre Kyrie Irving ha incontrato in aeroporto a Houston un senzatetto, cui ha regalato 240 dollari. Abbiamo ricevuto da una nostra lettrice questa sorta di “stream of consciousness”: le parole che il “fortunato” (per un giorno…) avrebbe voluto dire alla stella dei Celtics. 

 


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Grazie, Kyrie. Hai infilato la mano in tasca e mi hai appena dato 240 dollari. Non ci potevo credere! Ero all’aeroporto di Boston a vedere tutto quel via vai di umanità e speravo di racimolare qualcosa, magari per mangiare in modo decente, pulirmi un po’ in un bagno pubblico, cose così. Mi ero appena tirato fuori dal cartone. Cazzo, non ci potevo credere. 240 dollari!

 

E chi sei? Babbo Natale? Non sono per niente preparato a questa cosa.

 

Me li hai allungati come se fosse la cosa più naturale del mondo. Un metro e novanta di uomo come te. Non ci posso credere. Io lo so chi sei. Buttano tanti di quei giornali nei cestini che li leggo anch’io. Tu sei una scarpa della Nike e questo mi fa ridere, però fa niente, i soldi bisogna pur farli in qualche modo. Io lo so perché mi hai dato questi soldi, lo so. Dentro questa bella tuta e questo bel giubbotto adesso sorridi, ma non è che ti sia mancata la sfiga, amico mio.

 

E chi lo direbbe mai? Io lo so, li leggo i giornali, te l’ho detto. E il basket mi è sempre piaciuto. Aspettami, vado a pisciare e ti dico cosa so di te. Grazie amico mio, sì mi va il caffè, mi lavo le mani però prima. 

Tu sei cresciuto a grattacieli e canguri, due cittadinanze, un cuore grande. Tuo padre e il pallone ti han tirato su grande. Guarda in alto, verso il cielo, tira, salta, lo vedi quel canguro? Tua madre se l’è portata via quella cazzo di malattia a 29 anni, ci pensi? e mica è finita lì. Il destino certe volte si accanisce, poi magari il Buon Dio ci mette una pezza perché si stava portando via anche tuo padre. Per fortuna è arrivato tardi alle Torri Gemelle e se l’è scampata alla grande quell’11 settembre. E quel destino… niente, sempre lì, bastardo.

 

Kyrie, comprati un cazzo di talismano, stai attento. Mica vorrai dargliela vinta a quel fottuto destino! Ti fai male ai Playoffs e quelle viti che ti avevano messo nella gamba ancora un po’ ti spediscono al creatore. Marcivi tutto e non eravamo qui. Per me poco danno, ma per te… per fortuna che hai il grano e ti sei potuto curare con i migliori antibiotici. Sai cosa sarebbe successo se fosse capitato a me? Lo sai bene vero? Un bel ragazzone come te, no dai, per fortuna è passata…

 

Sì, ne prendo un’altra di queste ciambelle, qui in aeroporto certe volte sbavo quando vedo tutti quei mocciosi che si rimpinzano fino a scoppiare. Oggi è proprio il mio giorno fortunato. Mai dire mai. Grazie Kyrie. Anzi no, «Little Mountain», perché lo so che non sei solo la point guard dei Boston Celtics ma anche Sioux Lakota della tribù di Standing Rock. Siete grandi, tu e tua sorella Asia, Buffalo Woman per gli amici! Vedi che so tutto di te? Lo so che nelle tue vene scorre sangue indiano! 

Beh, ciao, mi sono rimpinzato che ancora non ci posso credere, me ne vado adesso, grazie. Oggi niente fogna, è bello sai quando puoi vivere da persona normale. E mi raccomando, comprati il talismano… che quel fottuto destino è sempre in agguato.

 

Ciao Little Montain, auguri di buon anno campione!

 

High five, man!