
Questo contenuto è tratto da un articolo di Noa Dalzell per Celtics Blog, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.
«MVP! MVP! MVP!» Gli ormai familiari cori hanno invaso il Kia Center mentre Jayson Tatum realizzava con calma due tiri liberi. Il totale dei punti segnati dalla stella dei Celtics è salito a 37, consolidando una vittoria fondamentale in Gara 4 contro gli Orlando Magic. E, sullo sfondo, quei cori che hanno seguito Tatum e i Celtics in tutte le arene degli Stati Uniti sono riecheggiati ancora una volta.
In una gara combattuta, i Celtics hanno mantenuto un vantaggio di 4 punti a meno di tre minuti dalla fine, quando Tatum ha segnato un difficile tiro in sospensione contro il braccio teso di Paolo Banchero.
Kristaps Porzingis, che si stava fiondando a rimbalzo nel caso in cui il tiro di Tatum non fosse andato a segno, si è trovato per un momento a riflettere sulla grandezza del suo compagno di squadra.
«Ho pensato tra me e me: ‘Questo ragazzo è speciale. Questo ragazzo è speciale.’»
Non era una novità.
Tatum sta affrontando il suo ottavo percorso Playoff, come lui stesso ha ricordato dopo la vittoria. Domenica ha disputato la sua 116ª partita di postseason, piazzandosi al 15° posto tra i giocatori NBA attivi per numero di gare giocate nei Playoff.
Inoltre, è diventato solo il settimo giocatore nella storia della lega a ottenere 70 vittorie ai Playoff prima dei 27 anni.
Nonostante tutto, oggi Tatum mostra un livello di calma nei momenti decisivi che è diverso dal passato. È il risultato di innumerevoli battaglie — ha alle sue spalle due finali NBA, cinque finali di Eastern Conference, dolorose sconfitte in Gara 7, vittorie nei momenti critici e sconfitte all’ultimo secondo.
Così, contro una squadra dei Magic agguerrita e affamata, decisa a pareggiare la serie sul 2-2, Tatum è esploso con 16 punti nel quarto periodo.
Dopo che i Magic hanno pareggiato sul 91 pari a quattro minuti dalla fine, Tatum ha segnato 9 punti negli ultimi tre minuti, superando da solo l’intero bottino di Orlando nel finale.
«La partita era in bilico, 91-91, quattro minuti alla fine, time-out — ero entusiasta per quel momento, perché sapevo che avremmo trovato il modo di risolverla e fare le giocate giuste», ha raccontato Tatum.
Kristaps Porzingis ha notato il killer instinct di Tatum
Quando Porzingis è arrivato a Boston lo scorso autunno, Tatum non aveva ancora vinto un titolo. A 25 anni, si portava ancora dietro le delusioni dei Playoff precedenti.
Ma a giugno, quel ricordo è diventato lontano: Tatum ha sollevato il Larry O’Brien Trophy.
Reduce dal titolo, quest’anno ha guidato i Celtics a una stagione da 61 vittorie, con una media di 26,8 punti, 8,7 rimbalzi e 6 assist (record personale) a partita. È stato il leader della squadra in tutte queste categorie ed è considerato un First Team All-NBA praticamente certo.
Durante la stagione, Tatum ha regalato numerosi momenti clou nei finali di gara: il tiro decisivo contro i Raptors, la tripla del pareggio contro i Knicks ad aprile, solo per citarne alcuni.
La settimana scorsa, è diventato uno dei soli 12 giocatori NBA a ricevere voti per il premio di Clutch Player of the Year.
Porzingis ha sempre saputo che Tatum fosse un grande talento; quando è entrato per la prima volta all’Auerbach Center, Tatum era già un quattro volte All-Star e uno dei giocatori più dominanti su entrambi i lati del campo.
Eppure, il centro lettone ha notato una crescita ulteriore in lui, anche solo da settembre 2023.
«Ha sviluppato ancora di più il suo killer instinct», ha detto Porzingis.
Quando gli è stato chiesto di commentare le parole di Porzingis, Tatum ha chiarito che non è il suo punteggio personale la priorità, ma semplicemente fare la giocata giusta nei momenti cruciali.
Mi piace essere presente in quei momenti. E non necessariamente per “prendere il controllo della partita”, ma per essere nella posizione di fare la giocata giusta. Lo dico sempre: può essere per me stesso o per un compagno. L’importante è essere parte dell’azione.
Durante la corsa Playoff dell’anno scorso, alcuni dei momenti più importanti di Tatum sono arrivati grazie agli assist.
Uno degli esempi più noti è stato in Gara 3 delle finali di Conference contro i Pacers, quando ha servito un assist dietro la schiena per Al Horford, che ha segnato una tripla decisiva, con i Celtics sotto di 5 punti a poco più di un minuto dalla fine — un passaggio che ha spinto Jaylen Brown a esclamare: «Mettetelo al fottuto Louvre.»
Nonostante tutto, Porzingis continua a sottolineare il killer instinct che ha visto svilupparsi in Tatum.
«Si vede dal suo atteggiamento», ha detto. «Vuole la palla nei momenti decisivi, e noi ci fidiamo completamente di lui.»
Tatum ha superato un inizio difficile nei Playoff
Tatum ha faticato in Gara 1, limitato a 17 punti con 8 su 22 al tiro dalla difesa asfissiante dei Magic. Ha poi saltato Gara 2 a causa di un grave colpo subito al polso, descritto da Joe Mazzulla come «serio», segnando la sua prima assenza nei Playoff in carriera.
Per un momento, sembrava che Tatum potesse rimanere fuori a lungo.
E invece, nonostante fosse dato come in dubbio la mattina della gara, ha trovato il modo di scendere in campo, segnando 36 punti e 9 rimbalzi nella sconfitta dei Celtics. Dopo ogni tripla realizzata post-infortunio, Tatum ha agitato il polso fasciato sopra la testa, esibendo una nuova celebrazione ideata dal rookie Baylor Scheierman.
Due giorni dopo, ha firmato la sua miglior prestazione di questi Playoff: 37 punti e 14 rimbalzi.
«Ci sta dando canestri fondamentali in questa serie, come nei Playoff dell’anno scorso», ha detto Porzingis. «In Gara 3, grazie a lui siamo rimasti in partita. E oggi, di nuovo, è stato fenomenale.»
Nella conferenza stampa post-partita di domenica, Jaylen Brown ha approfittato di quasi ogni domanda per elogiare Tatum, citando tutto: dalla capacità a rimbalzo all’impatto negli ultimi minuti.
«JT era inarrestabile.»
Con poco più di due minuti da giocare, Banchero ha commesso fallo su un tiro da tre di Tatum. Dopo il challenge perso dai Magic, Tatum ha segnato tutti e tre i liberi, portando Boston al massimo vantaggio della partita. È stato uno dei tanti momenti chiave della vittoria in Gara 4.
«È lui che ci sta guidando», ha detto Porzingis. «E da lui ce lo aspettiamo.»
Quando è stato chiesto a Joe Mazzulla cosa avesse visto in Tatum nei minuti finali, il coach non ha esitato: «Calma.»
Anche il coach dei Magic, Jamahl Mosley, l’ha notato:
«Si vedeva la loro esperienza», ha detto. «Non si sono fatti prendere dal panico. Hanno fatto grandi giocate su entrambi i lati del campo… Sono stati davvero impeccabili.»
Jayson Tatum guida i Celtics in silenzio
È risaputo che Jayson Tatum non sia il leader più vocale. Non è il tipo da caricare la squadra urlando “Forza!”. Proprio per questo, quando parla, le sue parole pesano ancora di più.
«Ogni volta che dice qualcosa, ha senso», ha detto Porzingis. «Ha una mente cestistica straordinaria.»
Jaylen Brown ha sottolineato il livello di fiducia reciproca ormai instaurato tra lui e Tatum: «Abbiamo visto e vissuto tanto insieme nei Playoff.»
In sette partecipazioni ai Playoff come coppia, sei si sono concluse con una delusione. Ma quell’unica corsa vincente? Vivrà per sempre.
Ora i Celtics puntano a diventare la prima squadra NBA a vincere due titoli consecutivi dopo i Warriors del 2018. È una sfida ardua: mancano ancora 13 vittorie, e martedì dovranno chiudere la serie contro Orlando per superare il primo turno.
Per loro fortuna, Jayson Tatum sembra essere nella miglior forma di sempre.
«Ci sono già passato», ha detto. «Sono abituato a questi momenti.»
E domenica, quella esperienza ha permesso ai Celtics di costruire un solido vantaggio sul 3-1.