
Questo articolo è una traduzione autorizzata. La versione originale è stata scritta da John Voita e pubblicata su Bright Side Of The Sun, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.
Che si pensi che Bol Bol sia un legittimo titolare dell’NBA o solo un glitch nel matrix, una cosa è innegabile: quando ha minuti a disposizione, riesce a fare sempre accadere qualcosa. Ancora una volta, quando gli è stata data la possibilità di allungare quelle membra incredibilmente lunghe e di far fruttare il suo raro mix di dimensioni e abilità, ha dato il meglio di sé per i Phoenix Suns. Un season-high di 25 punti in soli 26 minuti contro i Pelicans, con l’aspetto di una build di MyPlayer che qualcuno ha dimenticato di nerfare.
Non è stato facile rimanere sul carro di Bol, restare un “Bol-iever”, per così dire. Ma ogni volta che viene fatto giocare per un periodo prolungato e dà il suo contributo su entrambi i fronti, è impossibile non cominciare a crederci. Stoppa i tiri come un mulino a vento senziente, si fa largo tra i difensori con un palleggio che non dovrebbe appartenere a un ragazzo della sua taglia e, in qualche modo, sembra sempre rendere il gioco strano in un modo che funziona. I Suns avevano bisogno di una scintilla e Bol continua a far capire che forse è più di una semplice novità.
Ogni giocatore ha dei difetti. Alcuni non sanno tirare. Alcuni non sanno difendere. Alcuni sono una macchina da palle perse ambulante. Ma se riesci a produrre, a combinare l’impegno con la giusta mentalità e ad avere abbastanza talento, hai una possibilità in questa Lega. Guardando Bol Bol, pienamente consapevole dei suoi difetti, non ci sono dubbi. È il suo posto. Vengono in mente almeno dieci giocatori dei Suns delle ultime tre stagioni che, pur avendo delle lacune evidenti, hanno continuato a giocare. E francamente? Bol è migliore di tutti loro.
Da quando Phoenix gli ha finalmente concesso un vero minutaggio, il giocatore si è scatenato. Nelle prime 50 partite della stagione, Bol era praticamente una voce di corridoio, con appena 14 presenze e una media di soli 6 minuti a gara. Anche in questo minuscolo campione, ha realizzato 3.1 punti a partita che, per-36 minuti, si traducono in 18.6 punti.
Ma dal 7 febbraio? Ha giocato in tutte e 10 le partite, ne ha iniziate cinque e sta giocando 23.8 minuti a sera. Il risultato? 14,5 punti a partita con una media di 56/40/83 al tiro. Non è solo una statistica divertente, è la definizione di role player ideale. Un giocatore in grado di fornire efficienza nello scoring, lunghezza ed energia in minuti significativi. Alcuni giocatori hanno bisogno di opportunità, e Bol ha finalmente avuto la sua, rendendola impossibile da ignorare. Come titolare in questa stagione? Il campione è piccolo, solo 5 partite, ma i numeri sono impressionanti: 19.2 punti, 7.0 rimbalzi, 2.4 stoppate.
Dal punto di vista fisico, è facile capire perché Bol Bol abbia un impatto. È lungo, quindi stoppa i tiri. Certo, la sua rapidità laterale è nella media e si prenderà qualche fallo nel tentativo di recuperare dopo essere stato battuto dal palleggio, ma fornisce comunque un livello di deterrenza al ferro che questa squadra non vedeva dai tempi di Jusuf Nurkic.
Ma dove Bol sorprende davvero è in attacco. Il suo jumper, pur non essendo il più veloce, è efficace. E, dato il suo punto di rilascio assurdamente alto, non c’è da preoccuparsi delle stoppate subite. Con il passare della stagione, la sua fiducia continua a crescere e i suoi compagni di squadra lo notano. Non è più solo una curiosità dalla panchina, è un’arma.
“Onestamente, sta giocando alla grande, tirando con sicurezza, facendo giocate, essendo attivo in difesa, bloccando i tiri, proteggendo il canestro. È stato fondamentale per noi e continueremo ad averne bisogno anche in futuro”.
– Tyus Jones
Forse questo è il lato positivo, l’unica luce brillante che penetra nella nebbia di una stagione ormai naufragata. Lo sviluppo di Bol Bol non è solo una sottotrama divertente, ma anche qualcosa di reale, qualcosa in cui vale la pena credere. Ma c’è un problema: quest’estate sarà un free agent senza restrizioni. Quindi, anche se queste prestazioni sono entusiasmanti, pur guardandolo con stupore mentre allunga le braccia verso il cielo e affonda con disinvoltura un tiro da tre, potrebbe essere tutto inutile nel grande schema del futuro dei Suns. L’unico asso che Phoenix ha nella manica? David Fizdale, che se ne sta tranquillo in panchina. E Bol? Ama davvero giocare per Fiz. Questo potrebbe essere importante quando arriverà il momento.
“Ogni volta che può aiutarmi, sia in campo che fuori, in difesa o in attacco, è sempre pronto a mettermi a disposizione e ad allenarmi,”
– Bol su Fizdale
Forse è una cosa da tenere a mente quando la offseason si avvicina. Bol Bol arriverà sul mercato e per allora, chi lo sa? I Suns potrebbero avere un altro allenatore capo. Forse questa volta si tratta di qualcuno che ha un po’ di influenza su un’anomalia di 25 anni e 221 centimetri. Qualcuno che possa convincerlo a tornare a Phoenix con un contratto minimo migliore.
I Suns detengono i suoi Early Bird Rights, il che aiuta, ma questo è un discorso per un altro giorno. Al momento ci sono ancora 22 partite rimaste della stagione. Apprezziamo quindi ciò che abbiamo davanti, godiamoci il caos, la sorpresa, la pura assurdità dell’evoluzione di Bol. Perché, quando ne avrà l’occasione, dimostrerà di essere all’altezza.