©️ NBC Sports, via Celtics Blog
Quando Doc Rivers sedeva sulla panchina dei Celtics, ha spesso raccontato dei consigli ricevuti dal compianto Red Auerbach, il quale in particolar modo gli aveva fatto capire l’importanza di avere in squadra almeno un paio di “agitatori” – ovvero, giocatori in grado di entrare sotto la pelle degli avversari.
Negli anni ci sono stati parecchi giocatori passati per Boston che rientrano in questa descrizione e in questo articolo abbiamo deciso di concentrarci sull’ultima decade. Ecco la top-10 degli ‘agitators’.
10. Jae Crowder (2014 – 2017)
Inserito nella stessa trade che ha portato Rondo a Dallas, Jae Crowder è stato indispensabile nel processo di ricostruzione dei Celtics. Passato dal ricoprire un ruolo marginale in maglia Mavs, ha subito dimostrato la sua grinta e determinazione difensiva con la nuova maglia, tanto da diventare un vero e proprio catalizzatore emotivo, capace certe sere di trascinare i compagni alla vittoria e infiammare il pubblico del TD Garden.
9. Delonte West (2004 – 2007; 2010 – 2011)
Tiratore puntuale e difensore molto fisico, Delonte è stato uno tra i preferiti dei tifosi. Tuttavia, come abbiamo presto realizzato tutti, questa sua indole da duro tendeva spesso ad andare sopra le righe. Nel 2010, durante la sua seconda avventura con la maglia di Boston, West ha più volte reso difficile la vita ad avversari e compagni, talvolta spingendosi però troppo oltre, come ad esempio durante la rissa in allenamento con Von Wafer…
Se c’è una cosa che abbiamo capito vedendolo vestire questa divisa, è che sapeva giocare duro e mettere in campo la giusta tenacità che serve a una squadra che punta al successo.
8. Terry Rozier (2015 – 2019)
Prospettato inizialmente come scelta da secondo giro nel Draft 2015, Rozier ha lavorato al massimo per far cambiare idea a tutti. I Celtics hanno amato da subito la dedizione e l’impegno che metteva in ogni singolo allenamento, pressando la palla a tutto campo e portando molti dei suoi avversari a cedere alla frustrazione .
Con la maglia di Boston non ha mai smesso di lavorare a testa bassa, migliorando anno dopo anno e attirando su di sé l’attenzione di molti scout, tra cui quelli dei Charlotte Hornets – che l’estate scorsa hanno puntato su Rozier per sostituire Kemba Walker.
7. Aron Baynes (2017 – 2019)
Spesso ci si riferiva a lui come a un “All of Australia”, e quando c’era bisogno di entrare sotto la pelle dei lunghi avversari era il primo della lista a cui si pensava. Il suo talento nel farsi trovare sempre al posto giusto nel momento giusto, soprattutto nella metà campo difensiva, era distruttiva per il morale degli avversari.
Se aggiungiamo all’equazione anche la sua grande capacità di prendere posizione e la sua forza bruta, ecco perché parliamo di un giocatore capace di rendere la vita difficile a qualsiasi avversario. Che in questa stagione, tra l’altro, si è scoperto tiratore micidiale da tre punti con i Phoenix Suns.
6. Marcus Morris (2017 – 2019)
Scambiato con Detroit nel 2017 per Avery Bradley, Morris si è trovato nella difficile posizione di dover soppiantare il posto lasciato vacante dalla guardia nel cuore dei tifosi. Non che gli importasse molto, ma il suo gioco duro ed efficace ha portato la panchina dei Celtics a salire di livello, facendolo presto diventare uno dei beniamini del TD Garden.
Ora, ai New York Knicks, ha tutta la libertà necessaria per prendersi tutti i tiri che vuole, ma per quanto riguarda vincere ed essere realmente competitivi… beh, è tutta un’altra storia.
5. Kendrick Perkins (2003 – 2011)
Draftato appena uscito dall’high school, difficilmente troverete un giocatore capace di assicurare una tale forza e presenza fisica come ha fatto Perkins con la maglia di Boston.
Giocatore solido e ruvido, con i suoi blocchi granitici e la sua presenza sotto le plance è stato uno dei fattori che ha condotto la franchigia al titolo del 2008. Verrà sempre ricordato come un esempio di forza e intimidazione, oltre ad aver fatto parte del quintetto che non ha mai perso una serie Playoffs.
4. Tony Allen (2004- – 2010)
Allen, anche grazie alle sue spiccate qualità fisiche, era un giocatore che non lasciava mai al suo avversario il tempo di pensare, di prendere un tiro aperto, o anche solo di respirare serenamente. Nelle sue 14 stagioni NBA è stato incluso per ben sei volte nel primo o nel secondo quintetto difensivo della Lega.
Dopo Boston si è accasato ai Memphis Grizzlies ed è diventato uno dei volti di quella che per anni è stata la franchigia più “rognosa” dell’intera NBA, facendo venire più di qualche rimpianto alla sua ex squadra. Qualche tempo dopo, infatti, lo stesso Danny Ainge ha ammesso che, col senno di poi, Boston avrebbe dovuto assolutamente ri-firmarlo.
3. Rajon Rondo (2006 – 2014)
Durante la sua permanenza a Boston, Rondo è stato uno di quei giocatori che, se sfidato, non si tirava indietro. Mai, davanti a nessuno, indipendentemente dalla taglia di chi si trovava di fronte.
L’abbiamo visto attaccar briga tanto con i piccoli, come ad esempio Chris Paul, quanto con i lunghi, come potrebbe testimoniare Kris Humphries. E l’abbiamo anche visto portare all’esasperazione dozzine di avversari. Era tanto bravo ad entrare nella testa degli avversari, quanto a trovare il compagno più libero in qualsiasi situazione. Ecco perché si è meritato il terzo posto in questa classifica.
2. Marcus Smart (2013 – oggi)
Marcus è un difensore fisico e grintoso, capace di unire grande tempismo a un incredibile tenacia difensiva, tanto da poter mettere davvero in difficoltà gran parte dei suoi avversari. Smart è uno di quei (rari) giocatori la cui difesa è così buona da far concentrare l’avversario su come liberarsi piuttosto che su cosa fare per aiutare la propria squadra. E’ proprio l’abilità di far focalizzare l’avversario su qualcosa al di fuori del suo stile di gioco che lo rende così speciale. Oltre, naturalmente, alle sue capacità nel “trash talking”.
Il Marcus Smart visto quest’anno sta risultando un fattore fondamentale per i Celtics, reduci da uno dei migliori avvii di stagione di sempre sotto la guida di coach Brad Stevens.
1. Kevin Garnett (2008 – 2013)
Nessuno più di lui è stato capace di entrare sotto la pelle degli avversari.
Tutto iniziava già durante i suoi rituali pre-partita quando, per caricarsi, prendeva la struttura del canestro a testate. Da lì in poi cominciava il suo lavoro nella mente dei suoi avversari, che andava avanti per tutto il corso della partita (abbiamo raccontato gli episodi più indimenticabili in questo articolo).
In grado di ingabbiare chiunque stesse marcando, era capace di innalzare il livello difensivo dell’intera squadra. E proprio questo era uno degli aspetti più importanti del suo gioco: far crescere chi gli stava intorno. Approdato ai Celtics, ha da subito contribuito a migliorare il gioco e la mentalità della squadra, facendogli fare quel passo in avanti fondamentale per arrivare al titolo del 2008.
I suoi giorni nell’NBA fanno ormai parte del passato, ma la dedizione di KG al Gioco e la sua capacità di lavorarsi anche gli avversari più calmi e pazienti lo mettono, se si parla di “agitators”, sopra tutti gli altri. Senza alcuna ombra di dubbio.
©️ NBC Sports, via Celtics Blog
Questo articolo, scritto da Sherrod Blakely per NBC Sports e tradotto in italiano da Giorgio Marelli per Around the Game, è stato pubblicato in data 22 novembre 2019.