È difficile, molto difficile, per questi Golden State Warriors giocare delle partite di Playoff senza Stephen Curry. Ma non impossibile.

Ci sono stati in passato momenti in cui con il #30 in panchina i Dubs sembravano una squadra da bassa Serie A2. Ma non nella seconda parte di questa stagione, dall’arrivo di Jimmy Butler in poi. I quintetti con Butler in campo e Curry fuori hanno registrato in Regular Season un maestoso Net Rating pari a +12.8 (96esimo percentile), con una difesa da 101.1 punti subiti su 100 possessi (99esimo percentili).

In casa Golden State c’erano buoni motivi per essere fiduciosi in vista di Gara 3, dopo una Gara 2 di esperimenti. E infatti la squadra di Steve Kerr se l’è giocata alla grande, ha messo in grande difficoltà l’attacco dei Minnesota Timberwolves e si è creata una chance concreta per spuntarla, andando sul +6 a inizio quarto quarto.

Ma quando Anthony Edwards e Julius Randle hanno alzato il livello, gli Warriors non hanno avuto risposte. Butler era ormai stremato dopo tre quarti eroici, Kuminga si è raffreddato e Green ha commesso gli ultimi due falli che lo hanno estromesso dal finale di partita.

A Golden State serviva *qualcuno* in più. E non Curry, vestito in borghese e seduto in panchina con espressione da cane bastonato. Quel *qualcuno* risponde ai nomi dei due giocatori che più di tutti si erano guadagnati la fiducia di Curry, Butler e Green: Brandin Podziemski e Moses Moody.

Podziemski è stato il fattore decisivo per la vittoria in Gara 4 nella serie contro i Rockets, ma da lì in poi ha cominciato a litigare furiosamente con il canestro: 14 su 47 dal campo nelle ultime cinque partite, e 1 su 10 nella Gara 3 di sabato. Moody, invece, è totalmente irriconoscibile; non segna un singolo canestro da 4 partite, e anche il suo livello difensivo è drasticamente calato, facendolo scivolare ai margini della rotazione. Ma non c’è nessuno con le sue caratteristiche a sostituirlo.

Il bello e la crudeltà dei Playoff è anche questo: non sai mai quali role player usciranno fuori al momento giusto. Guardando agli Warriors due settimane fa, chi avrebbe mai detto che il miglior elemento del cast di supporto si sarebbe rivelato Buddy Hield?

D’altro canto, si potrebbe dire che anche la costruzione del roster gioca un ruolo piuttosto importante. Dopo il titolo del 2022 il front office di Golden State ha scelto di riempire il roster di giocatori giovani ed inesperti. E sono proprio loro a rappresentare le incognite più grandi ai Playoff. Sai cosa aspettarti da un veterano come Looney, non sai cosa aspettarti da ragazzi come Moody e Podziemski. A volte possono sorprenderti, altre volte possono deluderti.

Senza Curry, le prestazioni di Moody e Podziemski fanno ancora più differenza, e la loro “scomparsa” è costata Gara 3 agli Warriors. Ora arriva Gara 4, ed è difficile immaginare un esito diverso se almeno uno dei due non torna alle prestazioni di fine Regular Season.


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