Dallas Mavericks

MOVIMENTI
- Trade:
- IN: Spencer Dinwiddie, Davis Bertans (Wizards)
- OUT: Kristaps Porzingis, second-round pick futura (Wizards)
- Moses Brown tagliato
Se l’affare Harden è sicuramente quello con più risonanza mediatica, il premio di trade più sconvolgente della trade deadline 2022 va ai Dallas Mavericks. Lo scambio di Kristaps Porzingis piomba letteralmente come un fulmine a ciel sereno sulla testa dei tifosi Mavs, che non lo hanno visto nemmeno arrivare.
Non un rumor, non una voce, solo i Tweet degli insider che hanno annunciato dal nulla l’arrivo di Spencer Dinwiddie e Davis Bertans in cambio dell’unicorno ex-New York Knicks. Premettendo che Dinwiddie era già nei radar di Mark Cuban dalla scorsa estate, l’unico motivo per cui la trade sembri assumere un senso per Dallas è valutando l’impatto salariale.
Ai circa $101 milioni in tre anni spettanti a Porzingis va a sostituirsi il contratto di Dinwiddie, che ha un ultimo anno (2023/24) non garantito a meno delle condizioni descritte sopra. Da questo punto di vista, la point guard ex-Nets e Wizards non solo permetterà maggior margine di manovra con l’estensione di Jalen Brunson, ma apre le porte anche all’altra, cruciale, di Dorian Finney-Smith, che giusti ieri ha subito accettato un 52×4. Non va comunque dimenticato che Davis Bertans percepirà 65 milioni di dollari nei prossimi quattro anni, con una player option nel 2024/25, perciò il salary cap di Dallas sarà comunque abbastanza occupato.
Core nuovo, con mosse sicuramente ragionate, ma che lasciano un po’ spaesati. Dopo tutto, Dallas non sembrava deputata a movimenti simili, ma più a qualcosa di minore, come uno scambio incentrato su Dwight Powell o Tim Hardaway Jr., o l’eventuale buyout di Goran Dragic – obiettivo ancora ampiamente possibile.
Abbastanza inspiegabile per una squadra quinta ad ovest e solida su entrambe le metà campo (8° in offensive rating e 6° in defensive rating nelle ultime due settimane) andare a rimescolare così le carte, per quanto nello scenario più potenzialmente lungimirante di tutti – il quale, di per sé, non è negativo (vista l’età di Luka Doncic), ma nemmeno giustificabile. Apprezzabile sicuramente in proiezione, ma scellerato per il timing e il periodo in cui avviene, da cui nasce anche l’idea che Porzingis sia partito abbondantemente a sconto, vista la possibilità di vederlo in una run Playoffs in uno stato di forma accettabile.