FOTO: SLC Dunk

Adesso è ufficiale: Russell Westbrook non è più un giocatore dei Los Angeles Lakers. La trattativa a tre con Timberwolves e Jazz, emersa ore fa da un tweet di Shams Charania (e riportata QUI), era ancora in via di svolgimento, con le parti che necessitavano di concordare i dettagli dell’accordo prima di procedere all’esecuzione.

La “big picture” rimane la stessa, con il ritorno di D’Angelo Russell a LA e la reunion fra Rudy Gobert e Mike Conley, ma ci sono frizzanti novità per quel che riguarda gli altri giocatori inclusi e i Draft asset. Una nota rispetto al tweet sottostante riguarda la pick 2027 protetta 1-4: Zach Lowe spiega che, qualora la scelta cadesse in mano ai Lakers e non a Utah (quindi in top 4), si trasformerebbe per i Jazz in una second-round pick 2027. Quindi, rischio che non sia a tutti gli effetti una scelta al primo giro per la franchigia di Salt Lake City.

Tra i dettagli, Chris Haynes – autorevole insider di Bleacher Report – ieri ha riportato un’indiscrezione per cui, qualora Westbrook fosse approdato a Utah, sarebbe stato molto probabile un buyout.

A livello salariale la situazione è la seguente:

  • Russell Westbrook, $47 milioni, in scadenza; Juan Toscano-Anderson, $1.8M, in scadenza; Damian Jones, $2.3M nel 2022/23, player option da $2.6M nel 2023/24
  • Mike Conley, $22.7 milioni nel 2022/23; $24.4 milioni nel 2023/24, ma solo $14.3 milioni garantiti, importo massimo garantito solo 48 ore il Draft 2023; Nickeil Alexander-Walker, $5M del rookie deal, qualifying offer da $7M a fine stagione
  • D’Angelo Russell: $31.4 milioni, in scadenza; Jarred Vanderbilt, $4.3M nel 2022/23, $4.6M nel 2023/24, garantiti solo dopo il 30 giugno; Malik Beasley, $15.6M nel 2022/23, team option da $16.5M alla prossima stagione

Uno scambio del genere permetterebbe comunque ai Lakers di liberare spazio salariale a fine anno, essendo DLo in scadenza, qualora si volesse riprovare l’assalto a Kyrie Irving, con il contratto di Malik Beasley che ha una team option e quello di Jarred Vanderbilt parzialmente garantito per soli $300.000 dollari in caso di taglio entro il 30 giugno. Questi due contratti sono comunque estremamente team friendly, e non sarebbe una sorpresa vedere Rob Pelinka decidere di preservarli.

Lato Wolves, Mike Conley è nella fase calante della propria carriera, e il fatto che il contratto si prolunghi l’anno prossimo può non sembrare il massimo, nonostante l’importo totale debba essere pagato solo in caso non sia stato tagliato entro 48 ore dal Draft 2023. In realtà, per i Timberwolves potrebbe essere agevole, dato che dal 2024 ci sarà da pensare ai contratti di Anthony Edwards e Jaden McDaniels, fra quelli certi, e avere modo di liberare così tanto spazio entro due anni è una mossa preventiva abbastanza intelligente. Considerando anche che, estendendo DLo (improbabile, ma mettiamola in via ipotetica), si sarebbe andati su cifre molto più alte e spalmate sul lungo periodo. Su Alexander-Walker ci sarà da decidere, con i Timberwolves che in estate potranno pareggiare qualunque offerta, con una qualifying offer da $7 milioni dell’ultimo anno del Rookie contract. Minnesota ha inoltre momentaneamente 16 contratti a roster, uno di troppo, per cui ci sarà da decidere delle sorti di Bryn Forbes, Josh Minott e Nathan Knight, con l’opzione two-way in particolare per il secondo.

I Jazz, infine, accettano un contratto che libererà altro spazio a fine anno e rimediano anche Draft capital in cambio, continuando il processo di retooling in corso – accumulando 15 scelte senza o con scarsa protezione fino al 2029 e $60 milioni in potenziale salary cap space, citando Woj. La scelta del buyout di Westbrook avrebbe eventualmente senso, permettendogli di andare in una squadra più competitiva, qualora lo desideri, e lasciando più spazio allo sviluppo dei giovani a roster.

Dal punto di vista del campo, i Lakers ne escono rinforzati. L’aggiunta di DLo è quella più rumorosa, che sancisce l’arrivo di uno scorer di buon livello, seppur per natura non troppo efficiente, ma capace di convertire anche conclusioni in spot-up con buone percentuali e giocare un discreto volume di pick&roll; abile sulle linee di passaggio, in difesa necessita di essere nascosto lontano dalla palla, dato che nel caso contrario risulterebbe negativo. Il vero capolavoro è però la presa di Vanderbilt e Beasley. Il primo è una vera e propria macchina difensiva, un energy guy estremamente versatile, capace di cambiare praticamente sui 5 ruoli e di portare rim protection secondaria, ideale in eventuali quintetti con AD, seppur per minuti limitati a causa delle spaziature; sebbene non apra il campo, è un ottimo passatore dallo short roll e un atleta verticale clamoroso, minaccia costante sui lob, nel dunker spot e a rimbalzo offensivo. Beasley, invece, è il volume shooter per eccellenza, fra i migliori della Lega e perfetto da affiancare a LeBron e AD, che potrebbe arrivare a garantire percentuali sul 38-40% da fuori sulle 8 triple tentate a gara.

Se quella fra DLo e LA sarà la reunion più chiacchierata, da non sottovalutare è quella fra Rudy Gobert e Mike Conley: questo fattore, stando a Tim MacMahon di ESPN, avrebbe rivestito un ruolo fondamentale nelle trattative, e non c’è da stupirsi. Conley è il compagno ideale per il francese, capace di coinvolgerlo offensivamente sul pick&roll, che gestisce alla meraviglia da passatore e dal quale è capace anche di convertire a buona efficienza, fornendo un playmaking migliore per l’attacco a metà campo dei Wolves rispetto a Russell. Vista l’età, non potrà influire troppo difensivamente, ma sarà usato, come DLo, spesso sulle linee di passaggio e in generale lontano dalla palla.