Il primo seed è ormai certo, ma c’è ancora qualche miglioramento da fare in vista dei Playoffs

Questo contenuto è tratto da un articolo di Nick Richard per The Lead, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.


Finora, è stata una stagione straordinaria per una delle squadre più giovani della lega. Il futuro degli Oklahoma City Thunder appare luminoso, ma ci sono ancora diversi aspetti su cui migliorare.

Difficoltà a rimbalzo

OKC sta avendo grosse difficoltà a rimbalzo: al momento, è la quarta squadra che concede più rimbalzi agli avversari a partita, dietro solo a Pelicans, Bulls e Wizards.

Gli infortuni dei lunghi hanno pesato per tutta la stagione. Il centro di 2,16 metri Chet Holmgren ha disputato solo 16 partite, mentre Isaiah Hartenstein, altro lungo di 2,13 metri, ne ha giocate appena 38 su 58.

In loro assenza, la squadra non è riuscita a colmare il vuoto. Jaylin Williams, terzo miglior rimbalzista della squadra, raccoglie appena 5,6 rimbalzi a partita.

A livello complessivo, i Thunder hanno il quinto peggior tasso di rimbalzi della NBA, con una percentuale del 48,6%. In sostanza, OKC lascia agli avversari il 51,4% dei rimbalzi disponibili.

Questa debolezza è evidente anche nei numeri individuali degli avversari. Diversi giocatori hanno fatto registrare il loro career-high a rimbalzo contro OKC: il 24 febbraio, il rookie Terrence Shannon Jr. dei Timberwolves ne ha catturati 10; il 24 gennaio, P.J. Washington dei Mavericks ha firmato il suo massimo in carriera con 19 rimbalzi.

I problemi a rimbalzo non sono una novità per i Thunder e, se vogliono competere seriamente nei Playoff, devono assolutamente migliorare in questo fondamentale. Farsi dominare sotto canestro rende più difficile vincere le partite tirate.

Affidabilità nello scoring

Non è un segreto che Shai Gilgeous-Alexander stia vivendo la sua miglior stagione. Con una media di 32,4 punti a partita, è il miglior realizzatore della lega e la principale opzione offensiva dei Thunder.

Ma cosa succede quando Shai ha una serata no o viene raddoppiato costantemente? Chi si prende la responsabilità di segnare? Questa domanda aleggia attorno a OKC da diverse stagioni. Alcune sere il secondo violino è Chet Holmgren, altre volte è Jalen Williams, ma non c’è una gerarchia ben definita.

Un altro problema è il calo nel tiro da tre punti. I Thunder stanno tirando con il 35,8% da tre, il 16º dato della NBA. Non è pessimo, ma è un calo significativo rispetto al 38,9% della scorsa stagione, quando OKC era la miglior squadra della lega in questa statistica.

Nel basket moderno, il tiro da tre è fondamentale. Se non segni da fuori, vincere diventa molto più difficile. Quando SGA fatica, il resto della squadra deve rispondere presente. Non si vincono i titoli con un solo giocatore: serve che tutto il roster sia in grado di fare la differenza nei momenti chiave.

Analizzando le sconfitte pesanti

Nonostante l’ottimo record, i Thunder hanno subito alcune sconfitte che hanno messo in evidenza i loro punti deboli.

NBA Cup Final: una serata nera al tiro

Il 17 dicembre, OKC ha affrontato i Milwaukee Bucks nella finale della NBA Cup.

Quella sera, i Thunder hanno tirato con un misero 15,6% da tre. In un’epoca in cui il tiro da tre è essenziale, è quasi impossibile vincere segnando solo cinque triple in una partita intera.

Inoltre, con SGA in difficoltà, nessuno è riuscito a caricarsi l’attacco sulle spalle. Sebbene questa sconfitta non incida sul record stagionale, è una partita che dovrebbe far riflettere OKC per il resto della stagione.

Quando 52 punti di SGA non sono bastati

Il 29 gennaio, i Thunder hanno sfidato i Golden State Warriors al Chase Center.

Shai Gilgeous-Alexander ha messo a referto 52 punti con il 55% al tiro, una prestazione eccezionale. Ma non è bastata a OKC per vincere in trasferta.

Il problema? Mentre SGA ha tirato 16 su 29, il resto della squadra ha tirato con un pessimo 34,3% dal campo. Questa partita dimostra che, nel basket, un solo giocatore non basta: se il supporting cast non contribuisce, vincere diventa impossibile.

Il crollo nel quarto periodo contro i Timberwolves

Solo pochi giorni fa, OKC ha affrontato i Minnesota Timberwolves in casa, nel secondo match di un back-to-back.

Sembrava una vittoria già in tasca: i Thunder erano avanti di 24 punti all’inizio del quarto periodo.

Poi, però, la panchina dei Timberwolves ha ribaltato la partita, surclassando OKC 41-9 nell’ultimo periodo. Il tracollo ha portato la gara ai supplementari, dove Minnesota ha completato la rimonta vincendo 131-128.

I Thunder non sono riusciti a segnare nei momenti decisivi, nonostante un ampio margine di vantaggio. Questo ha scatenato critiche pesanti da parte di ex giocatori e media il giorno successivo.

Playoff: bisogna alzare il livello

Una stagione che si conclude al primo o al secondo turno dei Playoff sarebbe una delusione per la squadra e i tifosi. Dopo essere stati eliminati lo scorso anno dai Dallas Mavericks (poi finalisti a Ovest), OKC ha bisogno di fare un salto di qualità per andare più in fondo nella post-season.

Per riuscirci, devono risolvere i loro problemi principali: rimbalzi, scoring del supporting cast e gestione dei momenti chiave. I Thunder hanno tutto per competere ai massimi livelli, ma devono dimostrare di essere pronti per il palcoscenico più grande.