Un mese dopo, i dubbi sulla scelta dei Lakers diventano sempre più grandi

È passato poco più di un mese dall’infuocato finale di mercato dei Los Angeles Lakers. Alla disperata ricerca di un lungo, Rob Pelinka aveva chiuso gli accordi per l’arrivo di Mark Williams dagli Charlotte Hornets, in cambio di Dalton Knetch, Cam Reddish, una pick swap nel 2030 e la scelta al primo giro del draft 2031.
Fin dal principio tutti sapevano che Williams fosse un giocatore incline a diversi problemi fisici, ma si trattava comunque di un centro atletico, fisico e giovane, che ricordava le caratteristiche di un altro Williams, Robert, che tanto bene fece nella stagione 2021-22 dei Boston Celtics.
Un giorno dopo l’accordo, la trade è improvvisamente saltata, con la diffusione della notizia che Williams non avrebbe superato le visite mediche con i gialloviola. Ed è qui che i conti non tornano.
Dopo la pausa per l’All-Star Game, Mark Williams ha giocato in otto delle dodici partite disputate dagli Hornets. Il suo minutaggio non è mai andato sotto i 20 minuti, ed è addirittura salito tre volte sopra i 30 minuti, toccando quota 34 nella partita del 2 marzo contro gli Washington Wizards.
E anche dando per buone le incognite sulle sue condizioni fisiche, erano davvero così preoccupanti da far saltare un affare per un giocatore che ha solamente 23 anni? Possibile che uno staff medico esperto come quello dei Lakers possa aver sbagliato una valutazione così basilare?
La netta impressione, fin dall’inizio, è che non ci abbiano detto la verità. Forse i Lakers ci hanno ripensato, o forse si sono pentiti di aver messo sul piatto una prima scelta futura non protetta. O magari c’è un’altra motivazione di cui non sapremo mai nulla.
Stanotte i Lakers hanno pagato l’assenza di Jaxson Hayes con un passo falso contro dei Brooklyn Nets reduci da sette sconfitte consecutive. Nel frattempo, Williams segnava 24 punti e raccoglieva 10 rimbalzi nella vittoria degli Hornets a Miami.