Dopo la vittoria della NBA Cup Darvin Ham ha rotto il silenzio sul suo passato ai Lakers

Qualche mese dopo essere stato scaricato dai Los Angeles Lakers, Darvin Ham ha finalmente parlato, ha difendendo il suo lavoro con la squadra californiana.
Queste sono state le sue dichiarazioni rilasciate ad Andscape:
Con quello che ho raggiunto, giuro su Dio, in qualsiasi altro posto probabilmente avrei ottenuto un’estensione del contratto. Non parlo di sentimenti, parlo di fatti concreti. Siamo passati da non qualificarci ai Playoff alle Conference Finals. E poi abbiamo vinto l’In-Season Tournament, navigato attraverso tutti gli infortuni e vinto entrambi i Play-In giocati. La gente parla sempre di come abbiamo perso contro Denver, ma non parlano mai di come siamo arrivati a Denver. Abbiamo battuto una squadra giovane e forte come Memphis e abbiamo sconfitto Golden State.
Ham ha anche sottolineato i progressi fatti con i Lakers nel corso di sole due stagioni:
Non sono un attaccabrighe e non aspetterò di avere 51 anni per diventarlo. Però sento di aver fatto abbastanza per mantenere il mio posto. Capisco che le aspettative della franchigia possano essere irrealistiche a volte. Quando sono stato assunto, la squadra era 33-49 con un roster squilibrato, ma l’ho trasformata e siamo arrivati alle Conference Finals. L’anno successivo abbiamo migliorato di dieci vittorie, passando da 33-49 a 43-39. Siamo passati da una situazione di incertezza a una con un nucleo solido. E poi siamo stati colpiti da un’incredibile ondata di infortuni nella scorsa stagione.
Ham ha infine espresso disappunto per le critiche ricevute online:
Alcune delle cose che sono state dette? Wow, non conosco gli schemi tattici? Stavo improvvisando? Ma no ragazzi, stavamo navigando attraverso un sacco di cose, da giocatori infortunati alla gestione del giocatore più vecchio in NBA e degli infortuni di Davis. Era molto. La cosa migliore che potessi fare era ignorare il rumore esterno.
Nel frattempo, Ham ha avuto l’opportunità di prendersi una piccola rivincita con la vittoria dell’NBA Cup da assistente di Doc Rivers ai Bucks.
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