FOTO: Essentially Sports

Questo contenuto è tratto da un articolo di John Voita per Bright Side Of The Sun, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.


Il 2025 è ufficialmente iniziato per i Phoenix Suns, e “Hello darkness, my old friend”… si barcolla, gente. In equilibrio sul filo del rasoio della sanità mentale, scrutando nelle profondità del territorio dove “si manda tutto all’aria”. Piccole crepe nella facciata, accenni di una tempesta in arrivo. Ma bisogna aggrapparsi alla speranza, mano nella mano, disperando nel credere che una solida serie di 10 vittorie possa riallineare l’orbita dei Suns. Ogni giorno che passa intacca questa speranza. Ogni sconfitta senza vita, come quella subita sabato sera contro i Pacers, ogni crollo difensivo rende meno stabile il terreno sotto i piedi. Il calendario promette una tregua, una serie di partite più tranquille, ma non le domande: avrà almeno un minimo di importanza? Quanto sono già indietro? Quanto è profonda la buca che hanno scavato? Possono uscirne prima che le pareti cedano? Non riescono a fermare nessuno. Gli avversari si nutrono della difesa molle dei Suns. 30 punti a quarto concessi, a volte di più. L’altra sera hanno concesso 40 punti nel terzo, la quinta volta in questa stagione e la terza nelle ultime 10 partite. Non a caso, il defensive rating è adesso il 24esimo NBA.

È un assalto implacabile che rosicchia ogni sicurezza e gira il coltello del dubbio più a fondo. Si fa più forte l’attrazione del “Lato Oscuro”, l’impulso di indossare la giacca di pelle, alzare il volume e lasciare che il caos della Dark Side of the Sun prenda il sopravvento. Questa squadra scuote, fa tremare i propri fan, che sono a un soffio dal baratro. Se non aggiusteranno le cose, il tuffo nell’abisso (ne abbiamo parlato QUI) sarà inevitabile.