FOTO: DNVR

La “Sombor Shuffle” è ormai diventata la signature move di Nikola Jokic, ancor di più dopo questi Playoffs. Tra i tifosi Wolves, Suns, Lakers e Heat che lo malediranno e quelli dei Nuggets con gli occhi a cuoricino, c’è anche la voce neutrale di Dirk Nowitzki, l’ultimo che dovrebbe stupirsi vedendo entrare tiri ad alto coefficiente di difficoltà.

La leggenda dei Mavs ha commentato le gesta del lungo di Denver in un’intervista (prima delle finali contro Miami) a cura di Tim MacMahon di ESPN, partendo dai clamorosi tiri segnati contro i Lakers alle Conference Finals:

“Jokic ha sempre avuto una particolare dote per segnare tiri difficili, perciò non sono troppo sorpreso del fatto che sia finita con un canestro. Il suo punto di rilascio va molto dietro la schiena e poi tira con una parabola altissima con estrema precisione.”


Lasciandosi poi andare agli immancabili e giusti elogi, che nemmeno i compagni di squadra riescono ormai a mettere in fila:

“Sono felice per lui, è fantastico, uno dei migliori giocatori del mondo. E lo sta dimostrando proprio adesso sul palcoscenico più alto.”

Stando ai dati raccolti da ESPN tramite NBA.com, oltre il 71% dei tiri di Jokic in stagione sono stati molto contestati dalla difesa, e nonostante ciò li avrebbe convertiti con il 64.6%. I dati del sito sono estremamente rumorosi e talvolta presentano anche qualche errore, ma non è un segreto anche a occhio nudo che l’efficienza del due volte MVP sia qualcosa, per lunghi tratti, di mai visto prima (QUI un esempio delle folli percentuali al tiro, sebbene non aggiornato alle ultime partite).

Provando a comparare l’iconico fadeaway di Nowitzki con il movimento di Jokic, il tedesco ha anche evidenziato le numerose differenze, a partire dal piede d’appoggio, chiudendo sul perché si tratti di una soluzione inarrestabile:

“Si tratta di qualcosa che funziona per lui. A me non è mai piaciuto tirare sul piede destro in quelle situazioni, sentivo che fosse molto difficile per me trovare la coordinazione. Mi tornava più facile dal piede sinistro, ma per lui sembra funzionare in maniera molto fluida appoggiarsi sulla gamba destra.”

“Non c’è modo che un difensore lo stoppi perché lui è alto 2 metri e 10 e si muove in allontanamento rispetto all’avversario. E’ semplicemente impossibile arrivarci.”

“Ha l’equilibrio e il tocco per questo, ha il punto di rilascio molto alto, ha tutto quello che serve per convertire quel tiro con precisione. Ha trovato questo tiro.”

Se Jokic è un mostro di efficienza, molto passa anche da questa peculiarità. Lo scoring è sì solo la punta dell’iceberg se si parla di un connettore e un passatore unico nel suo genere, capace di trovare i compagni e di metterli in ritmo in ogni situazione, ma è anche il vero motivo del successo del due volte MVP (che abbiamo raccontato QUI).

Saper attirare le attenzioni della difesa da ogni posizione nella metà campo offensiva è un plus indescrivibile per un lungo, perché consente di allontanare una minaccia in più dal pitturato, negando il cambio con i piccoli, essendo Jokic capace di usare anche il proprio corpo per sfruttare il mismatch o di tirare in testa ancora meglio a marcatori sottodimensionati.

Tutto questo fanno del lungo serbo probabilmente uno dei migliori attaccanti di tutti i tempi, anche per quel che riguarda i numeri, e Dirk Nowitzki lo sa bene:

“Non sarà ovviamente il più veloce o il più atletico. Non è facile continuare a palleggiare in mezzo a svariati corpi e macinare punti per tutto il tempo. Questo è solo il coniglio che può estrarre dal cilindro in ogni momento, e lui lo fa sembrare molto facile.”