FOTO: Golden State of Mind

Se c’è una cosa che non manca in NBA, è il talento offensivo. Ci sono decine – a stare stretti – di attaccanti dominanti, considerando anche scorer mortiferi, tiratori in uscita dai blocchi, minacce in post e via dicendo. Ma, in una Lega con così tanto talento, quali sono i mostri sacri in termini di produzione? E quale giocata si è dimostrata più efficiente negli anni?

A questa domanda ha provato a rispondere Todd Whitehead di Synergy Sports, noto sito di statistica a pagamento che collabora con la NBA e fornisce anche materiale video a qualità elevatissima, molto sfruttato da scout e coach, se non proprio dalle squadre. Tutto questo nasce, in realtà, da una gag avvenuta su ESPN, che ha visto protagonisti JJ Redick e il celebre opinionista Stephen A. Smith, i quali si sono dilettati in uno scontro su un argomento sulla carta innocuo: il gioco in post di Nikola Jokic.

Smith asseriva che questa soluzione del due volte MVP non fosse un suo tratto distintivo, mentre Redick lo ha immediatamente contraddetto, affermando che si trattasse “della giocata offensiva a metà campo più efficiente degli ultimi 10 anni”. Cosa significa? Che, a difesa schierata (metà campo), il post up game di Jokic si sia rivelata la soluzione più produttiva rispetto a qualunque altra di tutti gli altri giocatori della Lega. E dobbiamo dire che non ci è andato troppo lontano:


GUIDA

  • Vengono prese in esame le ultime 15 stagioni, singolarmente, e selezionati solo i giocatori con minimo 300 possessi, stabilendo dunque una soglia minima di carico offensivo. Se servisse:
    • POSS: numero totale di possessi; PTS: punti totali; PPP: punti-per-possesso
    • Play Type: indica il tipo di giocata offensiva, in questo caso le seguenti:
    • off-ball screen: in uscita dai blocchi; isolation: isolamento; post-up: gioco in post; PNR Ball Handler: pick&roll da portatore.

Commentando la tabella, partendo dal focus, si può notare come il gioco in post di Jokic nelle ultime due stagioni sia stato assolutamente tra i più produttivi della NBA, chiudendo al terzo e quarto posto.

Per il resto, stupisce relativamente quel dato di Stephen Curry in uscita dai blocchi, non tanto perché non sia mostruoso, ma perché l’eye test in questo ci ha dato un buon supporto; da notare comunque la sua produzione palla in mano, soprattutto per quel che riguarda questa stagione, argomento apparso ben chiaro ai Playoffs: soprattutto nei momenti di difficoltà, Golden State si affida molto a Curry da handler sul pick&roll, come successo in Gara 7 contro i Kings.

E a proposito di palla in mano sul pick&roll, la stagione di Damian Lillard è stata sì impressionante, ma niente a che vedere con quel 2019/20: 905 possessi da portatore sulla giocata e 1.15 punti-per-possesso, tanti quanti quelli fatti registrare in questa ottima stagione, ma con oltre 250 possessi giocati in più. Cifre che lo rendono il miglior giocatore di pick&roll, come produzione individuale, degli ultimi 15 anni.

Infine, per chiudere, speriamo che sia chiara a tutti la follia di quegli 1.22 punti-per-possesso di James Harden su 720 isolamenti nella stagione 2017/18, un carico offensivo spropositato con una soluzione unica, che ne fanno uno dei migliori scorer in uno-contro-uno della storia. Se questo non bastasse a stupirvi, comunque, vi basta scendere al 14esimo (penultimo della lista) posto: 958 (!) isolamenti nel 2019/20, giusto per rendere l’idea di quanto fossero estremizzate le idee offensive di quei Rockets, pur – quell’anno – in compagnia di un altro giocatore ball dominant come Russell Westbrook.

BONUS: piccolo fun fact, anche JJ Redick è in lista, come avrete notato, per il suo rendimento in uscita dai blocchi nel corso della stagione 2015/16, testimonianza che – oltre che un’opinionista – JJ sia stato anche uno dei migliori tiratori della storia recente NBA.