Questo contenuto è tratto da un articolo di Mike Cortez per The Knicks Wall, tradotto in italiano da Edoardo Viglione per Around the Game.


I New York Knicks hanno finalmente capito il modo migliore per ripristinare il feeling storico. Non ci riferiamo ancora alle maglie del passato, anche se questo sembra l’anno buono, bensì al ritorno del training camp a Charleston, in South Carolina. È un ritorno agli anni Novanta a tutti gli effetti quando i Knicks, sotto Pat Riley, lasciarono l’area metropolitana per prepararsi al meglio per la stagione. Chris Childs, ex playmaker di New York, mise in chiaro le cose sulle motivazioni che portarono la franchigia ad andare a Charleston.


“Andiamo a vincere questo titolo”

Chris Childs

Le tradizioni erano il fondamento delle squadre di Riley ed ora Tom Thibodeau le sta sperimentando in prima persona. I New York Knicks tornano sostanzialmente con la stessa squadra dell’anno scorso, quando vinsero il primo turno playoff contro i Cleveland Cavaliers e si arresero in sei gare contro i Miami Heat.

La decisione di fuggire da New York è stata un’ottima scelta. Sia i Mets che gli Yankees sono crollati quest’estate ed il playoff baseball si prenderà un anno o due di pausa. Per quanto riguarda l’NFL i Jets sono un’ottima squadra piena di talento, ma devono fare i conti con la lesione del tendine d’achille del loro quarterback Aaron Rodgers. I Giants sono una squadra “normale” e difficilmente replicheranno il Divisional Round dello scorso anno. Per quanto i Rangers siano bravi, invece, New York non sarà mai una città di hockey. Questa è la città dei Knicks.

La fuga dalla capitale dei media sembra aver già dato i suoi frutti. Nelle partite di preseason la squadra è apparsa molto in forma e sembra esserci grande coesione tra chiunque sia in campo.

Anche nella partita contro i Timberwolves, che hanno trovato una serata perfetta al tiro, nonostante la sconfitta si è vista comunque tanta tenacia. Ci son stati pochi errori in difesa, una maggior intesa e a larghi tratti si è visto quel basket divertente che aveva caratterizzato la scorsa primavera. La preseason, quindi, non è riuscita ad attenuare le aspettative per la prossima stagione.

IL LEAP PER MANTENERE IL CORE UNITO?

Come è normale non appena i Knicks iniziano a vincere iniziano ad uscire in modo proporzionale voci su possibili trade per arrivare a delle star. Quest’estate sono stati accostati Giannis Antetokounmpo, Joe Embiid, James Harden e recentemente anche Karl-Anthony Towns. La logica dietro queste trade è chiara: se i Knicks vogliono andare con costanza ai playoff hanno bisogno di uno scorer eccezionale, ma ne hanno davvero bisogno?

In questo momento sì, anche perché Jalen Brunson sembra l’unica opzione valida se hanno bisogno di far canestro, ma se lo spaccino dovesse aumentare ecco che potrebbero beneficiarne anche Randle e Barrett. Qui diventa importante Quentin Grimes. Serve un suo leap, tanto importante da sedare anche le preoccupazioni riguardo il fit tra RJ e Julius. Nella prima stagione da titolare Grimes è stato un giocatore solido, è stato il miglior difensore del quintetto titolare e molto probabilmente difenderà anche il miglior giocatore della squadra avversaria nella stagione che comincerà a breve.

In attacco, invece, ha lasciato molto a desiderare, però ci sono molte speranze sul fatto che possa diventare un buonissimo two-way player. Ha un bel tiro, i drive sembrano buoni ed inoltre il suo playmaking è molto sottovalutato. Nella scorsa stagione ha viaggiato ad una media di 11.3 punti a partita con il 38.6% dall’arco, ma tutto questo ha ovviamente un ampio margine di miglioramento.

La sua prestazione nella terza partita di preseason a Boston è ciò che può rappresentare la normalità nella prossima stagione, ma non tanto per le sette triple segnate, più per come si è preso i tiri o per come si è creato la possibilità.

Condividere il parquet con Brunson e Randle potrà permettergli di prendersi più tiri open oppure di tirare anche in catch and shoot. Può anche decidere di mettere palla a terra e trovare un’alternativa in quanto è già un finisher al ferro migliore di RJ Barrett.

Dev’essere bravo Grimes a mettere insieme tutto questo. Se riuscisse a segnare 15-20 punti a partita e ad arrivare almeno al 40% dall’arco allora i Knicks potrebbero abbandonare l’idea di dover aggiungere una stella al proprio roster sacrificando assett e quindi giocatori di questo core.

CAPACITÀ DI RESISTENZA

Mitchell Robinson potrebbe fare quel leap di cui non stiamo parlando in quanto già ha ottenuto un grande riconoscimento delle proprie qualità nella scorsa run playoff quando è stato decisivo al primo turno contro i Cavaliers.

Durante la preseason la qualità del suo basket non è affatto diminuita. Sembra in buona forma e pronto a dimostrare di valere tanto quanto i grandi nomi dello starting five. Mitchell Robinson è quel tipo di giocatore che può tranquillamente essere inserito in un All-Defense Team a fine anno oppure potrebbe pure lanciare il suo nome nella mischia tra i candidati per il DPOY. Chiunque abbia visto le partite di preseason, inoltre, può confermare tranquillamente di aver visto un Robinson carico e concentrato.

L’altro giovane veterano che spera di fare il salto di qualità è RJ Barrett e nella seconda partita di preseason ha mostrato il suo punto di partenza per questa stagione.

È stato un mix perfetto di tagli off ball, drive controllati e jumper in catch and shoot che sono valsi 23 punti. L’efficienza continua ad essere il suo più grande limite, ma questo rende ancora più importante la capacità che deve avere per arrivare al traguardo. Solo Kuminga ha effettuato più viaggi in lunetta di lui e se Barrett dovesse mantenere l’85.7% ai liberi allora metterebbe 20 punti a partita tranquillamente.

Proprio i tiri liberi potrebbero rappresentare la chiave sia per RJ che per Robinson di dimostrare che possono essere pezzi cruciali per i New York Knicks.

IL PROSSIMO UOMO DA 100 MILIONI DI DOLLARI

È notizia di poche ore fa che Immanuel Quickley non ha ricevuto l’estensione che tanto desiderava. È stato comunque bello rivederlo segnare 21 in questa preseason dopo che la sua prima esperienza ai playoff non è stata indimenticabile.

Quickley è scomparso nel peggior momento possibile, ma questo non dovrebbe influire sulla valutazione del giocatore e tantomeno sul ricordare quanto ha giocato bene fino a quel momento. In un certo senso Brunson ostruisce la strada a Quickley per una promozione, ma Thibodeau ha fatto capire più volte di apprezzare un backcourt small con l’ex Mavs come play e IQ come shooting guard.

Tuttavia l’immenso valore apportato da Quickley parla per lui e fa sì che il ragazzo valga quell’estensione a sei cifre che desidera. Le sue medie da titolare sono ancora meglio di quelle in uscita dalla panchina con delle medie vicino ai 22-5-5 in 27 presenze nello starting five. In questo momento, però, non sembra esserci spazio per lui, ma sarà sicuramente un pezzo di qualche blockbuster trade se dovesse andarne in porto una dato anche le voci che stanno già iniziando a circolare.

Quickley prima o poi otterrà quelle cifre che vuole e se Leon Rose è una persona intelligente allora sarà lui a fornirgliela.