FOTO: Celtics Blog

Questo contenuto è tratto da un articolo di Ben Paradis per Celtics Blog, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.


In Gara 1, i Boston Celtics hanno preso la decisione strategica di commettere fallo intenzionale su Mitchell Robinson. Al debutto della tattica “hack-a-Robinson”, la logica era solida. In primo luogo, quando la difesa si rompeva, si commetteva fallo su Robinson, mandandolo sulla linea del tiro libero. Avendo il lungo tirato poco più del 50% dalla linea della carità nella sua carriera, i Celtics hanno preferito mandarlo alla linea piuttosto che concedere potenziali canestri ai Knicks. Ecco un esempio perfetto:

Come effetto collaterale, la strategia ha costretto anche Robinson a lasciare il campo. La presenza minacciosa nel pitturato, in grado di mettere a repentaglio l’attacco dei Celtics, ha permesso a Boston di avere la meglio sul lungo avversario, che è stato trasformato in un peso offensivo. In definitiva, ha spinto Tom Thibodeau a sostituirlo – in Gara 1, visti i problemi di falli di Towns, con Precious Achiuwa, debuttante ai Playoffs 2025. Boston ha forzato a questa soluzione appena un possesso dopo il primo fallo intenzionale e ha funzionato. Questa è stata la fine della tattica “hack-a-Robinson” per la prima partita. È stata efficiente, intenzionale e calcolata. Al di là dei vantaggi in termini di mismatch e di geometria del campo, si trattava anche di un classico espediente di Mazzulla per entrare nella testa di New York.

Tutto questo è andato in frantumi in Gara 2. Godetevi la scena. A 2:43 dalla fine della partita, i Celtics conducevano 86-82. Mitchell Robinson era in campo. I Celtics erano a tre falli dall’entrare in bonus. Poi, hanno commesso intenzionalmente due falli di fila sul lungo avversario:

La logica del fallo intenzionale su Robinson è chiaramente scomparsa dal cervello di Mazzulla in quel momento. Innanzitutto, si consideri il contesto. Boston era a tre falli dal bonus, il che significa che i due falli non avrebbero dato luogo a tiri liberi. Ancora più importante, significava che quello successivo avrebbe portato a tiri liberi – e c’erano ancora due minuti e mezzo di pallacanestro.

In questo modo, i Celtics si sono messi in un angolo, dovendo giocare una pallacanestro difensiva perfetta per il resto della partita, senza poter commettere nemmeno un fallo senza incorrere in gravi conseguenze. Questo ha innescato un effetto domino che è culminato con Jalen Brunson che ha tirato i tiri liberi decisivi dopo un fallo di Jrue Holiday nei secondi finali.

A peggiorare le cose, anche la logica di togliere Robinson dal parquet in questa situazione era intrinsecamente sbagliata. L’esclusione di Mitchell ha comportato il ritorno di OG Anunoby, uno dei migliori difensori sulle ali dell’NBA. Mentre Robinson crea problemi ai Celtics, Anunoby crea incubi. In effetti, Mazzulla ha dato a Thibodeau la possibilità di far entrare il suo Tatum-stopper.

Adam Himmelsbach del Boston Globe ha riferito che Joe Mazzulla ha portato il prodigio degli scacchi Joshua Waitzkin nella franchigia come consulente per le prestazioni. Non voglio puntare il dito, ma forse è il caso di fare un double-check per assicurarsi che Waitzkin sia davvero un prodigio, perché la pianificazione matematica del gioco di Boston contro Mitchell Robinson è stata a dir poco elementare.


Around the Game è adesso anche un podcast, dove potrete approfondire l’NBA tramite le nostre voci 24 secondi alla volta… anzi, ripensandoci, per qualche minuto in più.