
Questo contenuto è tratto da un articolo di Noah Magaro-George per Air Alamo, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.
Ci si aspettava che i San Antonio Spurs, dopo aver vinto la lotteria per arrivare a Victor Wembanyama, facessero furore su tutti e due i lati del campo. Ma, dopo una manciata di partite, questa squadra senza esperienza ha un record di 3 vittorie e 6 sconfitte e si trova nel bel mezzo di una striscia negativa, dopo 4 insuccessi piuttosto pesanti.
Dopo un paio di vittorie incoraggianti contro una contender come i Phoenix Suns, Gregg Popovich e compagnia sembravano molto avanti nella tabella di marcia all’inizio del loro secondo anno di piena ricostruzione. Adesso, devono tornare alla realtà. Gli avversari hanno fatto a pezzi la loro scombussolata difesa, segnando 129.5 punti a partita in questa span, e gran parte dei danni arrivano da dietro l’arco.
Prima di concentrarci sui problemi specifici dovuti al personale, serve dare un’occhiata ai numeri per percepire con precisione il grado dei difetti di squadra. San Antonio concede 24.6 triple totalmente smarcate per partita, secondo dato peggiore della Lega, e le squadre stanno convertendo questi tiri ad altissima qualità con il 41.6%, valido per 141 inquietanti punti avversari da dietro l’arco.
I nero-argento non hanno nascosto di voler operare in un sistema senza vie di mezzo, che impone ai giocatori di fermare il più possibile le penetrazioni palla in mano al centro del campo. Sebbene questo possa sembrare abbastanza semplice, eseguire questo compito è piuttosto arduo quando ci sono a roster numerosi giocatori di cui gli avversari possono liberarsi con rapidi strappi sul perimetro.
Poiché i ball-handler primari e gli slasher possono scattare superando difensori dai piedi più pesanti come Doug McDermott, Keldon Johnson, Malaki Branham e Cedi Osman, è facile muovere due passi nel pitturato per far collassare la difesa in cerca di aiuti a distanza di un passaggio. Uno degli effetti secondari di questi scivolamenti è un roster pieno di compagni che non si fidano necessariamente l’uno dell’altro anche per quanto riguarda le responsabilità più basilari.
Questi giovani Spurs sono spesso lenti in rotazioni scontate, aiutano eccessivamente sulle penetrazioni, non riescono a recuperare sui tiratori, si incantano guardando la palla… forse, il loro problema più lampante è una pronunciata mancanza di comunicazione sul parquet. I loro errori sono interconnessi come sospetti su una lavagnetta con una mappa di omicidi, lasciando una scia di confusione che cresce a dismisura fino a una devastante interruzione da qualche altra parte.
Potremmo puntare le dita sui singoli e usare ciascuno come capro espiatorio, ma la verità è che tutti hanno contribuito a questa difficile situazione dalla lunga distanza. I tifosi potrebbero non gradire un’accusa a Victor Wembanyama o a Jeremy Sochan per questo caos, ma sono parte del problema. La loro difesa a uomo è stata fantastica per ampi tratti, ma anche una versatilità come la loro può mascherare alcuni dei loro momenti molto poco stellari come difensori di squadra.
San Antonio può cambiare le cose e diventare una difesa rispettabile, ma questo inizia con la comunicazione e la fiducia nei propri compagni. Gli Spurs sono la squadra più giovane in NBA. Creare una chimica, imparare i fondamentali e esercitare in campo una disciplina collettiva sono mansioni che richiedono tempo. Questa storica organizzazione è ancora nella primissima fase dell’era di Wembanyama. Non c’è alcun bisogno di entrare nel panico per quegli errori che fanno parte di un naturale processo di crescita.