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Questo contenuto è tratto da un articolo di Ben Paradis per Celtics Blog, tradotto in italiano da Marco Marchese per Around the Game.


Da quando è arrivato in NBA, Jayson Tatum si è distinto come uno degli scorer più dinamici della lega. Con una stazza dettata da 203 centimetri di altezza e uno dei jumper più fluidi mai visti nella storia del basket, Tatum ha confidato per parecchio tempo sulle sue capacità nello scoring per portare i suoi Boston Celtics alla vittoria. Il suo arsenale offensivo lo ha reso una Star, mentre invece per anni l’etichetta di Superstar non gli è mai stata affibbiata. Sia la stampa che i tifosi bianco-verdi si sono chiesti se JT sarebbe stato capace di elevare il livello di gioco dei suoi compagni di squadra, proprio come sono riusciti a fare concorrenti abituali al premio MVP come Luka Doncic e Nikola Jokic. E nonostante il livello del suo scoring, della sua difesa e del numero di rimbalzi presi fossero eccelsi, il suo playmaking lo ha mantenuto per molto tempo un gradino al di sotto dei suoi colleghi ritenuti l’élite della lega. 

Tatum ha accettato le critiche, lavorando senza sosta per guadagnarsi il suo posto al tavolo esclusivo delle Superstar. Il risultato è stata una trasformazione totale per il candidato al premio MVP. Il suo sviluppo in quanto assist-man non solo ha elevato lo stile di gioco dei Celtics a livelli incredibili, ma ha anche consolidato il suo status di talento generazionale. Dopo aver condotto i C’s alla vittoria del Titolo NBA lo scorso anno, Jayson avrebbe potuto limitarsi ad essere soddisfatto del suo ruolo – uno scorer d’élite capace di prendere le giuste decisioni quando necessario. Ma anziché rimanere nella sua zona di comfort, JT ha raddoppiato gli sforzi. Al momento ha una media di 5.8 assist a partita (suo career-high), e un ancor più impressionante 7.0 nel solo mese di febbraio. Delle sue 14 partite totali in carriera con 10 o più assist a referto, ben 7 sono avvenute quest’anno. Ma gli assist non sono soltanto una statistica sfavillante da sfoggiare per Tatum. Infatti, stanno conducendo la sua squadra a vincere. Nelle sconfitte bianco-verdi, quest’anno, Jayson ha avuto una media di 5.2 assist a partita. Nelle vittorie, invece, quella cifra sale a 6.1. Il suo Usage Percentage segue lo stesso ritmo: il 28% nelle sconfitte, il 32% nei trionfi. Quando la fase offensiva viene diretta da JT, Boston prospera – cosa che, però, non è stata veritiera per tutta la durata della sua carriera NBA. Ma perché ha raggiunto un impatto tale sulle sfide?

Essendo una delle maggiori minacce offensive per le difese avversarie, richiede e riceve molte attenzioni dai rivali sul parquet. Che i suoi diretti marcatori collassino su di lui, o le squadre avversarie costruiscano gli schemi attorno al suo stile di gioco, Jayson Tatum forza gli avversari a intraprendere scelte ardue – se non addirittura impossibili. E adesso, con la sua sviluppata visione di gioco, sta riuscendo a sfruttare al meglio le carenze difensive degli avversari più che mai. Le sfide si sono rallentate al suo ritmo, ed è evidente. Mentre la maggior parte dei suoi assist lo scorso anno è arrivata in uscita da un raddoppio difensivo avversario e dalle sue pericolose giocate drive&dish – ovvero attaccare il ferro in drive per poi servire un compagno -, quest’anno JT sta riuscendo a manipolare le difese avversarie. In uscita da un blocco, affrontando due avversari, si trova spesso a lanciare il pallone dove i suoi compagni si troveranno, non dove si trovano già in ricezione. Pur non sconfiggendo direttamente il raddoppio difensivo, lo #0 dei Celtics sta sfruttando la fama di scorer letale come strumento per migliorare il suo playmaking. L’esempio migliore per spiegare tutto ciò è dimostrato dalla chimica sviluppata nei pick&roll con Kristaps Porzingis. Quando Tatum non crea gioco per sé stesso o per servire KP, solitamente attua una finta di corpo per manipolare il difensore nell’angolo, creando lo spazio per una tripla in solitaria ad un compagno. Giocate simili non sono sono esposizioni di grandezza e magnificenza, ma stanno anche diventando una routine.

Come se ai Boston Celtics servisse altra potenza di fuoco in fase offensiva, il loro uomo-franchigia ha messo in atto un balzo evolutivo nel suo stile di gioco. I Celtics erano già considerati una potenziale squadra-vincitrice del Titolo anche senza quest’evoluzione tecnico-tattica, e adesso il raffinato arsenale di JT in quanto assist-man è un’ulteriore freccia nella loro faretra. La parte “peggiore” di tutto ciò? Che sta solo mostrando una parte superficiale di ciò che è riuscito ad ottenere. Nonostante le 5 presenze All-Star, 3 in All-NBA First Team ed 1 Titolo appena vinto, Tatum sta giusto entrando nel suo prime. Il suo 27° compleanno è in arrivo e non ci sono praticamente più punti deboli nel suo stile di gioco – di fatto è il principale propulsore offensivo dei Boston Celtics. L’etichetta di Superstar non è più in dubbio. Jayson ha dichiarato in settimana di voler essere un giocatore che segna la sua generazione, proprio come LeBron James o Stephen Curry. Sembra che stia facendo piuttosto bene il suo lavoro.