FOTO: AZ Central

Questo contenuto è tratto da un articolo di Jahlil Williams per Air Alamo, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.


I San Antonio Spurs sono partiti con un promettente 11-10, e gran parte del loro successo può essere attribuito alle loro prestazioni nelle situazioni clutch. Per una squadra giovane che sta ancora imparando a vincere, il record di 5-3 nei clutch game è un significativo passo avanti e, sebbene molti fattori abbiano contribuito a questo miglioramento, uno spicca sul resto: Chris Paul. Quando gli Spurs hanno acquistato Paul nella offseason, ci si aspettava che la sua leadership e il suo QI cestistico guidassero il giovane roster nei momenti critici. In 21 partite ha mantenuto la promessa. Gli Spurs sono tra le prime 3 squadre NBA per offensive rating nel clutch time, dietro solo a Celtics e Cavaliers, e 8° per net rating (differenza fra offensive e defensive rating) in queste situazioni, definite come partite giocate con meno di cinque punti di divario negli ultimi cinque minuti. Per una squadra che la scorsa stagione ha faticato a chiudere le partite, si tratta di un salto di qualità monumentale.

Metà delle partite degli Spurs della scorsa stagione si sono risolte con una sconfitta nel clutch time

Per apprezzare appieno questo miglioramento, si consideri dove si trovavano gli Spurs un anno fa. Nonostante un record di 22-60, hanno giocato 41 partite finite nel clutch time, ma sono riusciti a vincerne solo 13, con un record abissale di 13-28 (28esimi). Le ragioni delle loro difficoltà erano evidenti: palle perse, scarsa shot selection e incapacità di eseguire sotto pressione. La mancanza di una presenza costante è stata evidente e le partite che avrebbero potuto regalare una vittoria sono scivolate via troppo spesso. Era chiaro a tutti, compresi i giocatori a roster, che serviva una presenza veterana, e CP3 la rappresenta. La presenza di Paul è stata trasformativa, la sua capacità di controllare il ritmo, di valutare ogni possesso e di mantenere la compostezza ha dato agli Spurs un vantaggio che mancava. Sia che crei il tiro perfetto per se stesso, che orchestri l’attacco per far trovare ai compagni dei tiri smarcati o che semplicemente calmi la squadra nei momenti di tensione, il suo impatto è innegabile.

Ma non si tratta solo delle sue azioni, bensì della reazione a catena sui suoi compagni di squadra. Giovani giocatori come Victor Wembanyama e Stephon Castle si nutrono dell’equilibrio di Paul e si trasformano a loro volta in giocatori di grande spessore. Anche Harrison Barnes ha dato un contributo costante, ma è la padronanza del campo di Chris Paul che ha galvanizzato la squadra nei momenti più importanti. Le situazioni clutch nell’NBA sono spesso una prova di durezza mentale, e CP3 ha stabilito lo standard per i suoi giovani compagni di squadra, la sua esperienza e la sua leadership hanno trasformato quella che un tempo era una debolezza evidente in uno dei maggiori punti di forza di San Antonio.

Gli Spurs stanno imparando a vincere e Chris Paul è l’insegnante chiave. Con la sua guida, la squadra non solo si mantiene competitiva, ma sta costruendo anche le basi per un successo duraturo in futuro.