
L’esclusione di Kawhi Leonard da Team USA è cosa nota ormai da qualche giorno, ma si è rivelata inaspettatamente immersa in un alone di mistero. Il President of Basketball Operations dei Los Angeles Clippers, Lawrence Frank, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni nella tarda serata di ieri, riportate da Ohm Youngmisuk di ESPN:
“Lawrence Frank ha dichiarato che i Clippers fossero delusi per la scelta di USA Basketball di separarsi da Kawhi Leonard. Frank ha affermato che Leonard sembrasse stare bene nei primi allenamenti e che non fosse presente alcuna ricaduta. Frank dice di capire che Team USA debba fare cosa sembra meglio ma la sensazione era che Kawhi potesse giocare.”
Una versione ben diversa da quella deducibile dal comunicato di USA Basketball, nel quale viene espressamente riportato che Kawhi Leonard rispetti il fatto che “Team USA e Clippers abbiano determinato che sia nei suoi migliori interessi spendere il resto dell’estate a prepararsi per la prossima stagione anziché prendere parte ai Giochi Olimpici di Parigi”. Al “callout”, se così si può chiamare, si è unito anche Clint Parks, trainer NBA che ha lavorato con il giocatore, definendo quella nei confronti di Kawhi una “mancanza di rispetto” che ha a che fare con la politica e le agende personali. Concetto, quest’ultimo, basato secondo lui sul fatto che non si parli di una stella facente parte dei “circoli politici” NBA e reiterato in molti tweet successivi, nei quali si fa riferimento anche a Jaylen Brown e ai suoi Tweet contro Nike, altra questione scoppiata di recente dopo la scelta di rimpiazzare lo stesso Leonard con Derrick White anziché con il Finals MVP 2024, il quale in passato ha preso posizione contro il colosso dell’abbigliamento sportivo. Tante critiche, in mezzo alle quali si è inserito anche Enes Freedom, definendo i metodi di Nike simili a quelli di una “mafia”, alle quali ha seguito anche la smentita di Grant Hill, che ha fatto leva sull’argomento di aver indossato FILA per gran parte della propria carriera. Insomma, tutte tematiche e intrighi difficili da ricostruire, ma che sicuramente fanno tutt’altro che bene alla percezione di Team USA in vista dei Giochi Olimpici.