Giannis Antetokounmpo, autore di una tripla-doppia, risolve la sfida contro Toronto all’overtime. Nel post-partita ci ha lasciato qualche commento sulla sua prestazione e sull’importanza di vittorie come questa.

Giannis Antetokounmpo in azione contro i Raptors
FOTO: SPORTSNET

55 punti nella sfida di martedì contro i Washington Wizards, career high. Tripla-doppia contro i Toronto Raptors con 30 punti, 21 rimbalzi e 10 assist, l’ultimo decisivo per Grayson Allen che sigilla con una tripla la vittoria dei Milwaukee Bucks all’overtime dopo una sfida a dir poco rocambolesca.

Giannis Antetokounmpo era il giocatore più atteso alla Scotiabank Arena, gremita di tifosi con la maglia numero 34 indosso, chi dei Bucks e chi, più diplomaticamente, della Grecia. La sua risposta non si è fatta attendere.

La partita di per sé è cominciata nel peggiore dei modi, con un primo quarto che ha registrato un minimo quasi storico in termini di punteggio, 12 a 13 per gli ospiti. Il secondo quarto non è andato tanto lontano da queste cifre e la stella della serata ha dovuto aspettare il secondo tempo per calarsi nei panni del Greek Freak. 22 punti negli ultimi due periodi per tenere a galla i Bucks dopo la clamorosa rimonta dei padroni di casa, autori di 16 punti solo nell’ultimo minuto di gioco.

È Gary Trent Jr a mandare la partita all’overtime con un tiro dall’arco a 00.4 dalla fine ma è Giannis a chiuderla con il passaggio ad Allen per la tripla dall’angolo che blocca il risultato sul 101 a 104. Esausto ma sorridente, dopo la vittoria ha scambiato quattro chiacchiere coi media, noi compresi, nello spogliatoio ospite tra una battuta e qualche schiamazzo con l’altro eroe della serata, Brook Lopez:

Una partita dura, a basso punteggio, l’inizio è stato tremendo. Abbiamo dovuto giocare più duro, entrambe le squadre hanno difeso bene e forzato gli avversari all’errore. I Raptors sono riusciti a rimontare grazie a qualche tripla ma siamo riusciti a non perdere la calma, eseguire bene il nostro piano partita all’overtime e vincere la sfida.

A riguardo gli è stata chiesta una ricostruzione dell’ultima azione, nata da un suo assist nonostante una marcatura strettissima dei Raptors:

Grayson era libero, ho visto VanVleet lasciare la marcatura in angolo per venirmi incontro e sono riuscito a dargli la palla. Sapevo che avremmo avuto la possibilità di chiuderla e lui ha realizzato un tiro pesantissimo. Hanno fatto tutti un gran lavoro, Brook ha preso 19 rimbalzi e non se ne attribuisce neanche il merito ma ci ha regalato molte seconde chance per rimediare a tiri sbagliati.

La vittoria, come già anticipato, è arrivata nella seconda partita di un back-to-back. La serata precedente aveva già richiesto un grosso dispendio di energia da parte sua ma tutto questo non ha influito sul suo impatto:

Mi fa sentire bene poter aiutare la squadra anche quando le chance non sono dalla nostra. Devo solo essere forte mentalmente e fisicamente quando la situazione lo richiede e completare l’opera. Riuscire a farlo in un back-to-back fa sicuramente piacere.

Tra le fila degli ospiti c’è stato anche un gradito ritorno in Canada, quello di Serge Ibaka, e inevitabilmente il discorso è virato su di lui:

Il mio chef Fuji? Un grande giocatore, un uomo spogliatoio, un leader vocale per la squadra, ma lo sapete bene visto quello che ha fatto per Toronto, avendo aiutato a portare il titolo. Sa come giocare ad altissimo livello e farsi trovare sempre pronto andando a rimbalzo, stoppando tiri importanti, dando sempre il massimo. È uno dei giocatori a cui sono più affezionato, adoro averlo intorno.

Ha detto che lavoro sodo? Lavoro più sodo di lui (ridendo). Lui fa del suo meglio ma io sono molto più bravo. Ma seriamente, cerco di migliorare nella comprensione del gioco, cerco di capire ogni sfumatura, godermi ogni momento in campo. So che la mia squadra ha bisogno che io sia grande e ho imparato ad abbracciare quell’aspetto e farlo mio. Farò tutto quello che serve perché la mia squadra possa vincere.

Gli ho chiesto anche un parere su OG Anunoby come specialista difensivo, essendo lui stesso un Defensive Player of The Year e uno dei migliori difensori della lega:

Un grandissimo difensore. Forte fisicamente, piedi veloci, sicuramente uno dei migliori difensori nella lega in questo momento. La difesa nasce soprattutto dallo sforzo e dall’impegno e lui dà il massimo per i suoi compagni marcando le stelle della squadra avversaria, nessuno si impegna più di lui.

E tra altri sorrisi e altri schiamazzi coi compagni ha salutato e ringraziato tutti prima di ripartire per Milwaukee.

Molti meno sorrisi invece per i padroni di casa, che si ritrovano ancora una volta dalla parte sbagliata della storia: una sconfitta pesante arrivata dopo una prestazione mediocre al tiro e un’intensità mostrata troppo tardi. La trade deadline è alle porte e sembra che Toronto sia una delle piazze più calde. Mettere mano al roster il prima possibile sembra ormai l’unico modo che ha Masai Ujiri per risollevare le sorti di una franchigia che fino a pochi anni fa era sul tetto della NBA.