I Phoenix Suns sono passati da team in ricostruzione a finalista per l’anello, grazie a un nuovo coach e una point guard d’élite. Chicago può fare altrettanto?


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Questo articolo, scritto da Michael Walton per Bullsconf.com e tradotto in italiano da Luca Rusnighi per Around the Game, è stato pubblicato in data 11 luglio 2021


I Phoenix Suns mancavano ai Playoffs da un decennio. Quest’anno, spiazzando tutti, sono arrivati alle Finals. Dopo l’8-0 a Disneyworld la scorsa stagione e l’arrivo di Chris Paul, ci si aspettava un’annata con più soddisfazioni – ma non a questi livelli.

Record immacolato nella Bubble a parte, Phoenix ha terminato la stagione 2019/20 rispettivamente al 12esimo e 20esimo posto in attacco e in difesa, grazie al lavoro di coach Monty Williams. Nell’offseason 2020, poi, il front office dei Suns ha completato un grosso scambio che ha portato Chris Paul in Arizona.

Purtroppo per i Chicago Bulls, non esiste sul trade market di questa estate un corrispettivo del CP3 di Oklahoma City nel 2020, quando i Thunder erano intenzionati a cedere un All-Star per una contropartita composta da Ricky Rubio, Ty Jerome, Jalen Lecque, Abdel Nader e una prima scelta protetta.

Chicago, in compenso, è fortunata che ci siano diverse point guard disponibili tra i free agent di quest’anno. Solo due, però, sembrano essere pronti per avere un impatto sull’ambiente della stessa portata di CP3.


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Alla vigilia di una’offseason potenzialmente critica per il loro futuro, riusciranno i Bulls a trovare il loro Chris Paul?

Ora, anche se a Chicago nessuno lo dice, tutti sanno che per poter pensare di aggiudicarsi uno dei giocatori qui sotto, il management dovrebbe rendere credibile l’idea che Chicago possa essere una franchigia vincente nel breve termine. E, ovviamente, dovrebbe anche avere spazio nel salary cap. La prima cosa è fattibile, la seconda più difficile – ma ho fiducia in Karnisovas ed Eversley.

Premesso tutto ciò, diamo un’occhiata alle due point guard unrestricted free agent che potrebbero essere per i Bulls quello che Paul è stato per i Suns nel 2021.

Kyle Lowry

Regular Season 2020/21 (46 partite): 17.2 punti, 5.4 rimbalzi e 7.3 assist di media (43.6% dal campo; 39.6% da 3 con 7.2 tentativi a partita).

Lowry è il primo “aspirante Chris Paul”, per Chicago. Ha indubbiamente il pedigree e la leadership per aiutare i Bulls a diventare un team di successo. Tra le point guard disponibili quest’estate, Lowry è l’unico All-Star con un anello al dito, e la stagione appena passata ha dimostrato che ha ancora cartucce da sparare.

KL è una guardia estremamente fisica, sa usare benissimo il fisico e gestire i contatti, e sa crearsi spazio per chiudere al ferro. Ha tirato meno liberi del solito quest’anno, ma i suoi attacchi a canestro sono stati più efficaci che mai (64%, career-high e dato notevole per una guardia di 180 cm).

L’attacco pick&roll dei Bulls con Zach LaVine e Nikola Vucevic è molto interessante. Entrambi sanno passare, tirare e fare buone letture, qualsiasi sia la strategia difensiva. Ma mentre Coby White è un playmaker e uno scorer in via di sviluppo, Kyle ha già dimostrato tutte le sue qualità anche al massimo livello, due anni fa. Nei pick&roll è un giocatore molto completo.


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Grazie alla fluidità dell’ex-Villanova nell’eseguire il pick&roll, l’asse Lowry-Vucevic diventerebbe il fulcro dell’attacco dei Bulls. E questo esalterebbe le doti nel gioco senza palla di LaVine, che ha tirato con il 48.6% da tre in catch&shoot quest’anno.

Difensivamente parlando, invece, KL è sempre la solita sanguisuga (nel suo senso più positivo). Le cifre sui recuperi non sono state alte come al solito quest’anno, ma Lowry ha fatto comunque la sua parte in tutte le gare giocate. E il contesto probabilmente non ha tirato fuori il meglio del suo gioco e del suo agonismo.

La sua fisicità, superiore rispetto alla media delle guardie NBA, lo rende utilissimo per l’occasionale cambio difensivo con un lungo, concedendo alla difesa il tempo per organizzare rotazioni difensive o raddoppi.

Billy Donovan ha applicato uno schema di drop coverage ai Bulls, in cui le guardie devono lavorare per passare sui blocchi – cosa che il futuro ex-Raptor sa fare benissimo.

Sono tutte note positive per i Chicago Bulls, che potrebbero cominciare a costruirsi una vera identità grazie all’arrivo in spogliatoio di un veterano, un leader, un All-Star e un campione NBA.

Mike Conley

Statistiche Regular Season 2020/21 (51 partite): 16.2 punti, 3.5 rimbalzi, 6 assist di media (44% dal campo; 41% da 3 con 6.6 tentativi a partita).

Statistiche Playoffs 2021 (6 partite): 15.3 punti, 3.5 rimbalzi e 7.7 assist (42% dal campo; 48% da 3 con 6.2 tentativi a partita).

Nel 2020, Conley ha disputato 5 delle 7 gare del primo turno di Playoffs ad Ovest, perso dai Jazz contro i Nuggets. E nella stagione 2021, Conley ha calcato il parquet in soli 26 minuti della sconfitta di Utah nelle Conference Semifinals ad opera dei Clippers.

Quando si è trovato in campo, tuttavia, l’ex Memphis ha dato un contributo importante alla squadra. E molte delle cose che lo hanno reso prezioso per i Jazz, lo renderebbero da subito fondamentale a Chicago.


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Conley condivide con Chris Paul uno dei suoi punti di forza: non spreca quasi mai palloni. Nell’annata appena conclusa, ha registrato una percentuale di palle perse dell’11%, ancora più basso del 14% di Kyle Lowry. I Bulls quest’anno si sono piazzati 25esimi per palle perse, ma con Conley al timone cambierebbero molte cose.

Nelle ultime tre stagioni, il numero 10 dei Jazz è stato più preciso dall’arco rispetto a KL, facendo registrare le sue migliori statistiche in Regular Season con un ottimo 41.2% da tre (career-high) su 6.6 tentativi a partita.

A Salt Lake City, Conley ha già avuto un assaggio di quello che potrebbe essere un ruolo meno prominente sotto coach Donovan a Chicago.

Mike ha già dimostrato di saper giocare a fianco di una guardia come Donovan Mitchell. Nella Windy City potrebbe facilmente trovare la propria dimensione, e i propri tiri, intorno all’asse LaVine-Vucevic.

L’aspetto più interessate per i Bulls è la sua difesa sul perimetro, che è stata fantastica nel 2021. I Jazz hanno avuto la migliore difesa a metà campo di tutta la Lega. La chiave è stata senza dubbio l’incredibile rim protection fornita da Rudy Gobert, ma è anche vero che sarebbe molto più difficile implementarla senza guardie come Mitchell e Conley (1.7 recuperi per 100 possessi l’anno scorso), che sanno mettere pressione sul portatore di palla attorno ai blocchi, e senza il lavoro di Royce O’Neal.


Mike Conley e Rud Gobert sono stati primo e secondo per Defensive Win Share e Defensive Rating nella Regular Season 2020/21.

Mike Conley e Kyle Lowry sono due point guard con grande esperienza, per certi versi simili offensivamente ed efficaci in entrambi i lati del campo. Posseggono tutti e due le doti e la mentalità per aiutare i Bulls a fare il passo successivo e diventare una squadra competitiva nella Eastern Conference.

Com’è ovvio, nessuno dei due ha Chicago in cima alla propria lista. Entrambi si aspettano di firmare contratti per una ventina di milioni l’anno, in questa offseason.

Sono nella fase conclusiva delle rispettive carriere, ma nel progetto a breve-medio termine dei Bulls potrebbero essere esattamente quello che manca. In campo e fuori.