
Questo contenuto è tratto da un articolo di RJ Wagner per The Lead Sports Media, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.
Le cose si mettono male per i Dallas Mavericks. La tifoseria ha il cuore spezzato e malconcio. Le maglie numero 77 sono sparse per l’arena come fossero vecchi login del servizio di streaming della propria ex. I media e l’intera NBA sono rimasti scioccati e sconvolti dalla notizia della cessione di Luka Doncic. La domanda che tutti si pongono è: “Cosa si può trarre di buono da tutto questo?”. Non dovrebbe essere una cosa vana, le altre ventinove squadre dovrebbero trarre insegnamento da questa vicenda. Ci sono lezioni da imparare:
Lezione 1: evitare di dare per scontati i grandi giocatori
Non capita tutti i giorni che una franchigia abbia la fortuna di avere a roster un giocatore del calibro di Luka. Alcune squadre si sforzano per anni di acquisirne uno, sia attraverso la free agency, sia attraverso uno scambio, sia attraverso il draft, ma non riescono a trovare nulla. I Bucks hanno scelto Kareem Abdul-Jabbar (allora Lew Alcindor) nel 1969 e hanno dovuto aspettare 44 anni prima di scegliere Giannis Antetokounmpo nel 2013. I Nuggets hanno vissuto momenti divertenti con Alex English e Carmelo Anthony, ma quest’ultimo ha trascorso i suoi anni migliori giocando al Madison Square Garden. Solo dopo quella famigerata pubblicità di Taco Bell, Denver ha avuto un giocatore storicamente di grande qualità. Alcune squadre sono rimaste per sempre senza uno di questi.
I Mavericks dovrebbero sapere che i giocatori che cambiano la lega sono pochi, tranne che per big market come i Lakers. Hanno impiegato due decenni prima di scegliere Dirk Nowitzki nel Draft NBA del 1998. Per tutta la sua carriera a Dallas è stato l’ancora della franchigia e uno dei più grandi giocatori della sua epoca, toccando l’apice della propria carriera con l’iconica corsa al titolo del 2011. Dirk si è affermato come una figura davvero storica.
Luka Doncic ha dimostrato di essere il futuro dei Mavs. Ha registrato una media di 28,9 punti, 9,5 rimbalzi e 8,1 assist in 22 partite di playoffs e ha conquistato le finals NBA. L’unico paragone con l’inizio offensivo della sua carriera è LeBron James. È abbastanza grande da poter fare a botte in post e nel pitturato, è abbastanza abile da creare qualsiasi tiro dal perimetro e ha una visione di gioco e un’abilità di playmaking tra le migliori della lega. La difesa è il suo unico difetto, eppure Dallas nelle finals dell’anno scorso ha tenuto i Boston Celtics, storicamente efficienti, a un offensive rating di 109,2, lo stesso dei Pistons che l’anno scorso hanno vinto 14 volte.
Chissà quando Dallas avrà un altro giocatore del calibro di Luka. Pensavano di averne uno in cambio, Anthony Davis, e la cosa è durata un solo un battito di ciglia. Questi giocatori sono rari. Gli esperti da divano possono cavillare su chi siano, ma solo un gruppo selezionato di squadre può dire di averne uno. Dallas era indiscutibilmente una di queste e ora non lo è più. Per le altre che hanno un giocatore del calibro di Luka (Denver, Milwaukee, OKC, Boston), non datele per scontate. Potrebbe passare del tempo prima di trovarne un altro, o non tornare più.
Lezione 2: non aggiustare ciò che non è rotto
I Dallas Mavericks hanno raggiunto le finals NBA lo scorso anno. Hanno migliorato le spaziature e aggiunto tiro grazie a Klay Thompson. Lo stesso Luka ha un curriculum da playoffs collaudato e da far paura. Ha fatto crollare i Timberwolves con uno step-back, ha creato un meme dopo l’eliminazione di Devin Booker e dei Suns ed è stato l’unico giocatore a eguagliare il rendimento di Jokic nella metà campo offensiva.
In poche parole, sapevamo che poteva portarli fino in fondo. Lo ha fatto meno di 365 giorni fa con una gamba malandata. I Mavericks non erano una squadra perfetta, ma hanno vinto una Western Conference ricca di talento e avevano un giocatore in grado di garantire una finestra da titolo sempre aperta. I numeri non mentono: nei playoffs dello scorso anno, i Mavericks hanno registrato un net rating di +3,6, 114,7 punti per 100 possessi segnati e 111,2 punti concessi per 100 possessi in difesa (superiore a quello degli attuali OKC Thunder). Inoltre, nonostante tutte le polemiche sulla difesa di Luka, i Mavericks si sono classificati al quarto posto nei playoffs 2024, concedendo agli avversari solo il 51,6 di effective field goal%. Tutti questi dati sono superiori alle medie della Lega di quest’anno.
In termini più semplici e con meno numeri, Dallas era in una buona posizione. L’anno scorso i Mavericks nei playoffs, guidati da Luka, sono arrivati alle finals con un attacco molto equilibrato, scontrandosi però con una Boston inarrestabile. Arrivare alle finals è difficile, ma è ancora più difficile quando il catalizzatore del successo non fa più parte della squadra. Nico Harrison e la proprietà hanno cercato di aggiustare un giocattolo che non era rotto, e le altre 29 squadre dovrebbero evitare di fare lo stesso.
Lezione 3: la situazione può peggiorare
Per quanto il tifo e l’ottimismo siano necessari per i fan delle squadre NBA in difficoltà, i Mavericks diimostrano che potrebbe non esserci la luce alla fine del tunnel. La cessione di Doncic è stata un colpo catastrofico per tutti, e gli dei dell’NBA li hanno presi a calci mentre erano a terra.
Dallas ha portato Anthony Davis a guidare i nuovi Mavs, più incentrati sulla difesa. La prova di questo concetto c’è stata. Al suo debutto con i texani, Davis ha messo a segno 26 punti, 16 rimbalzi, 7 assist e 3 stoppate in 31 minuti. Questo barlume di speranza si è spento rapidamente, quando Davis ha lasciato la partita nel terzo quarto per uno stiramento all’adduttore sinistro. Non è ancora rientrato. Il colpo di grazia però è avvenuto il 4 marzo contro i Kings. Kyrie Irving, dopo uno dei suoi caratteristici drive, è inciampato e si è alzato lentamente. Si è strappato il crociato anteriore sinistro ed è stato dichiarato fuori per la stagione. Ma non è finita qui. Il 9 marzo, i Dallas Mavericks hanno schierato solo otto giocatori sani (e mezzo, considerando anche i 6 minuti di Powell) contro i Phoenix Suns. L’allenatore Jason Kidd ha dichiarato di non aver “mai assistito a una partita in cui non potevamo togliere qualcuno per farlo riposare perché non avevamo nessuno da inserire”.
I Dallas Mavericks sono attualmente 33-36 e sono la decima testa di serie a ovest, mentre Luka sta facendo cose da Luka nella Crypto Arena insieme a LeBron James. I Mavs potrebbero uscire dalla zona Play-In, mentre Lakers potrebbero competere per il titolo. Le cose vanno male a Dallas in questo momento e le altre squadre dovrebbero prenderne atto. La situazione non doveva essere così grave, ma non ci si può fare nulla ormai. Le squadre dovrebbero guardare Dallas, riflettere su queste lezioni e suggerire a se stesse: “Evitiamolo”.