FOTO: Bright Side of the Sun

Questo contenuto è tratto da un articolo di imKevinPS per Bright Side of the Sun, tradotto in italiano da Marco Marchese per Around the Game.


I Phoenix Suns sono tornati nella colonna delle vittorie grazie alla speciale sconfitta inferta ai Denver Nuggets per Natale, prima di ripiombare fuori dalla zona Play-In con un record negativo. Il lavoro non smette mai e, anche al netto di infortuni come quello di Devin Booker, servono molte più partite come quella natalizia per convincere il pubblico che i Suns abbiano superato i loro problemi. In fin dei conti, consistenza e concretezza sono state il loro Tallone d’Achille in questa stagione.

Prima della sfida del Christmas Day contro i Nuggets, i Phoenix Suns avevano un record di 14-14 ed erano nel bel mezzo di una losing streak in corso da 3 sfide – un record avuto anche l’anno scorso, sotto una diversa guida tecnica. La scorsa stagione è stata una fase sperimentale con i nuovi Big Three, Kevin Durant, Devin Booker e Bradleay Beal, periodo in cui si sperava che i 3 riuscissero a trovare il bandolo della matassa da soli. Ma i Suns, che adesso hanno sulla panchina un nuovo coach – uno dei più vincenti in Regular Season – e una point guard che tutti invidiano, si sono impantanati nella stessa palude un anno dopo, vincendo solo 1 delle ultime 6 uscite stagionali. Perciò, cosa c’è che non funziona in questa squadra? Ecco un’analisi delle statistiche per provare a comprenderlo.

Palle perse

Per le squadre avversarie, osservare gli scouting report e creare un game plan per sfidare i Suns dev’essere un compito relativamente semplice: basta lasciarli tirare dalle loro mattonelle nella prima metà della partita, per poi contare il numero di palle perse accumulate una volta tornati dagli spogliatoi per l’Intervallo. I Suns hanno una media di 14.2 palle perse a partita nelle prime 29 uscite stagionali, risultato valido l’11° posto in NBA. Qualcuno potrebbe azzardare che non sia una statistica tanto brutta, poiché i Boston Celtics, come termine di paragone, ne contano appena 2 in meno. Comunque, le statistiche avanzate raccontano che la Turnover Percentage dei Celtics sia la 2° migliore della lega, con il 12%, alle spalle soltanto degli Oklahoma City Thunder con il loro 11.9%, mentre la franchigia dell’Arizona si trova 10 posti più in basso, con il 14%. Per spiegare più semplicemente questa statistica, c’è una grandissima possibilità che una giocata dei Suns termini con un turnover, poiché i Suns erano 10 posti più in basso rispetto ai Celtics – nel momento della sfida contro Dallas. Cosa vorrà dire tutto ciò? Tyus Jones è leader della classifica per possessi condotti a partita, ed è giusto così poiché è la point guard e i suoi compagni gli affidano il pallone per creare gioco. Il problema nasce nel 2° o 3° tocco all’interno del possesso, come ben visibile nelle 2 clip successive.

In questo primo video, Royce O’Neale avrebbe dovuto leggere meglio la difesa in luogo di Kevin Durant, poiché ci si aspettava che KD venisse raddoppiato nel tentativo di posizionarsi nella sua zona di massima pericolosità; Royce avrebbe dovuto andare alla ricerca del passaggio anziché attendere passivamente il pallone, cosa che ha concesso a Russell Westbrook – che conosce Kevin Durant meglio di chiunque altro – la possibilità di rubare palla e andare a segnare in transizione. Per quanto riguarda KD, un passaggio per Jusuf Nurkic, che stava penetrando nel pitturato, avrebbe potuto rappresentare una situazione di gioco più appetibile rispetto ad una conclusione da parte di O’Neale – nonostante quest’ultimo non stia performando male.

Il secondo esempio mostra un tipo di giocata che potrebbe far rimanere perplessi per parecchio tempo. Si tratta di un passaggio perfetto da parte di Beal, mentre Nurkic ha deciso di passare ulteriormente il pallone una volta giunto nel pitturato. Se si è muniti di una certa stazza, si DEVE schiacciare a canestro – o provare ad ottenere un fallo. Ci si potrebbe chiedere: perché questi video su Nurkic e Durant? Perché sono coloro con il più alto numero di palle perse tra i giocatori con più di 20 minuti di media a referto. 

Grinta e compostezza

I Suns hanno disputato 28 partite prima di quella del Christmas Day contro i Denver Nuggets, e avrebbero potuto evitare alcune delle 14 sconfitte patite, se solo avessero saputo come affrontare le squadre più fisiche. Spesso, il racconto di ogni sconfitta dipingeva dei Suns ottimi nell’esporre la qualità del proprio gioco, ma incapaci di mantenere il vantaggio quando gli avversari hanno alzato il ritmo e hanno giocato più duro. Ancora una volta, una storia simile a quelle della passata stagione – in cui andavano in crisi nel 4° Quarto, mentre le disfatte attuali hanno spesso avuto origine di ritorno dall’Intervallo. I Suns hanno una media di 27.6 punti nel 3° Quarto quest’anno, valida per il 20° posto nella lega, affiancati da 2.9 palle perse. Non male, si direbbe. Ma restringendo la statistica alle sole sconfitte, le cifre diventano meno gradevoli: 26.2 punti con 3.1 turnover. Qui si fa sentire la mancanza di Chris Paul, un uomo dalla mentalità granitica, capace di mantenere i compagni concentrati sulla sfida, ed anche Jae Crowder, che dà sempre il meglio di sé per “bullizzare” fisicamente gli avversari. Si prenderà la gara contro gli Orlando Magic come termine di paragone, in cui i Suns avevano un vantaggio di 62-57 all’Intervallo. I Magic, senza i loro 2 migliori giocatori, hanno sopraffatto gli uomini di coach Mike Budenholzer grazie al loro gioco sporco, vincendo per via delle loro giocate difensive che hanno generato svariate palle perse per i Suns.

Squadre come i Magic e i Thunder, dallo stile di gioco rapido e fisico, continueranno a rappresentare un problema per i Phoenix Suns, almeno fino a quando non troveranno un giocatore (o più di uno), capaci di controbattere alla fisicità avversaria. 

Sensazione di “pienezza”

I Phoenix Suns hanno spesso scherzato con il proprio “pane” quest’anno, pagandolo a prezzo pieno. Attualmente, infatti, si trovano a riscontrare un record di 5-5 contro squadre con meno dello 0.5 di vittoria. Una franchigia con accesso di diritto ai Playoffs, o una seria contender, riderebbe sghignazzando di questo risultato. Basta dare un’occhiata ai Celtics, che registrano un record di 13-2 contro le squadre più deboli, oppure OKC, che risponde con un 9-0. I San Antonio Spurs, da cui ci si aspetta che terminino la stagione in zona Play-In Tournament, hanno un record migliore dei Suns, con 10-4. 

Il Dilemma del lungo

Phoenix ha bisogno di un upgrade nel ruolo di centro. Chi sarebbe meglio di Jusuf Nurkic, le cui giocate stanno conducendo alla follia i tifosi per le scelte scellerate sul parquet? Jonas Valanciunas e Nikola Vucevic sono dei nomi fatti da Duane Rankin in un suo articolo per The Arizona Republic, consapevole della voglia dei Suns di cedere Nurk. Ecco le statistiche dei giocatori appena menzionati.

  • Valanciunas: 11.6 punti, 55% dal campo, 7.9 rimbalzi, 2.2 assist e “solo” 1.7 palle perse di media – nel roster dei Washington Wizards, attualmente con un record di 4-23.
  • Vucevic: 20.7 punti, 57.8% dal campo – che tira molto meglio di Nurkic da oltre l’arco, con il 45%, ed ha lo stesso numero di palle perse di Valanciunas.

Ma prima che i tifosi possano sperare di aggiungere a roster un giocatore da 20 o più punti di media, è essenziale ricordare che anche se i Chicago Bulls accettassero miracolosamente la trade, i Suns non possono attuare una trade giocatore-per-giocatore per Vucevic, poiché quest’ultimo guadagna $20 milioni l’anno, 2 in più del pari ruolo bosniaco dei Suns. Curiosamente, inoltre, nessuno dei giocatori menzionati ha una percentuale di vittoria ai Playoffs maggiore del 35% in carriera, ma Nurkic ha la percentuale peggiore dei 3. Si tratta di qualcosa da tenere sempre a mente. 

Grinta difensiva

C’è un vecchio detto che narra che la difesa vinca i Titoli, ma i Suns sembrerebbero dipendere troppo dalla loro fase offensiva per vincere le sfide e non sul difendere duro. Le performance difensive della franchigia dell’Arizona a dicembre sono state veramente misere. Posizionandosi al 26° posto per Defensive Rating, i Suns non stanno rendendo la vita difficile ai loro avversari per trovare la via del cesto. Nei panni di coach Mike Budenholzer, bisognerebbe riuscire a trovare un modo di impiegare maggiormente Josh Okogie e Ryan Dunn come antidoto difensivo, anche se ciò comporterebbe qualche problemino in più sul versante offensivo. 

Infortuni

Non c’è molto da raccontare riguardo quest’aspetto del gioco. Ma, forse, sarebbe più consono mettere a punto un load management per una superstar di 36 anni. 


In conclusione, il punto debole e fondamentale per i Phoenix Suns d’ora in avanti sarà rappresentato da concretezza e solidità: se dovessero riuscire a tirarsi fuori da questo pantano – cosa che rimane nelle loro corde – dovranno mantenersi concreti e solidi, a prescindere dalla formula vincente che riusciranno a mettere a punto.