
I New Orleans Pelicans hanno un record di 5 vittorie e 20 sconfitte, 2° peggiore della Lega valido per l’ultimissimo posto nella Western Conference, nonostante un monte ingaggi tale da pagare la luxury tax. Quando si crea una discrepanza di questo tipo fra prestazioni e denaro investito in un nucleo, molto spesso il presagio è quello di incorrere in una spaccatura, una crisi che porti ad amputare qualche elemento per ritrovare un “equilibrio” fra le due dimensioni. Nel caso di NOLA, ci sono svariati fattori di cui tenere conto e una serie di bombe a orologeria pronte a esplodere:
Infortuni
Una dovuta premessa, specificando che gran parte del rendimento sia influenzato da questioni fisiche. La situazione è problematica su più livelli, a partire dal fatto che il nuovo acquisto Dejounte Murray si è rotto al debutto saltando le successive 17 gare e rientrando con un rendimento ben al di sotto delle aspettative – 16.1 PTS con 3.6 palle perse di media e un’efficienza tragica, 45.2% di true shooting. A questo, è andato ad aggiungersi l’ennesimo infortunio di Zion Williamson, fuori dai giochi dal 6 novembre e senza ancora una data programmata per il ritorno – Shams Charania (ESPN) un paio di settimane fa ha riportato che “il ritorno non sia vicino”, accennando a possibili aggiornamenti oltre metà dicembre. Anche Herbert Jones ha perso 18 gare per infortunio, CJ McCollum 13 di fila, mentre Brandon Ingram ha giocato per intero solo 2 delle ultime 10, infortunandosi (piuttosto malamente) alla caviglia in quella giocata parzialmente contro i Thunder un paio di giorni fa. Anche lui è fermo a tempo indeterminato. Questi sono tutti i titolari, ma per esempio anche Jose Alvarado è fuori dai giochi da inizio novembre, quando si parlò di un periodo di 6 settimane di degenza, così come Trey Murphy III ha perso le prime 10. Situazione a dir poco drammatica, che ha dato vita a lineup curiose in pieno stile Memphi Grizzlies 2024.
Brandon Ingram
Il cambio di agente avvenuto di recente, passando all’arcinoto Klutch Sports Group, fa pensare a un grosso cambiamento in arrivo per Brandon Ingram. Considerando il brutto infortunio che potrebbe tenerlo fermo a lungo e le prestazioni di squadra, non sembra esserci margine per un rinnovo a cifre spropositate, ricordando che lo stipendio da $36 milioni del giocatore è in scadenza. Di conseguenza, la via della trade parrebbe la più plausibile e, secondo quanto riportato da Shams Charania su ESPN, i Pelicans ci avrebbero provato già alla fine della passata stagione, cercando di spedire Ingram a Minneapolis per acquisire Karl-Antony Towns – una mossa lampo, tentata prima che scattasse il primo anno del nuovo contratto di KAT. A New Orleans, come da tempo, ci si continua dunque a muovere su questo fronte:
“I Pelicans e Ingram hanno trattato sul prolungamento del contratto, oltre a sondare la lega per uno scambio. Secondo le fonti, la precedente rappresentanza di Ingram aveva chiesto un prolungamento del contratto di 50 milioni di dollari a stagione, una cifra vicina al suo massimo. Non c’è stato alcun accordo. I Pelicans, che hanno già superato la soglia della luxury tax in questa stagione, dovranno far fronte a un aumento delle penali legate al salary cap per gli anni a venire. L’executive vice president of basketball operations David Griffin ha adottato un approccio sostenibile alla costruzione del roster senza andare incontro alla tassa – New Orleans non è mai stata una squadra da luxury – ma firmare un’estensione costosa per Ingram spingerebbe i Pelicans non solo molto oltre la tassa, ma anche verso l’apron, limitando ulteriormente le possibilità di aggiunte a roster. L’acquisto in stagione di Dejounte Murray e il recente prolungamento di Trey Murphy III hanno spinto il monte salari dei Pelicans nella prossima stagione a 157 milioni di dollari, 31 milioni al di sotto della luxury tax. […] Ora, la nuova agenzia di Ingram sarà in costante dialogo con Griffin sul futuro del 27enne. A causa della loro situazione finanziaria, è improbabile che i Pelicans riescano a raggiungere l’attuale stipendio annuale di Ingram con un’estensione, rendendo la via dello scambio molto più probabile di un accordo a lungo termine, secondo quanto affermano fonti interne alla lega. New Orleans, tuttavia, apprezza molto Ingram e si prevede che terrà aperta la porta dell’estensione, sempre secondo le stesse fonti.”
Con un rendimento di squadra simile e poche garanzie dal punto di vista fisico, a cui si sommano anche i problemi di fit con Zion Williamson (un’analisi QUI), la prima pedina da scambiare per risparmiare qualcosa sembra proprio Ingram, nonostante l’indiscutibile talento.
Zion Williamson
Come anticipato, timeline ancora inesistente per il ritorno della stella dei Pelicans, fuori dal 6 novembre. Siamo a 184 gare in 5 stagioni, fra le quali va conteggiato un rookie year da 24 presenze, il 2021/22 del tutto fuori e 29 presenze nel 2022/23. Al di là del campo, i problemi di Williamson rischiano di diventare anche e soprattutto economici, viste le clausole contrattuali e i recenti sviluppi con la propria agenzia, che lo ha scaricato a seguito dell’ennesimo infortunio. Un paio di estratti da QUESTO approfondimento:
The Athletic ha rivelato che l’Agenzia che lo rappresenta, Creative Arts Agency (CAA), si sia separata dalla stella per ragioni non precisate dal suo primo rappresentante, Austin Brown, ma sembra lampante che sia a causa dei dubbi sulla sua salute fisica. Williamson, al momento senza un’agenzia, dovrà aspettare minimo 15 giorni prima di trovare un altro agente a seguito del licenziamento del precedente, stando alle regole vigenti. Il quinquennale da $197 milioni iniziato nel 2023 sembrerebbe comunque indicarne un’eventuale tranquillità a livello teorico, ma si ricordano le stringenti clausole che danno molto potere ai Pelicans in caso di assenze del giocatore e peso eccessivo nelle misurazioni svolte durante l’anno.
Prendendo le informazioni dalla pagina Spotrac, attinte dall’articolo di Mike Vorkunov su The Athletic, queste sarebbero le clausole. Le stagioni garantite sono diventate non garantite a causa della clausola delle partite giocate:
- 2024-25: 50% garantito, completamente garantito 7 gennaio 2025
- 2025-26: non garantito, completamente garantito 15 luglio 2025
- 2026-27: non garantito, completamente garantito 15 luglio 2026
- 2027-28: non garantito, completamente garantito 15 luglio 2027
Esistono alcuni trigger di garanzia se vengono soddisfatti determinati criteri:
- Il 20% dello stipendio del 2025-26 diventa garantito se supera tutti e sei i controlli di peso durante la stagione 2024-25.
- Il 40% dello stipendio del 2025-26 diventa garantito se gioca >= 41 partite durante la stagione 2024-25, un ulteriore 20% se gioca >= 51 partite, il restante 20% se gioca >= 61 partite.
- Gli stipendi per le stagioni 2026-27 e 2027-28 possono essere garantiti nuovamente se si raggiungono le metriche di cui sopra nella stagione precedente.
Ulteriori protezioni passano da:
- Il peso, che deve essere inferiore a 295 libbre; il grasso corporeo deve essere monitorato.
- Infortunio al piede destro
In grassetto sono evidenziate le parti riguardanti la stagione in corso che potrebbero influenzare il contratto del prossimo anno, fra cui sono degne di segnalazione le 61 gare da giocare per ottenere il 20% aggiuntivo, cifra che quasi sicuramente non verrà raggiunta da Zion Williamson anche in caso di test di peso superati. Pochi dubbi, infine, sul fatto che il contratto diventerà garantito al 7 gennaio, ma bisogna menzionare la possibilità dei Pelicans di tagliarlo a fine stagione: non è probabile, al momento, dato che si parla di un top della Lega quando è in campo, ma non è da escludere del tutto in caso il problema si riveli davvero cronico o qualora si presentino ulteriori infortuni traumatici. Insomma, il rientro in campo, per Zion Williamson, si fa adesso una questione di priorità soprattutto economica.
I Pelicans hanno già fatto sapere che non intendono scambiarlo, anche perché – se sano, un se enorme, ma tant’è – si parla di un potenziale top-10/15 NBA, ma un ridimensionamento delle cifre contrattuali sarà assolutamente necessario al netto dei problemi fisici cronici dimostrati da Zion in questi primi anni di carriera. E allora bisognerà stare attenti a eventuali frizioni, se mai ci saranno.
Gli altri
In una situazione così, è ovvio che altre realtà comincino a sondare il territorio per un eventuale smantellamento. Stando a Shams Charania, ad essere attenzionati sarebbero CJ McCollum e Herbert Jones: il primo è titolare di un altro stipendio candidato a essere amputato, qualora si decida di risparmiare qualcosa, dal momento che si parla di $33.3 milioni in questa stagione e di $30.7 milioni nella prossima; il secondo, invece, è fra i giocatori con più valore a roster, mostro di versatilità difensiva, 26enne e con uno stipendio che occuperà circa il 9% del cap di squadra fino al 2026/27, fra i migliori contratti NBA. Visti i 33 anni e i $33 milioni che si porta dietro McCollum, eventuali tagli alle spese sarebbero più probabili tramite la sua cessione, anche a costo di ricevere in cambio solo un paio di role player. Se l’obiettivo è evitare la luxury tax e continuare a investire su Zion Williamson, il procedimento da seguire per i Pelicans può essere solo questo, o aspettare che tutti siano sani continuando a credere in questo nucleo. L’unico, enorme dubbio consiste nel fatto che purtroppo, realisticamente, non sarà mai al completo.