FOTO: San Antonio Spurs / Lucy Kaneb

Victor Wembanyama non aspettava altro che un’occasione come quella dei Paris Games NBA 2025, lo si legge sulle sue labbra sorridenti, lo si capisce dalle sue parole. Le sfide della Accor Arena vedranno affrontarsi San Antonio Spurs e Indiana Pacers il 23 e il 25 dicembre, ma quella parigina è un’intera settimana dedicata alla pallacanestro americana.

“Il modo in cui affronto questo viaggio è il mio modo di restituire un po’ al pubblico francese, cercando di accontentare molte persone che non avranno mai la possibilità di andare negli Stati Uniti.”

“È un orgoglio, ma anche una responsabilità. In termini di sport, ma anche di comunicazione, dell’immagine degli Spurs, che è sempre stata comunicata. Ma la cosa principale resta lo sport.”

“Sono un sacco di emozioni. È stato anche un po’ surreale vedere tutti i miei compagni di squadra in questa arena dove ho passato tanto tempo. È un po’ come se due mondi si scontrassero. Per ora sta andando bene. In ogni caso, è estremamente piacevole. C’è emozione.”

– fonte: press conference del 20 gennaio

Con AtG abbiamo il privilegio di essere presenti e coprire l’evento come media accreditato, e dal vivo si capisce ancora di più quanto Wembanyama tenga alla presenza dei propri compagni di squadra “a casa sua”. Lo stesso Chris Paul, super veterano con esperienza ventennale in NBA, oggi dopo la sessione di allenamento mattutina ha ammesso di aver fatto un’esperienza nuova, presenziando una sfilata di moda “per la prima volta in vita sua”, nonostante ami passare tempo con la propria famiglia. E Wemby non dà affatto nulla di tutto questo per scontato – ha ammesso che avrebbe avuto piacere nel portare a cena fuori anche coach Popovich, purtroppo assente:

“Significa molto per me, soprattutto il modo in cui hanno risposto a tutto ciò che volevo far vedere loro, alle cose che volevo che scoprissero. Questo è il miglior regalo che potessero farmi, cercherò di ripagarli in ogni modo e di fare in modo che si godano il tempo qui.”

– fonte: press conference del 22 gennaio

Tutti i riflettori saranno puntati su di lui in questi due giorni, che si preannunciano suggestivi, sebbene questo genere di pressione non sia nulla di nuovo. Wembanyama riconosce perfettamente l’importanza del proprio ruolo, e risponde con estrema lucidità anche a domande complesse, come quelle riguardo alla ricerca di un equilibrio fra voler ottenere successo in campo ma dover anche avere allo stesso tempo la responsabilità di essere la nuova faccia della Lega:

“Cerco di rendere positivo l’impatto che sto avendo, di usarlo come dono. Essere un giocatore NBA è il mio sogno, e bisogna usare queste opportunità per trarne il meglio, come nella vita.”

– fonte: press conference del 22 gennaio

E, a proposito di rendere positivo il proprio impatto, Victor Wembanyama il 21 gennaio si è recato a Le Chesnay, propria città natale, come volto dell’iniziativa “Play Paris” organizzata dai San Antonio Spurs in terra francese e guidata da Spurs Give, che ha visto mettere in scena l’inaugurazione di un campetto outdoor (anzi, due, uno 5×5 e l’altro 3×3), con tanto di clinic del giocatore di San Antonio in compagnia di bambini e bambine delle giovanili. Un modo per l’organizzazione texana di allargare ulteriormente la propria rete oltreoceano, e allo stesso tempo un “tributo” al percorso di Wembanyama da Parigi alla NBA.

“Crescendo ho sempre desiderato un campo di gioco di buona qualità. Oggi ho tutte le persone intorno a me che mi aiutano a realizzare questo progetto per i bambini […] Da quando mi hanno chiesto dei progetti a Parigi, questo è stato il primo che ho voluto realizzare.”

Per chiudere, non dimentichiamo il motivo per cui esistono i Paris Games: la competizione. La lettura dei propri progressi svolti in questi primi due anni di NBA è molto lucida da parte di Victor Wembanyama, aspetto essenziale per rendere questi due giorni non solo una vetrina NBA in terra francese, ma anche per aiutare gli Spurs a risalire la classifica – al momento al 12° posto nella Western Conference:

“Sapere cosa fare in attacco, quali spot sfruttare. Nelle prime partite ci sono stati molti esperimenti, e non bisogna darlo per scontato, perché si impara solo tramite moltissimi errori. Bisogna fare dei tentativi. Difensivamente si tratta di adattarsi ai limiti avversari, come fosse una partita a scacchi, bisogna anticipare la mossa avversatia. Ho imparato molto soprattutto marcando i singoli giocatori. In generale, poi, si tratta di diventare più forte fisicamente.”