Dopo aver tentato l’esperienza in Grecia abbandonando temporaneamente l’NBA, Kevin Porter Jr. torna negli Stati Uniti e lo fa scegliendo i Los Angeles Clippers, come confermato da Shams Charania. Le cifre del contratto, della durata di 2 anni, non sono ancora note. Porter ha giocato a Houston fino al 2023, dove aveva addirittura registrato medie di 19.2 punti a partita in 59 gare totali. Era poi stato scambiato a OKC, che l’aveva prontamente tagliato, dopo le accuse di violenza domestica per le quali ha patteggiato a gennaio. Da qui l’esperienza al PAOK e, ora, il ritorno in NBA in maglia Clips.

Vediamo se, a Los Angeles, riusciranno a tirare fuori il talento grezzo mai pienamente emerso in questi anni e celato non solo dai fatti fuori dal campo, ma anche da una certa discontinuità a livello mentale che si intravedeva già dai tempi del college. A Houston, dopo Cleveland, non ha trovato un contesto ideale, tanto che la gestione Silas è ricordata da moltissimi giocatori – fra cui un veterano come John Wall, che ci è passato – come caotica e molto, molto confusionaria. Non a caso, di quel nucleo sotto Ime Udoka non è rimasto molto. La miglior stagione di Kevin Porter Jr. in NBA risale proprio al 2022/23, dove ha giocato 59 partite da titolare girando a 19.2 punti di media con il 36.6% su 6.5 triple tentate a partita – ma una true shooting sotto la media della Lega e oltre 3 palle perse a partita. Il playmaking di KPJ si è rivelato mediocre a questi livelli in più di un’occasione, e l’unico apporto offerto ai Clippers sarà probabilmente quello di microwave scorer in uscita dalla panchina, capace di iniziare l’azione in determinati possessi con la second unit e di agire come tiratore sugli scarichi qualora si dovesse ritrovare in campo con i titolari.