Shaun Livingston e quella mossa di Kobe Bryant che gli fece perdere la testa

Per i giocatori entrati in NBA verso la metà degli anni 2000, Kobe Bryant era il principale punto di riferimento, l’esempio da cui cercare di assorbire le informazioni giuste per rimanere il più possibile nella lega.

Bryant lo sapeva, e, in linea con la sua personalità, spesso testava i giocatori giovani per capire di che pasta erano fatti. Lo ha confermato Shaun Livingston, in una puntata del podcast “All the smoke”:

Quando sono arrivato della lega, lui era uno che voleva capire se giocassi per i soldi o se amassi il gioco, e penso che abbia capito che io ero un vero “hooper”


Per via della taglia combinata con la rapidità laterale, Livingston è stato per anni un ottimo difensore contro gli esterni avversari. Gli è capitato quindi di dover marcare Kobe in uno-contro-uno.

Il suo ricordo non è felicissimo, almeno dal suo punto di vista:

Mi ricordo come era difenderlo, aveva troppe contromosse.

Quel tizio ha segnato un fadeaway con la mano sinistra contro di me; quanto devi essere irriverente anche solo per provare una cosa del genere in una partita NBA, davanti a tutta quella gente?