
Tutto il mondo ormai ha decretato che il doppio scontro diretto fra Oklahoma City Thunder e Denver Nuggets deciderà l’MVP, e il round 1 è di Shai Gilgeous-Alexander. Le due squadre si affronteranno di nuovo in back-to-back nella notte italiana fra lunedì e martedì, dopo che OKC si è presa il matinée domenicale sotto gli occhi attenti di ogni singolo fan. In un momento decisivo per i premi stagionali, infatti, questo doppio appuntamento assume molto più significato del dovuto per ragioni individuali, dato che fra le due compagini non dovrebbe esserci nemmeno competizione: i Thunder hanno il secondo miglior record NBA, con 53 vittorie e sole 11 sconfitte, con il primo defensive rating della Lega in assoluto e una produzione offensiva top-5 (4°); i Nuggets, invece, sono la più classica delle pretender, dipendente in tutto e per tutto da Nikola Jokic, che li sta guidando al 3° posto nella Western Conference con il 2° miglior offensive rating della Lega. I numeri del tre volte MVP parlano da soli: 28.8 punti di media, 3° in NBA; 12.9 rimbalzi, 3° in NBA; 10.5 assist, 2° in NBA; con lui in campo, i Denver Nuggets producono 128.7 punti per 100 possessi, cifra che sarebbe valida per il migliore attacco della Lega con distacco, mentre quando esce scendono a 104.1, cifra valida per stare sotto l’ultimissimo posto. Il suo swing in termini di on/off net rating, cioè la differenza punti fra attacco e difesa su 100 possessi fra quando è dentro e quando è fuori, è di -23.6 punti, pura follia. Ma questo non è comunque bastato contro i Thunder, una delle favorite al titolo nonché difesa senza alcun punto debole, capace di tenere il lungo serbo a “soli” 24 punti segnati con efficienza molto sotto la media per lui – 10/23 dal campo, 2/10 da tre punti – seppur conditi dai soliti 13 rimbalzi e 9 assist, con 1 rubata e 3 stoppate. I limiti dei tiratori circostanti hanno permesse sempre il collasso sul centro avversario ai Thunder, che non solo hanno sempre un corpo come quello di Isaiah Hartenstein, Chet Holmgren o Jaylin Williams da tirare su Jokic, ma anche una serie di difensori in aiuto di altissimo livello – come lo stesso Chet, Shai o Jalen Williams – o abili borseggiatori – come Alex Caruso, Lu Dort, Cason Wallace e via dicendo. Troppo per i Nuggets, che dall’altro lato sono pian piano morti sotto i colpi inferti da Shai Gilgeous-Alexander, che ha chiuso invece con 40 punti, 8 rimbalzi, 5 assist e 3 stoppate, pur al netto di una true shooting% nella media (56.3%). SGA ha adesso 11 prestazioni da 40+ punti in stagione, 4 in più del secondo (proprio Jokic), ed è sempre più il capocannoniere della NBA, con 32.3 punti di media. Proprio per questo motivo, a seguito di una prestazione simile in uno scontro diretto, il sentimento generale è stato quello espresso da Chet Holmgren ai microfoni post-partita, durante l’intervista del compagno:
MVP. Tre lettere: MVP.
– Chet Holmgren
Ovviamente anche Shai Gilgeous-Alexander ha commentato questo topic, una domanda tanto scontata quanto attesa era la risposta:
Per me si tratta solo di ottenere la vittoria, solo di questo. Amo gli MVP, amo le selezioni da All-Star, amo tutti i riconoscimenti che ne derivano, ma niente di tutto questo conta se non si vince. Questo è quello in cui credo, e sono soddisfatto del risultato di stasera perché abbiamo vinto.
– Shai Gilgeous-Alexander
Sulla questione ha detto la sua anche Jalen Williams, che ha spiegato come al compagno dell’MVP interessi, ma non quanto a lui o ad altri giocatori dei Thunder. Sarebbe un giusto riconoscimento, senza dubbio, ma SGA ha ragione quando dice che conta solo vincere, dal momento che quello è l’obiettivo stagionale di OKC, al netto dei grandi risultati ottenuti finora:
“Significa molto. Probabilmente significa più per noi che per lui. Allo stesso tempo, siamo tutti concentrati sulla vittoria. E vincere risolve la maggior parte dei problemi.”
– Jalen Williams
"I love MVPs, I love All-Stars. … None of it matters if you don't win."
— NBA on ESPN (@ESPNNBA) March 9, 2025
SGA has one thing in mind 🏆 pic.twitter.com/hEkx28JOZo