In una svolta significativa, la Commissione Cultura e Istruzione del Senato ha dato via libera lo scorso 5 marzo a una risoluzione che rivede il divieto di pubblicità delle scommesse sportive, una misura introdotta nel 2018 con il “Decreto Dignità” che vieta qualsiasi forma di pubblicità delle scommesse sportive e dei siti scommesse, che sia diretta o indiretta.

Questa proposta, sostenuta dall’esecutivo guidato Giorgia Meloni, punta a rilanciare le finanze del calcio, da anni in difficoltà, aprendo la porta a nuovi flussi di entrate attraverso sponsorizzazioni legate al betting.

Questa riforma non si limiterebbe solo alla rimozione delle restrizioni pubblicitarie, ma prevedrebbe anche di destinare una percentuale degli introiti (l’1%) a progetti di sviluppo. Tra questi, la modernizzazione degli stadi, il rafforzamento del calcio giovanile e femminile e campagne di sensibilizzazione per un gioco più responsabile.

Nonostante le critiche della sinistra, il ministro dello Sport Andrea Abodi ha difeso la riforma, sostenendo che una regolamentazione più chiara del mercato delle scommesse possa favorire gli operatori legali e contrastare quelli illegali, oltre a garantire maggiore trasparenza.

Le critiche della Federazione Italiana Pallacanestro: “No a leggi solo su una federazione”

Come ha riportato ANSA in un’intervista a Gabriele Gravina, il presidente Federbasket ha espresso perplessità riguardo alle misure di adozione proposte, riservate per il momento esclusivamente alla sfera calcistica, riconoscendone comunque l’importante ruolo nello sport italiano.

Il punto più contestato sembra essere l’allocazione dei proventi delle scommesse, che in passato venivano distribuiti tra le diverse federazioni sportive in modo proporzionale. La nuova risoluzione infatti creerebbe una disparità di trattamento, vista la necessità sempre crescente di interventi, soprattutto in relazione alle infrastrutture, anche per altre discipline come il basket e il tennis.

L’esclusione di altre federazioni da questa nuova riforma potrebbe quindi penalizzare numerose discipline che, sebbene non abbiano lo stesso peso economico del calcio, vantano comunque una grande popolarità e necessitano di investimenti per crescere. Questa riforma del calcio, se ampliata in modo oculato, potrebbe essere un’ottima occasione per introdurre cambiamenti di più ampio respiro per sostenere le diverse discipline sportive in Italia in modo più equo.

Popolarità in crescita: tutti i numeri del basket in Italia

I numeri non mentono: la popolarità della pallacanestro è in costante crescita, riconfermandosi come il terzo sport più seguito dagli italiani nel 2024. Secondo le rilevazioni Nielsen, attualmente sarebbe seguita da circa il 28% della popolazione del Belpaese, per un totale intorno ai 10 milioni di spettatori – questo nonostante la Rai non abbia deciso di non trasmettere le finali playoff dello scudetto Scudetto, uno degli eventi clou della scorsa stagione.

Se guardiamo poi i dati della ricerca StageUp/Ipsos, i dati audience della serie A del basket italiano, vediamo una crescita del 2% rispetto alla stagione precedente, un aumento del 49.2% rispetto alla rilevazione precedente del novembre 2019.

Dando uno sguardo anche al mondo delle scommesse, le statistiche indicano che le scommesse sul basket rappresentano quasi il 15% delle scommesse sportive effettuate nel nostro paese, una percentuale in continuo aumento. Questo dimostra che il basket non solo attira tifosi e investimenti, ma rappresenta anche una parte rilevante del mercato delle scommesse sportive.


L’attuale riforma della pubblicità sulle scommesse sportive rappresenta un’opportunità di rilancio per il calcio italiano, ma la sua applicazione esclusiva a questa disciplina rischia di creare un divario economico con altre federazioni sportive. La crescita del basket in termini di audience e coinvolgimento del pubblico suggerisce che un provvedimento simile, esteso anche a questa disciplina, potrebbe generare benefici non solo per i club di pallacanestro, ma anche per lo Stato, permettendo di sostenere lo sviluppo di impianti sportivi multifunzionali e investimenti nel settore giovanile.

Aprire le porte della pubblicità del betting anche al basket e ad altri sport significherebbe garantire maggiore equità nel sistema sportivo italiano, valorizzando discipline che, pur non avendo le stesse risorse economiche del calcio, vantano un forte seguito e un impatto significativo nel panorama sportivo nazionale. Resta ora da vedere se il governo sarà disposto a considerare un’estensione della riforma o se la questione resterà confinata esclusivamente al mondo del calcio.