
Già dal primo quarto della gara contro i Clippers, le cose sono apparse tese in casa Phoenix Suns. Appena chiamato un timeout da coach Mike Budenholzer, Kevin Durant si è avvicinato stizzito e ha rifiutato l’approccio del proprio allenatore, che sembrava voler chiarire qualche aspetto del gioco. Pochi istanti dopo, i due si riappacificheranno, ma non è un buon inizio: i Suns chiudono sopra di 6 punti il primo quarto, ma subiranno un’imbarcata da 41-19 nel secondo, arrivando a toccare il -23 nella partita.
A mettere una pezza – sulla gara, in campo; sull’episodio con l’allenatore, ai microfoni – è lo stesso Durant, che con 19 punti nel quarto periodo, e 34 totali con 22 tiri, guida la rimonta dei suoi, sempre undicesimi nella Western Conference ma adesso a “sole” 3 vittorie di distanza dal 10° posto occupato dai Mavericks – che hanno perso Kyrie Irving per il resto della stagione e forse nemmeno rischieranno il rientro di Anthony Davis – e a 3.5 proprio dai Los Angeles Clippers. Una risposta immediata, fattasi più esplicita in conferenza stampa, dove KD è tornato sull’episodio fra lui e l’allenatore facendo chiarezza e imputando ai media la colpa di gonfiarlo più del dovuto:
“Già. È quello che succede di solito quando non si conoscono le dinamiche di una relazione. Si vede qualcosa in TV, si cita una frase e si spinge la narrazione come se io e Bud non facessimo sempre queste cose. Siamo competitivi come due individui che vogliono che le cose siano fatte nel modo giusto. E a volte il mio modo di fare non è il modo in cui Bud vuole farlo e viceversa. E lui mi permette, come giocatore della squadra, come veterano della squadra, di dare voce alla mia squadra. Se a entrambi non importasse, non ci sarebbero mai cose del genere. Capite cosa intendo? Quindi sono contento che questa ventata d’aria nasconda tutte queste stupidaggini sotto il tappeto perché la gente non vedeva l’ora. Anche alcune persone di Phoenix qui non vedevano l’ora: “Questo è il motivo per cui la squadra non sta giocando bene, a causa di quella specifica cosa” – ma andiamo, amico. Questo dimostra che a me e a Bud interessa davvero cercare di sistemare le cose e di vincere le partite. Quindi capisce il mio punto di vista. Capisco esattamente il suo punto di vista. È solo che le persone all’esterno non conoscono le dinamiche del rapporto. Quindi, per ottenere un po’ di attenzione, se ne escono con cose del genere.
Per favore, postate il seguito della conversazione. Vorrei che si vedesse il video a rallentatore di quando io e lui cerchiamo di trovare insieme una soluzione e ci sorridiamo in panchina e ci diamo dei colpetti sul petto e batto le mie mani. Vorrei che lo postassero su Instagram e Twitter e dicessero: “Wow. Questa è leadership”. Ma quando facciamo queste altre cose, questo attira l’attenzione. È la natura del mondo in cui viviamo. È la natura dei contenuti e dell’NBA in generale. Quindi è frustrante quando si vedono cose del genere e si vedono le reazioni.
Ma, sapete, io so bene cosa c’è tra me e Bud, e lo sa anche lui. E questa non è la prima volta che ci prendiamo. Non è nemmeno stato un litigio, abbiamo avuto un rapido disaccordo e ci siamo spostati subito sulla giocata successiva. E non sarà nemmeno l’ultima volta che capiterà in stagione. E Bud lo sa, sa e rispetta quanto io ci tenga e io rispetto quanto lui ci tenga.“
Un episodio dunque gonfiato, come ne succedono mille a ogni livello, ma che necessariamente fa scalpore perché si tratta dei Phoenix Suns. E giustamente, va aggiunto, visto il record negativo con un payroll da record che non può generare altro che malcontento, per non parlare delle voci sulla cessione dello stesso Durant – alla deadline, prima, e adesso sulla prossima estate (ne abbiamo parlato QUI). Nel frattempo, però, questa sembra davvero ordinaria amministrazione, ascoltando anche le parole di coach Budenholzer:
Sai, io e lui siamo come vecchi amici o cose del genere. Parliamo sempre tra di noi, quindi penso che la sua energia e la sua voce stasera siano state fantastiche. Sì, mi pare che tutto sia nato da una sorta di gioco offensivo: voleva qualcosa, io volevo un’altra cosa, ed è il bello del basket. Quindi credo che, da quel momento in poi, la sua voce, i suoi feedback, le sue idee, i suoi suggerimenti, siano stati una parte importante della serata. Se posso, solo un breve approfondimento. Le è mai capitato di avere uno scambio con una persona e poi sembra che un interruttore scatti e lui si impegni in quel modo e lo faccia per il resto della partita?
Non sono un tipo che torna molto indietro e pensa al passato. Quindi, sapete, è quando si hanno grandi giocatori che conoscono e pensano al gioco che arriva il bello. Il bello di allenare in questa Lega è imparare dai giocatori. Questi ragazzi ci insegnano continuamente, anche se so che dovrebbe essere il contrario. Ma ora comunque è tutto sano. È tutto a posto.
Con un po’ di fortuna per i Phoenix Suns, magari questo episodio servirà proprio a offrire a Kevin Durant e Budenholzer la motivazione necessaria a chiudere al meglio la stagione, all’inseguimento di un posto al Play-In e, da lì, ai Playoffs. Un po’ come successo nel quarto periodo contro i Clippers.
Per fortuna, i 19 punti di KD nel quarto periodo e la rimonta dal -23 basteranno a mettere una toppa su un episodio che altrimenti sarebbe stato mediaticamente ancora più rilevante. Anche se, con questo record, non potrà essere altrimenti di qui alla fine. pic.twitter.com/zI7zpZE8JF
— Around the Game (@AroundTheGameIT) March 5, 2025