FOTO: FIBA World Cup

Non era, chiaramente, la partita da vincere per la Cina di Coach Aleksandar Djordjevic, il cui obiettivo non è mai stato quello di esplodere nell’immediato a livello internazionale. Nonostante le basse pretese degli addetti ai lavori, e di chi scrive, non ci si può non stupire della partenza fortissima a pochi secondi dalla palla a due, con il vantaggio della formazione asiatica grazie a Zhao, autore a fine partita di 17 punti.

Forte delusione del nuovo elemento Li Kaier (al secolo Kyle Anderson) che chiude a 0 punti con uno sconfortante 0/9 al tiro, che però non rende la mestizia del campo per l’ala di Minnesota. Il giocatore sembra isolato e poco coinvolto nel gioco cinese e ancor meno compreso dai compagni, che difficilmente riescono a servirlo o, ancor peggio, a concedergli una spaziatura che potrebbe essere utile.

La partita della Cina rimane comunque convincente in termini di energia ed entusiasmo, con alcune situazioni da gioco libero che mostrano un certo spunto offensivo e a rimbalzo. Risultano comunque cristallini i limiti difensivi, soprattutto per quanto concerne difesa on-ball, fisicità e qualità dei tiri presi per la nazionale di Coach Djordjevic. Il lavoro sarà lungo e difficoltoso, senza dimenticare la grande barriera linguistica che rende tutto lo sviluppo più macchinoso.


Lato Balcani, poco da riferire. Il diesel serbo inizia a basso regime per poi alzare il ritmo, senza andare mai su di giri e mantenendo una velocità costante e inesorabile, mostrando anche ai profani della palla a spicchi l’enorme differenza di cilindrata tra le due compagini.

Uomini di ghiaccio, i giocatori di Coach Pešić, che letteralmente aggrediscono la partita dal terzo quarto per poi completare il parricidio ai danni dell’ex allenatore Djordjevic nel quarto periodo. Tiri distribuiti equamente, penetrazioni incontenibili per i difensori avversari, scarichi e gioco di squadra (30 gli assist per i serbi in questa prima uscita di World Cup) dicono un grande “buona la prima”, che però mostra poco dell’organizzazione e della capacità di reggere la pressione dei grandi talenti Serbi, guidati dall’esperto Bogdan Bogdanovic.

In attesa di vedere la squadra Balcanica misurarsi in partite di tutt’altra portata, non ci si può sbilanciare troppo in opinioni e pronostici; vanno ricordate però le assenze di grande peso che potrebbero rendere claudicante il cammino serbo in questo mondiale.

Chi scrive crede che il vero elefante (assente) nella stanza non sia tanto il neo campione NBA Nikola Jokic, quanto più il nuovo giocatore in forza agli Oklahoma City Thunder, Vasilije Micic, vero talento offensivo capace di salire in cattedra e aggredire partite difficili.

Parricidio effettuato dalla Serbia orfana di due grandi talenti, che ci si chiede quanto possa di fatto impattare su questa già bella competizione FIBA.