
Paul George è un nativo di Palmdale, nella contea di Los Angeles, California. Si sono spesi fiumi e fiumi d’inchiostro per provare a definire l’importanza personale, prima di tutto emotiva, del suo arrivo ai Clippers nell’estate del 2019, quando sembrava che “il ritorno del figliol prodigo” – assieme all’aggiunta di Kawhi Leonard – dovesse finalmente aprire la strada per l’anello. Così, purtroppo per tutti loro, non è stato e, anzi, PG in queste ore sul proprio podcast se ne è uscito con un intervento divenuto virale che non farà proprio piacere ai fan dei velieri. Discutendo con Mikal Bridges dell’accoglienza da parte dei fan quando si va in una nuova squadra, la nuove stella dei Philadelphia 76ers se ne è uscita con questo commento su LA:
“Credo che inizialmente, quando sono tornato a LA, quella era casa, ma non era lo stesso amore. Perché quando ero a LA, tutti dicevano: ‘Dovresti essere un Laker’. Non c’è stato un ‘Benvenuto ai Clippers!’ ma ‘Siamo felici che tu sia a Los Angeles, ma avresti dovuto scegliere i Lakers!’. Questo è quello che sentivo. ‘Sono nella squadra B’, queste erano le vibes intorno a me e l’amore che percepivo.”
Insomma, va bene che con la pandemia il tempo si è dilatato, ma un messaggio ben diverso rispetto a quello del 2019 al suo arrivo, quando dichiarò di “essere cresciuto come un fan dei Clippers”:
Nelle parole di Paul George non c’è probabilmente l’intenzione di risultare offensivo nei confronti della propria vecchia squadra, ma definirla “B-Team” non è comunque un commento consono, considerando anche la rivalità fra le due squadre di Los Angeles e gli “argomenti” spesso addotti dai tifosi Lakers, che fanno leva prevalentemente sugli anelli e sulla differenza di blasone. Soprattutto perché lo stesso Steve Ballmer, proprietario dei Clippers, in questi giorni ha spiegato come la scelta sia stata forzata a causa del nuovo CBA (non si volevano spendere le cifre richieste dal giocatore) ma riservando per la sua ex stella solo parole di apprezzamento: “Amo Paul, a partire dall’essere umano. Paul è un grande essere umano, e ho davvero apprezzato l’opportunità di conoscere la sua famiglia. Perciò, a livello personale, ho odiato perderlo. L’ho odiato davvero.”. Insomma, per quanto magari involontaria, l’uscita di Paul George non è stata la più elegante che ci potesse essere, per usare un eufemismo.