
Questo contenuto è tratto da un articolo di Oliver Fox per Celtics Blog, tradotto in italiano da Marco Marchese per Around the Game.
Molti osservatori e amanti di basket sono totalmente biasati. S’ignora o non si tiene conto di una tonnellata di dati e statistiche. Per quanto quest’articolo possa sembrare di parte, in realtà è un’analisi di suddetti numeri, esposta in maniera testuale. Perciò, potrà anche non ricevere fiducia, ma dopo quest’analisi si evince che la NBA non abbia la minima chance contro i Boston Celtics. Forse il 18° Banner può aver dato fin troppa self-confidence al tifo bianco-verde e alla squadra, ma sembrerebbe più scontata la vittoria finale del Titolo quest’anno molto più che nella passata stagione. Ed è per questo che è legittimo affermare che l’intera lega non abbia alcuna chance contro i C’s. Nessuna chance, zero. Pur aggiungendo le singole possibilità di vittoria di ogni altra squadra, e il talento a loro disposizione, rimarrebbe un confronto impari.
Alcuni analyst e opinionisti NBA affermano ancora che il resto della NBA sia “too big to fail” [troppo grande per fallire, ndr], e ci sono anche alcune statistiche a sostenere le possibilità delle altre franchigie contro i Celtics. Le agenzie di scommesse non prevedono andamenti irregolari come facevano l’anno scorso. I Boston Celtics sono al 3° posto per Offensive Rating e al 10° per Defensive Rating, non hanno il miglior record della loro Conference, con i Cleveland Cavaliers a spingere al massimo, proprio come tutti si aspettavano. Ma è un miraggio. La lega, infatti, ha le stesse chance di sopravvivere ai C’s di una palla di neve nel deserto del Sahara, mentre la palla di neve bianco-verde si trova al fresco, in cima a un ghiacciaio, e continua ad accumulare strati di neve proveniente da ogni parte degli Stati Uniti. Ma, tralasciando per un attimo le statistiche, avanzate o semplici che siano, e dando spazio alle sensazioni: le cose sembrano andare per il verso giusto o sbagliato, per il resto della NBA?

Almeno nel mondo del basket, le cose tendono ad andar male. Infatti, gli sport per natura si assicurano che questo accada. La linea da 3 punti è abbastanza lontana da far sì che gli errori siano più che le conclusioni a bersaglio; gli infortuni capitano a tutte le franchigie – in caso di dubbi, chiedere agli Orlando Magic per maggiori informazioni – e inoltre la lega prevede vantaggi difficili da codificare in favore dei giocatori più forti offensivamente, a cui nessuna franchigia sfugge incolume, e secondo i quali una prestazione da 40 punti di Jordan Poole può rovinare la serata di qualsiasi squadra. In NBA ci si deve aspettare che l’intero progetto del proprio successo possa essere spazzato via e messo in archivio già prima dell’inizio dei Playoffs. I tiratori diventeranno più “freddi”. Le star andranno incontro ad affaticamenti muscolari e gonfiori articolari, che a marzo incomberanno come per volere divino. Nessuna franchigia in NBA sarebbe davvero pronta se le cose andassero veramente male. Con la sola eccezione dei Boston Celtics.
Si proverà a dimostrarlo con un semplice esperimento: ipotizzando che ogni squadra giochi al livello dei Dallas Mavericks, la quintessenza del bene-ma-non-benissimo che la lega ha da offrire. Se ad ogni squadra venisse tolto il proprio miglior giocatore proprio nella sfida contro i Mavs, quante chance avrebbe di vincere? Perdere il proprio miglior giocatore è considerata la peggior cosa che possa capitare. Forse gli Oklahoma City Thunder potrebbero essere ancora i favoriti, ma con Chet Holmgren out a lungo, un’assenza di Shai Gilgeous-Alexander li renderebbe certo molto più deboli. I Cavs potrebbero sopravvivere a un’assenza di Donovan Mitchell, e lo testimonia anche il betting market – anche se in molti rimangono ancora scettici. Qualsiasi altra squadra risulterebbe parecchio indebolita. Tranne i Celtics, che sarebbero ancora i favoriti nonostante l’assenza di Jayson Tatum. Per molti i Mavericks sono una sorta di termine di paragone tra l’essere una contender o non esserlo, e i Celtics sono l’unica squadra a potersi permettere di perdere il proprio miglior giocatore rimanendo competitiva. I bianco-verdi sono iper-isolati da qualunque disastro. Hanno messo a ferro e fuoco la lega a ottobre e novembre nonostante l’assenza di Kristaps Porzingis, che adesso è tornato a disposizione di coach Joe Mazzulla. Non si da per scontato che i Celtics rimangano integri da qui a fine stagione, ma hanno meno timore di incappare in infortuni ai loro migliori a roster rispetto alle altre squadre.

Sono anche la squadra che meglio si difende dalla varianza, avendo tirato un incredibile numero di triple nel loro cammino verso il Titolo, l’anno scorso. Si potrebbe arguire che “la quantità enorme di triple li abbia invece esposti a maggiori rischi correlati dalla varianza”. Si passa all’analisi. La parola “varianza” è divenuta dominante in ambito NBA, e con ogni diritto. I tiri da oltre l’arco hanno meno probabilità di centrare il canestro rispetto ad un tiro ravvicinato, quindi confidare fin troppo sulle conclusioni dal perimetro sembrerebbe un azzardo. Ma, incredibilmente, avviene l’opposto! I Celtics devono mantenere una media collettiva di almeno il 38% per rimanere imbattibili, ma applicando ogni statistica alla singola partita, la “varianza” è più un problema legato al numero esiguo di conclusioni effettuate – tenendo conto dell’equazione, “campione ridotto di conclusioni equivale a statistica poco affidabile”. I C‘s si proteggono di fatto dalla varianza degli avversari continuando a prendersi una tonnellata di tiri da oltre l’arco, e fin quando i numeri li sosterranno, sarà sempre meno difficile fallire. Può sembrare folle, ma non lo è. E oltre a queste politiche di autoconservazione, osservando il gioco prodotto dal resto della lega, nulla in particolare ha suggerito che qualche squadra possa riuscire a battere i Boston Celtics in 7 partite. I New York Knicks hanno avuto un’ottimo avvio di stagione, ma col passare del tempo l’opinione su di loro è variata. I bianco-verdi, per quanto riguarda la loro struttura di gioco, possono giocare QUEL tipo di basket capace di sconfiggere qualsiasi avversaria, avendo più opzioni elitarie di ogni altra rivale. Non si sta affermando che abbiano già staccato il biglietto per le NBA Finals, ma solo che le altre franchigie difficilmente riusciranno a fermarli. I Celtics potrebbero intralciare se stessi terminando le loro politiche di autoconservazione, ma attualmente sono la squadra più pronta ad affrontare ogni cattiva evenienza che il fato possa riservare. In breve, attualmente i Celtics sono la miglior squadra in NBA.
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