FOTO: Dallas Morning News

Si sapeva, ma adesso è ufficiale: Klay Thompson dice ufficialmente addio ai Golden State Warriors dopo ben 13 anni. Trattandosi di un free agent pregiatissimo, e accumulandosi sempre più i rumors sulla sua prossima squadra, ecco un recap di tutte le opzioni plausibili:

  • Dallas Mavericks: sull’interesse reciproco fra le parti abbiamo già scritto un approfondimento QUI, e i modi in cui potrebbe arrivarci sono ben due: o accettando le cifre della piena non-taxpayer MLE, aperta dai Mavs con la trade Hardaway e destinata a Derrick Jones Jr. – dunque, qualora quest’ultimo andasse altrove; o con una sign&trade, che permetterebbe a Thompson di ottenere un contratto più ampio e a Dallas di lasciare libera la MLE.
  • Los Angeles Lakers: riportata da Woj, fa leva probabilmente sul fatto che LeBron James abbia dichiarato pubblicamente di essere disposto ad accettare un taglio di stipendio per arrivare a giocatori come James Harden (che però ha appena ri-firmato con i Clippers), il nostro Klay Thompson e un lungo da affiancare a Davis – come Valanciunas. Vedremo se la strategia andrà in porto: nel frattempo, LBJ si sarebbe portato avanti, stando a Wojnarowski, contattando al telefono l’ormai ex Warriors nel tentativo di convincerlo. A quanto pare, ne è uscito che si andrà un po’ per le lunghe.
  • Philadelphia 76ers: anche questa riportata da Woj. La squadra sta andando fortissima su Paul George ma, qualora l’accordo non dovesse andare a buon fine, si potrebbe decidere di ripiegare su Klay. Lo spazio salariale è praticamente infinito, dato che nemmeno Nicolas Batum sembra essere stato confermato, dunque infinite sono anche le possibilità.
  • Los Angeles Clippers: ultima squadra confermata da Woj, ma un po’ più complicata. La conferma di James Harden lascia margine di manovra, ma tutto dipende da quanto siano disposti a investire (al momento si trovano a $19 milioni circa sotto la linea della luxury tax con soli 10 giocatori a roster) e dalle richieste di Klay Thompson sia per quanto riguarda la lunghezza del contratto, sia l’ampiezza delle cifre. La piena MLE, come per Dallas, ce l’hanno anche loro, ma i velieri non sono reduci da una run alle Finals, anzi, si sono dimostrati molto dipendenti da giocatori fisicamente fragili e non sempre disponibili ai Playoffs, portandoli ad accumulare uscite su uscite: questo è un fattore che non rassicura probabilmente né la dirigenza a investire su un 34enne reduce da infortuni gravissimi, né Thompson – magari in cerca non solo di un contrattone, ma di uno shot verso il titolo.