
“Un Batman ‘hellified'”, termine coniato da Jimmy Butler per descrivere Stephen Curry, non è facile da tradurre, ma rende un’immagine sicuramente perfetta. Un supereroe cupo come Batman, al quale si aggiunge l’aggettivo “infernale”, “demoniaco”, quasi come se fosse posseduto da forze ultraterrene, ben si presta a descrivere quanto visto nella gara di Play-In vinta contro i Memphis Grizzlies: 37 punti con 6/13 da tre per Steph, e soprattutto 15 mostruosi punti nel quarto periodo. E l’immagine evocata da Jimmy funziona anche perché, si sa, per ogni Batman serve un Robin. E che Robin, in questo caso:
“Robin sta uscendo, ma Batman è ancora in campo”, ha detto Jimmy Butler andando verso gli spogliatoi ai tifosi Warriors nel tunnel, poco prima che arrivasse proprio un Curry visibilmente sollevato per la vittoria, ma non per questo meno concentrato:
“Per arrivare qui siamo passati per delle montagne russe, ma ora abbiamo una serie Playoffs. Facciamolo. Questo è quello che chiedevamo e ce lo siamo guadagnato. Ah, anche vincere una partita Play-In è stato carino.”
Golden State ha interrotto la maledizione del Play-In, essendosi presentata a questa sfida con un record di 0-3 nei precedenti. Uno perso lo scorso anno nello spareggio tra nona e decima contro i Sacramento Kings, l’altro addirittura con due sconfitte filate nel 2021, prima contro i Lakers e poi contro gli stessi Grizzlies. Allora, però, Batman non aveva questo Robin, e le possibilità di titolo non erano assolutamente quelle che porta con sé un duo del genere:
“Penso che ogni squadra abbia una possibilità [di vincere il titolo] quando ci sono io, ma so anche che ogni squadra ha una possibilità se c’è Steph. Io posso giocare da Robin. È il mio Batman. Certo, qui nella Western Conference abbiamo tutti i cattivi: Two Face, Joker e l’Enigmista. Ma abbiamo molte gare per vincere.”