“Non cambierei nulla”: da comparsa in G League a titolare nella squadra più importante della Western Conference

Questo contenuto è tratto da un articolo di Marc J. Spears per Andscape, tradotto in italiano da Niccolò Scquizzato per Around the Game.
Non è passato molto tempo da quando Isaiah Hartenstein, il nuovo centro degli Oklahoma City Thunder, ha trovato in un libro di psicologia una fonte di conforto che lo potesse aiutare a superare lo stress e la realtà di essere un professionista in NBA.
Ora questa realtà ha permesso al giocatore di tirare un sospiro di sollievo dopo aver firmato un contratto da 87 milioni di dollari dopo sei impegnative stagioni nella lega. Ma essendo ben consapevole della situazione, tutti quei soldi non gli consentirebbero di smorzare la mentalità di sopravvivenza che lo ha portato fin qui. “Nel momento in cui ho firmato il contratto, è stato speciale”, ha detto Hartenstein ad Andscape. “Mi sto solo facendo strada in NBA. Passare dalla G League con gli [Houston] Rockets ed essere rimandato al piano di sotto sistematicamente per dimostrare quanto valgo. Non è mai stato facile. Non ho provato sollievo, ma eccitazione. Non ritenevo di dover smettere di spingere. Il duro lavoro alla fine ha dato i suoi frutti, anche se è stato un po’ più lungo di quanto pensassi. Ero emozionato e allo stesso tempo motivato dal fatto di aver dimostrato il mio valore”.
Hartenstein ha giocato per gli Houston Rockets, Denver Nuggets, Cleveland Cavaliers, LA Clippers e New York Knicks tra il 2018 ed il 2024. Il giocatore, 213 cm per 113 kg, ha anche trascorso i primi anni della sua carriera NBA giocando in G League con i Rio Grande Vipers. Nel comunicato stampa dei Rockets del 23 giugno 2020 che annunciava la firma di David Nwaba, la squadra dichiarava semplicemente alla fine: “In una mossa correlata, i Rockets hanno tagliato il centro Isaiah Hartenstein. Era la 43esima scelta di Houston nel draft NBA del 2017 e ha partecipato a un totale di 51 partite come Rocket”. Non sono state inserite altre statistiche.
Il 30 novembre 2020 i Nuggets hanno firmato Hartenstein con un contratto biennale da 3,3 milioni di dollari per fare da backup del centro All-Star Nikola Jokić. Il padre di Hartenstein, l’ex centro di Oregon Florian, ha trascorso del tempo a Denver con il figlio per offrirgli sostegno, accompagnarlo agli allenamenti e persino cucinare i pasti. Anche il fatto di trovarsi nel bel mezzo della pandemia di coronavirus ha contribuito ad aumentare lo stato di stress. “In generale, è stata dura giocare dietro a Jokić per circa otto minuti a partita”, ha detto Hartenstein. “Non stava andando benissimo. Denver è stato probabilmente il momento più difficile. È stato dopo la COVID ed è stata la prima volta in cui ho pensato che forse non avrebbe funzionato. Ma ho continuato ad allenarmi”.

Hartenstein è sempre stato un lettore vorace. Nella speranza di aiutarsi mentalmente dentro e fuori dal campo, ha cercato online libri di psicologia sportiva che potessero dargli una guida. Ha trovato “The Mindful Athlete: Secrets to Pure Performance” di George Mumford. La leggenda NBA Michael Jordan ha attribuito a Mumford il merito di averlo aiutato a diventare un leader migliore. Mumford ha inoltre aiutato ex stelle dei Los Angeles Lakers come Shaquille O’Neal, Lamar Odom e Kobe Bryant. Mumford, che ha condiviso la stanza con Julius Erving alla UMass, è un oratore e un allenatore molto rispettato che, nel celebre libro, condivide la sua storia, le sue strategie e le sue tecniche comprovate per agevolare le prestazioni atletiche. Hartenstein ha attribuito a “The Mindful Athlete” il merito di aver contribuito a dare una svolta alla sua carriera NBA a Denver, facendogli acquisire un più profondo “spazio mentale e preparazione mentale”.

“L’ha capito per me. Ero in uno stadio in cui avevo bisogno di lavorare di più sulla mia mentalità, e da lì ha funzionato”, ha detto Hartenstein a proposito di Mindful Athlete. “La cosa principale che mi ha insegnato è stata quella di rimanere presente e di essere più orientato al processo. Ci saranno alti e bassi, ma non bisogna né salire né scendere troppo. Ci saranno delle partite negative. Non lasciare che si protragga nel tempo. Passa alla cosa successiva. Controlla ciò che puoi controllare”.
Hartenstein ha giocato poco con i Nuggets prima di essere ceduto a Cleveland il 25 marzo 2021. Con i Cavaliers ha dimostrato di essere un giocatore NBA affermato, con una media di 8,3 punti, 6,0 rimbalzi e 1,2 stoppate in 16 partite durante la stagione 2020-21. Successivamente ha firmato con i Clippers il 13 settembre 2021, nonostante si trattasse di un contratto annuale al minimo salariale. Hartenstein è arrivato ai Clippers con una media di 8,3 punti e 4,9 rimbalzi in uscita dalla panchina in 17,9 minuti in 68 partite durante la stagione 2021-22. Hartenstein ritiene che nel suo periodo con i Clippers abbia dimostrato di essere un centro NBA: “È stata la prima stagione in cui sono stato stabilmente in rotazione”. Ho avuto buoni mesi con i Rockets, ma quella con i Clippers è stata la stagione più costante”.
Il lungo è stato premiato con il suo primo contratto superiore ai 2 milioni di dollari, firmando un biennale da 16 milioni di dollari con i Knicks il 1° luglio 2022. Ha avuto una media di 6,3 punti e 7,4 rimbalzi a partita in 157 gare con i Knicks nel periodo 2022-24. In particolare, Hartenstein è stato un centro titolare di successo per New York nella stagione regolare e nei playoff dopo l’infortunio di Mitchell Robinson. Hartenstein si è sentito rispettato e benvoluto con la divisa dei Knicks ed ha amato giocare al Madison Square Garden: “È stato bello giocare nella Mecca, giocare in partite importanti, soprattutto ai Playoffs. Io e Jalen [Brunson] siamo arrivati lì e abbiamo in un certo senso cambiato le carte in tavola. È stato significativo. Giocare al Garden è sempre stato speciale. Essere là in campo è stata un’esperienza speciale”.

Il padre di Hartenstein è nero e tedesco, mentre la madre è una tedesca bianca. Nel 2017 ha dichiarato ad Andscape di essere orgoglioso delle sue radici e che suo padre gli ha insegnato la storia afroamericana. Hartenstein, che ha una carnagione più chiara, ha raccontato di aver avuto a che fare con il razzismo durante la sua gioventù in Germania e di essersi imbattuto con persone, ignare delle sue origini, che facevano commenti razzisti sui neri davanti a lui. Ha anche parlato del suo essere nero nel podcast The Roommates Show, condotto da Brunson e Josh Hart, allora suoi compagni di squadra ai Knicks. “È stato divertente”, ha detto Hartenstein a proposito del podcast – “Sapevo che lo stavano facendo. Ne hanno parlato tutta la settimana prima”. E ha aggiunto: “Andscape è stato il primo a divulgarlo al pubblico. È sempre divertente quando la gente lo viene a sapere”. I Knicks volevano trattenere Hartenstein e gli hanno offerto un contratto di quattro anni e 72.5 milioni di dollari. Hartenstein, tuttavia, ha scelto di firmare un accordo più lucrativo di tre anni e 87 milioni di dollari, il 6 luglio, per unirsi a Shai Gilgeous-Alexander e a dei Thunder in grande ascesa. Hartenstein aveva percepito fino ad allora un totale complessivo di 22.6 milioni di dollari nella sua carriera NBA. Solo questa stagione guadagnerà 30 milioni di dollari.
Guardando al passato, Hartenstein è molto orgoglioso di ciò che è riuscito a realizzare dopo un inizio a rilento della propria carriera: “È stato difficile andarsene. Non è stato facile. Mi piaceva stare in campo e amavo i miei compagni di squadra. Se non avessi potuto andare in un posto come OKC, non credo che me ne sarei andato. Ma bisogna anche pensare che alla fine si tratta di un business. Non è che abbia avuto un sacco di contratti da 100 milioni di dollari prima di questo. Dovevo assicurarmi che la mia famiglia fosse serena. È stata un’esperienza pazzesca passare da contratti al minimo salariale e addirittura da un contratto da training camp con i Clippers. Partire da quel livello per arrivare a questo, è stato un bel percorso. Molte volte non si comprende quello che si sta vivendo. Ma ora, guardandomi indietro, non cambierei nulla dentro e fuori dal campo”.
I giorni più critici di Hartenstein in NBA sono tornati quando i Thunder hanno annunciato che il 15 ottobre, in una partita di preseason contro Denver, ha subito una piccola frattura non scomposta alla mano sinistra. La buona notizia è che l’infortunio non ha richiesto un intervento chirurgico, ma il debutto di Hartenstein con i Thunder è stato rimandato. Dopo aver appreso della passione di Hartenstein per la lettura, l’allenatore dei Thunder Mark Daigneault gli ha regalato il libro “The Obstacle is the Way: The Timeless Art of Turning Trials Into Triumph” di Ryan Holiday. Il bestseller numero 1 del Wall Street Journal si ispira allo stoicismo, l’antica filosofia greca che consiste nel sopportare il dolore e superare le avversità con perseveranza e resilienza.
“Parla del periodo trascorso a Denver, quando ha lavorato duramente sul suo approccio mentale”, ha detto Daigneault ad Andscape: “Gli ho consigliato quel libro perché si era infortunato. Ma è un libro che fa al caso suo. È un ragazzo molto intelligente”. “Mark mi ha dato il libro e mi ha aiutato molto durante il periodo di infortunio. L’averlo letto ha agevolato il processo di recupero senza perdere tempo”, ha detto Hartenstein.

Hartenstein è stato accolto da eroe dai tifosi dei Thunder quando ha esordito con 13 punti e 14 rimbalzi nella vittoria 109-99 contro i Portland Trail Blazers il 20 novembre. In nove gare ha raggiunto il massimo storico in termini di punti (11.6), rimbalzi (12.8), assist (4.3) e stoppate (1.2) per i Thunder, che con 19-5 hanno il miglior record della Western Conference.
“È ovviamente grosso fisicamente, e la scorsa stagione avevamo una squadra più piccola che spesso perdeva la lotta ai rimbalzi con gli avversari”, ha detto Daigneault – “Questa è la motivazione principale per cui l’abbiamo voluto. Ma questo non rende giustizia a quanto sia un eccellente giocatore. Non è solo un corpo grosso che sa andare a rimbalzo. È un grande giocatore di basket. È bravissimo nei fondamentali più importanti della pallacanestro. È un collante assoluto che migliora entrambi i lati del campo grazie alla sua dinamicità”.
Per i giovani in NBA che si trovano in difficoltà all’inizio della loro carriera, Hartenstein ritiene che possano trovare ispirazione nella sua storia: “Siate orientati al processo. A volte ci vuole tempo. Tutti entrano in NBA con la voglia di giocare fin da subito. Mentalmente bisogna essere forti e non essere pessimisti. Molti ragazzi all’inizio non giocano e non sono buoni compagni di spogliatoio. Non supportano i loro compagni di squadra quando non viene data loro una possibilità. Devi restare concentrato e allenarti duramente fino a quando non avrai la tua occasione. Fare le piccole cose. Essere un buon compagno di squadra. Ed essere pronto quando arriva il tuo momento”.