FOTO: Bullets Forever

La trade deadline è quel periodo dell’anno in cui Kyle Kuzma diventa protagonista. Da quando è a Washington, l’ex Lakers è finito letteralmente ogni anno nei rumors di mercato, che si tratti dell’estate o del periodo di metà stagione in cui vengono ridimensionati alcuni roster. A risultare appetibile è soprattutto il suo contratto “a scendere”, strutturato così (dati Spotrac):

  • 2024/25 – $23.5 milioni, 16.73% percentuale occupata di salary cap
  • 2025/26 – $21.5 milioni, 13.89% percentuale occupata di salary cap
  • 2026/27 – $19.4 milioni, 11.42% percentuale occupata di salary cap

Per queste ragioni, le fonti di Marc Stein (fra gli insider più autorevoli in NBA) riportano di un interesse crescente anche quest’anno per l’ala, lo scorso anno accostata soprattutto ai Dallas Mavericks. Secondo il report, i texani non sarebbero più interessati al giocatore, ma ad essere cambiata sarebbe anche la posizione dei Wizards e del giocatore, arrivati a un punto di svolta:

La convinzione crescente in tutta la lega è che Washington sia ansiosa di trovare un partner commerciale per Kuzma a un certo punto nelle prossime sei settimane o poco più. E soprattutto che Kuzma voglia partire questa volta, separandosi da una squadra che ha un record di 4-22 e sta a malapena cercando di essere competitiva in vista del ricco Draft NBA 2025. Il 29enne, ovviamente, non possiede alcun meccanismo formale nel suo contratto per bloccare le trade, ma i Wizards hanno inaspettatamente lasciato che fosse Kuzma ad avere l’ultima parola un anno fa. I Mavericks si sono mossi rapidamente e hanno portato a termine le trade per Daniel Gafford di Washington e P.J. Washington di Charlotte, finendo per raggiungere le NBA Finals per la terza volta nella storia della franchigia.

[…] Alcune squadre rivali allo Showcase si sono chieste ad alta voce se i Mavericks, che notoriamente stanno esplorando le loro opzioni per potenziali upgrade del frontcourt, potrebbero fare un altro tentativo di scambio per Kuzma quest’inverno. Ma questo scenario è stato fortemente scartato dalle mie fonti.

– Marc Stein

A 29 anni, Kuzma sarebbe ancora capace di contribuire a pieno da titolare (o come primo uomo in uscita dalla panchina) in una qualsiasi contender, che nelle due stagioni precedenti a questa ha girato a 21.7 punti di media, pur con percentuali non entusiasmanti – ma questo dato va contestualizzato all’abominevole organizzazione offensiva di squadra. Cose buone si sono viste soprattutto dal punto di vista del playmaking, aspetto che ha dovuto sviluppare di pari passo con l’aumentare del carico offensivo: nei primi 3 anni a DC, percentuale di tiri assistiti dei compagni passato da circa il 10% a oltre il 16% (oltre l’80esimo percentile), fino al massimo 20% (92esimo percentile) nella passata stagione. La migliore in assoluto sotto questo aspetto, come dimostra anche il 12.2% di palle perse, dato che non è mai sceso sotto il 13.5% negli altri anni ai Wizards. In questa stagione sta giocando molto poco a causa di vari infortuni, ma in generale si nota un calo piuttosto evidente delle prestazioni a causa dell’assenza di motivazione e della direzione intrapresa dalla squadra: il tanking selvaggio impone di farlo giocare 27.5 minuti a partita dopo la media di 33.6 tenuta nei primi 3 anni a Washington; sta tirando con il 48.8% da 2 punti dopo non essere mai sceso in carriera sotto il 51.1%, e minimo in carriera è anche il 27.6% da 3 punti. Dati che, come detto, non devono affatto preoccupare, dal momento che le abilità del giocatore non sono certo ignote e dipendo più che altro dall’effort richiesto – che influenza soprattutto la metà campo difensiva, nella quale ha sempre fatto vedere rotazioni positive in aiuto nei primi anni ai Lakers.