A due partite dal termine della Regular Season Kawhi Leonard sembra più in forma che mai

Questo contenuto è tratto da un articolo di Mirjam Swanson per Los Angeles Daily News, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.


Cari Dei del basket,

Sono una giornalista sportiva; non chiedo molto, a parte che le partite si concludano in fretta quando ho una scadenza. E magari qualche dichiarazione decente, se foste così benevoli.

Ma questa volta, ho davvero bisogno di qualcosa.

Voglio vedere Playoff Kawhi.

Voglio vedere davvero di cosa è capace questa organizzazione con un Kawhi Leonard in salute, e poter giudicare questo gruppo al completo.

E, come tutti gli altri, sto anche cercando di vedere quest’uomo arrivare sano alla off-season, per il suo bene. Sarebbe la prima volta da quando i Clippers furono eliminati dai Playoff della Bolla nel 2020, che ormai sembra tanto, tanto tempo fa, in una terra — Orlando, Florida — lontana, lontana.

Ovviamente, sì, alcuni tifosi di Los Angeles vogliono vedere tutto questo molto più di altri. Lo capisco.

Ma dai, ragazzi. Sapete che Kevin Durant aveva ragione quando ha detto: “La lega è migliore quando Kawhi Leonard gioca.”

E ultimamente? Leonard sta giocando come una delle star principali al Coachella, un’esibizione che chiunque abbia buon gusto — o una profonda nostalgia — resterebbe sveglio fino a tardi per vedere.

L’ala di 33 anni di Moreno Valley è stata appena nominata giocatore della settimana della Western Conference per le sue prestazioni dal 31 marzo al 6 aprile, periodo in cui ha viaggiato a una media di 24,5 punti, 5,8 rimbalzi, 1,7 palle recuperate, tirando col 51,3% dal campo e col 38,1% da tre. Inoltre, i Clippers — nella loro sorprendente corsa al fattore campo nel primo turno dei Playoff — hanno ottenuto un perfetto 4-0.

Confrontatelo con la situazione di Leonard nello stesso periodo della scorsa stagione, quando i tifosi dei Clippers, sempre speranzosi, vivevano sulle spine.

Volevano tanto sentire ciò che desideravano sentirsi dire quando l’allenatore Tyronn Lue rispose a una domanda sull’infiammazione al ginocchio della sua stella e sulla possibilità che potesse proseguire nei playoff: “No, non al momento.”

Purtroppo, sì, si è trascinata anche nella post-season. Leonard giocò solo 59 minuti in due partite prima che i Clippers lo fermassero a tempo indeterminato nella loro deprimente eliminazione al primo turno contro Dallas.

E Leonard è rimasto fuori per mesi, un’assenza prolungata che si è rivelata… positiva.

Davvero, si spera, in modo costruttivo.

I Clippers (47-32) hanno iniziato con un 19-15 senza di lui, e quando è tornato il 4 gennaio, lo hanno reintegrato con pazienza, responsabilità. Oso dire che, a questo punto, tutti hanno capito — persino i critici più feroci del “load management”.

Perché due stagioni fa — la prima di Leonard dopo il recupero dall’infortunio al legamento crociato anteriore destro — l’approccio disordinato dei Clippers alla regular season sembrava aver consumato la barra della salute del loro eroe, quando gli hanno caricato tutto sulle spalle per tentare l’accesso ai Playoff nelle ultime settimane. Fu fermato prima di Gara 3 in una serie del primo turno che finì nelle mani dei Phoenix Suns.

E la stagione scorsa, nel tentativo di dimostrare che stavano prendendo sul serio la regular season, hanno sovraccaricato Leonard a metà stagione. Così, quando avevano bisogno che fosse al massimo, lo si vedeva arrancare, aggrappato al ferro durante una partita di playoff a Dallas, cercando di ritardare l’impatto inevitabile che lo aspettava appena avrebbe mollato la presa.

Forte di queste esperienze, sembra che quest’anno i Clippers abbiano fatto bene i calcoli. Hanno fatto la cosa giusta per la loro punta di diamante, che adesso si sta chiaramente divertendo.

Come possiamo saperlo?

“Lo dico sempre, è dal modo in cui palleggia,” ha detto Nicolas Batum, l’ala veterana dei Clippers. “Lo vedi, quando fa — boom! — sbatte il pallone, sì, ok, è dentro la partita.”

“Quando arriva nei suoi spot e ha quel guizzo — e anche nei rimbalzi,” ha detto Lue. “Quando prende tanti rimbalzi, capisci che si sente bene.”

E infatti i numeri nei rimbalzi parlano chiaro: nelle sue ultime dieci partite, Leonard ha catturato in media 7,4 rimbalzi a partita — 2,1 in più per gara rispetto a prima del 20 marzo.

Justin Russo, uno dei cronisti principali che segue i Clippers, ha detto che per lui la vera cartina di tornasole è la difesa di Leonard. Sapete, quando tira fuori gli artigli. Magari non è una metrica perfetta, ma comunque: il defensive rating di Leonard prima del 20 marzo era 109,2. Da allora: 103,5.

Non è un caso, dunque, se i Clippers hanno vinto 10 delle ultime 11 partite in cui Leonard ha giocato.

“Abbiamo una fede incrollabile in ciò che possiamo fare e ottenere quando siamo tutti sani,” mi ha detto Norman Powell dopo la vittoria per 122-117 contro i San Antonio Spurs martedì, la quindicesima nelle ultime diciotto partite. “Penso che possiamo fare una lunga corsa nei playoff, arrivare alle Finals e vincere il titolo.”

E non dovete prendere solo i Clippers in parola.

“[Leonard è] uno dei pochi che, quando è in forma, non c’è molto che (l’avversario) possa fare in termini di schemi o marcature” ha detto l’allenatore ad interim degli Spurs Mitch Johnson prima che la sua squadra affrontasse i Clippers senza Kawhi.

“Arriva nei suoi spot e resta imperturbabile come quasi nessun altro nella lega. Sarà bello vederlo nei playoff e in questa squadra… qualcuno dovrà batterli quattro volte. E buona fortuna a quella squadra.”.