I Miami Heat del 2010 sono nati dal quinto titolo di Kobe Bryant: parola di Dwyane Wade

Questo contenuto è tratto da un articolo di Aaditya Krishnamurthy per Fadeaway World, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.
Dwyane Wade è recentemente apparso nel podcast Underground Lounge e ha raccontato un retroscena interessante sulla sua decisione di unirsi a LeBron James ai Miami Heat. Wade ha rivelato che fu vedere Kobe Bryant vincere due campionati NBA consecutivi a spingerlo, insieme a LeBron, a cercare di fare squadra. Sapevano di aver bisogno l’uno dell’altro per evitare che Kobe li mettesse in ombra come superstar.
No, non era nemmeno una questione di dover avere un’altra superstar. Ma era chiaro a tutti. Quando Pau Gasol arrivò ai Lakers, cambiò tutto… Glielo avevano praticamente regalato. E con lui, Kobe vinse due titoli di fila. Come potevamo competere con questo? Dovevamo fare la nostra mossa. Qualsiasi cosa significasse. E sappiamo tutti come è andata a finire.
Ricordo bene il momento in cui Kobe vinse il quinto titolo. La palla rimbalza e si avvicina alla telecamera. Kobe corre, la raccoglie, alza una mano in aria e sorride guardando dritto nell’obiettivo. Io spensi la mia ca**o di TV in quell’istante. Ero incazzato.
Kobe aveva cinque anelli. Io ne avevo uno. LeBron neanche uno. Ci sta lasciando indietro. Così mi dissi: ‘No, quest’estate deve essere diversa.’ Avevo bisogno di talento attorno a me. Perché fino a quel momento stavo giocando con compagni sotto la media. Poi arrivò quella telefonata di LeBron, e cambiò tutto.
Nella mia testa pensavo: ‘Ok, o gioco con un’altra superstar o vado a Chicago, a unirmi a Derrick Rose, Luol Deng e [Joakim] Noah’… Dovevo competere per il titolo. Volevo vincere.
Pochi mesi dopo che Kobe Bryant aveva guidato i Los Angeles Lakers al secondo titolo consecutivo nel 2010, LeBron James, Dwyane Wade e Chris Bosh decisero di unirsi a Miami. Fu una scelta che cambiò per sempre la NBA: LeBron passò dall’essere un eroe amato al diventare il villain più odiato della lega.
Per molti, sembrò che James stesse scegliendo la via più facile, andando a giocare con Wade, che aveva già vinto un titolo NBA e il premio di MVP delle Finals. Ma per il trio era chiaro: se non si fossero uniti, non avrebbero avuto chance di competere con la potenziale dinastia che Kobe stava costruendo.
Alla fine, così come nel 2009, i tifosi non ebbero mai la possibilità di vedere LeBron James affrontare Kobe Bryant nelle NBA Finals. Nel 2011, invece, i Miami Heat affrontarono i Dallas Mavericks, che avevano eliminato i Lakers nelle Western Conference Finals.
Gli Heat crollarono in modo imbarazzante nel 2011, ma quella sconfitta insegnò a LeBron una lezione fondamentale: non bastava essere in una squadra piena di talento, doveva essere lui il leader. E questo è esattamente ciò che fece negli anni successivi, guidando Miami a due titoli consecutivi nel 2012 e 2013.