FOTO: Fadeaway World

Questo contenuto è tratto da un articolo di Brandon Duenas per Bright Side Of The Sun, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.


Jusuf Nurkic è stato inizialmente acquistato con la speranza di essere un fulcro offensivo che potesse aiutare a sbloccare le stelle dei Suns dal punto di vista offensivo con il suo playmaking dalla punta. Non ci si aspettava che la difesa fosse ottima, ma solo solida, aveva taglia e letture. Sulla carta aveva senso, credo. Ma poi a mente fredda penso a questa scelta da parte di una squadra che spera di vincere un titolo e che è “all-in” e torna ad avere zero senso. Nurkic non è mai stato la risposta. È uno scarso finalizzatore al ferro, è un difensore con i piedi “piatti”, non si muove bene e non riesce ad aprire il campo in modo corretto. In un ambiente di Playoffs, è il tipo di giocatore che viene esposto anno dopo anno. Dopo aver avuto a che fare a lungo con un centro frustrante come Deandre Ayton, i tifosi dei Suns pensavano che Nurkic fosse la risposta dopo alcuni tratti intriganti della scorsa stagione. Non è stato così. L’inclusione di Toumani Camara in questo affare brucia ancora di più.

Arriviamo velocemente a questa stagione. Si è fatto sospendere, è stato relegato in panchina, è stato messo fuori rosa in più partite e ha chiuso fuori quintetto le partite in cui aveva giocato all’inizio della stagione. Dal punto di vista statistico, questa è la sua peggiore stagione in carriera come giocatore di rotazione. È la prima volta che va sotto la doppia cifra di punti dal 2016. Il suo 45.4% di tiri dal campo è il più basso dal 2015, quando era una riserva del secondo anno e aveva pochi minuti a Denver. I suoi turnover sono rimasti invariati rispetto alla stagione precedente (2.3 a partita)… il problema è che ha una media di soli 1.9 assist a partita (4.0 un anno fa) e gioca quattro minuti in meno di media. L’eye test corrisponde ai numeri. La stagione del veterano è stata disastrosa.

Chi lo vuole?

La risposta breve è… nessuno. John Gambadoro di Arizona Sports ha dichiarato: “I Suns non sono riusciti a trovare una sola squadra disposta ad accettare il contratto di Jusuf Nurkic in uno scambio”. Il contratto è alto, vista la produzione (o la sua mancanza), e a 30 anni non rientra nei piani a lungo termine delle squadre in fase di ricostruzione. Quindi ci troviamo in una situazione in cui i Suns dovrebbero al 100% includere una scelta (o due) per liberarsi del suo contratto. I criteri dovrebbero essere piuttosto semplici per quanto riguarda le squadre che potrebbero abboccare all’amo. Una realtà in difficoltà che può permettersi di pagare il contratto per un altro anno durante la ricostruzione, guadagnando al contempo Draft capital aggiuntivo. Le opzioni sono piuttosto limitate:

  • Opzione 1: Toronto Raptors

I Raptors hanno un certo talento ma sono in fase di tanking (10-31). Kelly Olynyk è un nome che viene in mente come pezzo di rotazione che si dice sia in lista d’attesa. I numeri funzionano. Potrebbero anche cercare di accaparrarsi Garrett Temple per avere un po’ di profondità con uno scambio 2:1, comprensivo di Nurkic e una scelta. La domanda è: una scelta al secondo giro sarebbe sufficiente per invogliare Toronto?

  • Opzione 2: Washington Wizards

I Wizards stanno svendendo Jonas Valanciunas. Si potrebbe combinare con uno stipendio come quello di Saddiq Bey per far quadrare i conti. Phoenix dovrebbe cedere una scelta, ma in questo modo avrebbe un altro centro in grado di ritagliarsi dei minuti al fianco di Richards. Non è perfetto, ma è possibile.

  • Opzione 3: Portland Trail Blazers

ANCORA?! Beh, la loro rotazione dei centri è molto ampia. Ci sono già passati e l’hanno fatto. Si accollerebbero il suo contratto per una scelta? Probabilmente no. Ma i Suns sono stati collegati a Duop Reath. Ecco un’idea, un po’ per gioco e un po’ no:


A causa di limitazioni finanziarie, squadre non interessate e così via, è stato un processo difficile da affrontare. I Suns potrebbero essere bloccati con Nurkic, a meno che non paghino un premium per liberarsene senza migliorare granché, se non per niente.