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È notizia recentissima che NBA e la NBPA (National Basketball Players Association), in vista del prossimo CBA – che dovrà entrare in vigore entro la stagione 2023/24, sembrano indirizzate, di comune accordo, verso l’abbassamento dell’età minima richiesta per dichiararsi eleggibili al Draft, che passerebbe dai 19 ai 18 anni. Questa decisione rappresenta in primis un ritorno al passato per l’NBA, che già fino al 2005 avevo permesso ai giocatori di fare il salto dalla high school all’NBA sorvolando il college, prima di imporre il doppio requisito di avere compiuto minimo 19 anni nell’anno del Draft e avere almeno un anno di esperienza dopo il liceo.

In secondo luogo, rappresenta uno sconvolgimento dello scenario che i migliori prospetti liceali si trovano davanti al momento di decidere il proprio futuro cestistico. Ad oggi possono optare per un percorso tradizionale, ovvero giocare in NCAA, oppure scegliere una delle nuove strade che conducono verso l’NBA come Ignite, NBL (National Basketball League, Australia) e Overtime Elite (OTE).

Con l’NBA stessa che rientra in gioco, le attuali alternative si trovano a competere con un nuovo ingombrante avversario e rischiano un ridimensionamento o addirittura l’estinzione – sebbene, almeno per adesso, si parli di tempi piuttosto lunghi per una vera e propria alterazione della one-and-done rule, o comunque minimo di Draft 2024.


Per capire al meglio come le diverse alternative saranno impattate dell’ingresso della NBA nel recruiting dei diciottenni, bisogna fare una piccola overview delle caratteristiche di ciascuna e delle attrattività che spingono i giocatori a sceglierle.

Ignite è una squadra di G-League creata nel 2020 dall’NBA con l’intento di offrire ai migliori prospetti in uscita dall’high school un’alternativa alla NCAA nell’anno in cui non dispongono ancora dei requisiti per giocare in NBA. Senza dubbio Ignite è la via alternativa alla NCAA di maggiore successo e i numeri lo dimostrano, avendo già prodotto 3 scelte nelle prime 10 tra il 2021 e il 2022.

I motivi per scegliere Ignite sono molteplici. Il primo e più importante è il fattore economico. Le giovani stelle della squadra come Jalen Green e Scoot Henderson hanno firmato contratti che si aggirano sui $500,000 a stagione, un numero a cui nessuna altra lega che non si chiami NBA si può avvicinare. Ai ricchi contratti si aggiungono anche gli altrettanto remunerativi endorsement deal che le stelle di Ignite firmano anche grazie all’esposizione che la stessa NBA garantisce loro. Parlando invece di campo, Ignite può essere preferita a un percorso tradizionale perché permette ai giovani giocatori di confrontarsi con veterani NBA e imparare la vita del professionista, in una squadra disegnata intorno a loro e che pertanto garantisce minuti e un ruolo da protagonista.

La seconda alternativa è la National Basketball League (NBL), la lega professionistica australiana che, ispirata dal pioniere Terrance Ferguson, nel 2018 ha creato NBL Next Stars. Quest’ultimo è un programma di player development creato appositamente per preparare al meglio i prospetti internazionali in ottica Draft. Il programma ha riscosso parecchio successo e negli anni ha lanciato talenti come LaMelo Ball, Josh Giddey e Ousmane Dieng. La NBL condivide alcune attrattività di Ignite anche se in scala minore, offrendo salari che partono dai $75,000 a cui vengono aggiunti dei sostanziosi bonus. Quello che offre la NBL e non offre nessun altro percorso è la possibilità di giocare in un campionato competitivo e dovere realisticamente lottare per i minuti in squadre non create esclusivamente per coccolarli.

L’alternativa più recente è Overtime Elite (OTE), una lega creata nel 2021 dalla parent company Overtime e che attualmente vanta nei suoi roster prospetti di altissimo livello come Amen e Ausar Thompson. OTE offre ai prospetti un salario di $100,000 all’anno più bonus e share di Overtime, a cui aggiunge programmi educativi personalizzati per le esigenze di futuri cestisti professionisti e facilities di livello NBA. A differenza di NCAA, Ignite e NBL, OTE recluta i giocatori quando hanno ancora uno o più anni di high school davanti, e questo è il grande problema di OTE.

Avendo sotto contratto solo giocatori di high school divisi in tre squadre che si affrontano ripetutamente tra loro durante l’anno, il livello della competizione è molto basso rispetto alla NCAA e alle leghe professionistiche. Prima dell’ultimo Draft questo ha causato parecchi dubbi sui prospetti di punta Montero e Barlow e una caduta delle loro posizioni nelle board, non essendo mai stati testati contro dei “grown men”.

Ora che conosciamo le nuove strade verso il basket professionistico possiamo farci un’idea di quali di loro soffriranno maggiormente dell’abbassamento dell’età eleggibile.

Le alternative che ne usciranno più danneggiate sono Ignite e NBL. I vantaggi offerti, sia in termini economici sia di popolarità e di sviluppo cestistico in un contesto professionistico, sono gli stessi che offre l’NBA ma in misura molto minore, soprattutto per i migliori prospetti. Un ridimensionamento sarà inevitabile ma parlare di estinzione, come da molti è stato fatto a seguito della notizia, è esagerato.

Seppure con ogni probabilità queste strade alternative non verranno più percorse da prospetti con ambizioni di lottery, resteranno un’alternativa di valore per i prospetti di seconda fascia che non si sentono pronti al grande salto e/o decidono di prendere un anno per massimizzare le loro draft stock in un contesto professionistico.

OTE è probabilmente l’alternativa che sarà meno colpita dal cambiamento e paradossalmente ne potrà anche beneficiare. Reclutando giocatori con ancora davanti anni di liceo e quindi non eleggibili per il Draft, anche con la nuova regola, non si trova in diretta competizione con l’NBA ma rischia solamente di perdere i suoi migliori giocatori un anno prima e di doversi focalizzare sui prospetti più giovani. Il beneficio potrebbe derivare dal fatto che, non avendo più il problema di dover mantenere lo status di amateur per potere poi giocare in NCAA per un anno, molti giocatori di high school troveranno ancora più interessanti le opportunità offerte da OTE. In aggiunta, se OTE diventasse il polo più attrattivo per i migliori liceali d’America, anche il problema relativo al basso livello della competizione sarebbe risolto.