
Jimmy Butler è ufficialmente in uscita dai Miami Heat, questo ormai lo sanno tutti. Titolare di uno stipendio di $48.8 milioni per il 2024/25, il giocatore ha una player option prevista per la prossima stagione del valore di $52.4 milioni che il prossimo anno sembrerebbe intenzionato a rifiutare in caso di scambio, secondo quanto riportato di recente da Shams Charania su ESPN, il quale ha fornito anche i nomi in pole per una trade: Mavericks, Rockets, Warriors… e adesso anche i Phoenix Suns. Di tutte le difficoltà del caso per le prime 3 abbiamo parlato QUI, facendo solo un accenno alla squadra dell’Arizona. Perché non approfondire? Perché il report di Shams inizialmente è stato smentito dallo stesso agente di Butler menzionato su ESPN come fonte, Bernard Lee, in 3 Tweet piuttosto confusi relativi alla notizia dell’emergere dell’Arizona come una potenziale destinazione:
Tweet 1: Va bene, ascolta [riferito a Charania, ndr]. Ieri ti ho dato un lasciapassare perché ero occupato, ma se non la smetti di mettere il mio nome sulle tue stronzate completamente inventate… perché sai che di solito non meriti il mio tempo…
Tweet 2: Non so cosa farò, perché sono un padre di mezza età, ma so solo che questo indicherebbe una forte antipatia. Mondo… tutto questo è inventato. Non ho mai fatto, e onestamente non aiuterebbe me o la posizione che rappresento, nulla di ciò che è stato riportato da questo “giornalista”.
Tweet 3: Shams questa è la tua opportunità di dire: “Colpa mia, ho lasciato che chat GPT scrivesse i miei tweet e ha imitato la vecchia scuola di Peter Vescey…”. (Shams, Peter era uno scrittore negli anni ’90) Sii un trend setter… inventa la notizia che sono stato hackerato. Continua così. Grazie.
La reazione di Shams Charania è stata quella di raddoppiare, affermando di dire la verità, solo la verità, nient’altro che la verità: “Io sostengo al 1000% il mio report. È completamente verificato. E come professionista, è quello che faccio, è quello per cui vengo pagato per fare… per riferire in modo veritiero e accurato. Ecco di cosa si tratta. Punto.”. Ora, tutto questo è stato detto durante una trasmissione di ESPN, il che rende il teatrino piuttosto goffo e ovviamente comodissimo per il giornalista, e in situazioni come questa sarebbe piuttosto ovvio credere alla fonte principale, e cioè l’agente di Butler stesso. Se non fosse che un altro report molto autorevole, quello di John Gambadoro di Arizona Sports, solitamente la Bibbia per quel che riguarda Phoenix, ha confermato il report di Shams affermando nel corso del suo show: “Arriverei addirittura a dire che credo che (Phoenix) sarà la sua scelta numero uno (se verrà ceduto)”. Queste le altre indiscrezioni sull’argomento da parte di Gambadoro:
Tweet 1: I Suns sono interessati a Jimmy Butler? La risposta è: dipende. I Suns sono andati 11-2 con KD, quindi mi aspetto che diano tempo al roster fino a metà/fine gennaio prima di prendere una decisione. Il modo in cui giocheranno nelle prossime 10-15 partite determinerà in ultima analisi cosa faranno in termini di scambi.
Tweet 2: Shams non si sbaglia. Da quello che ho sentito Jimmy Butler è interessato ai Phoenix Suns.
Tweet 3: Quello che abbiamo detto è che: 1) Jimmy Butler è interessato ai Suns 2) Mi aspetto che i Suns vogliano giocarsela per le prossime 15 partite o giù di lì per vedere a che punto sono prima di fare qualcosa – per vedere se riescono a far funzionare tutto bene. 3) Lo scambio sarebbe difficile, non impossibile. Beal deve rinunciare alla clausola “no-trade”. Butler deve dire a Miami “Phoenix o niente”, in pratica deve forzare il suo ingresso qui. Miami deve pensare che Beal e le eventuali scelte in gioco siano meglio di uno sgravio salariale o di un altro scambio. Non succederà nulla a breve. Se i Suns giocheranno bene il prossimo mese, dubito che lo faranno.
Dunque, come anticipato, la condizione strettamente necessaria sarebbe uno scambio di Bradley Beal, l’unico dei “Big Three” dei Suns realmente sacrificabile ma anche il solo titolare di una clausola per porre il veto su qualsiasi scambio. Ulteriori problemi si presentano dal punto di vista salariale. Phoenix è la squadra con più spese della NBA, 1° per stipendi a $220 milioni e 1° per luxury tax a $188.5 milioni, pertanto molto limitata dal nuovo CBA in fase di scambio. Di conseguenza, i $50 milioni dell’ex Wizards richiederebbero eventuali filler per far quadrare i conti alla perfezione, unico modo in cui questo scambio potrebbe verificarsi. Come ben spiegato da Keith Smith, esperto di salary cap NBA per Spotrac, la situazione è la seguente:
Gli Heat si trovano: $13.9 milioni sopra la soglia della luxury tax, $9.2 milioni oltre il primo apron, $1.6 million sotto il secondo apron.
È importante notare che gli Heat non sono limitati (hard capped) né al primo né al secondo apron [livelli salariali che portano a restrizioni, il secondo figlio del nuovo CBA, ndr]. Ciò significa che Miami può aggregare giocatori in scambi, a patto che il risultato finale li veda rimanere sotto il secondo apron. Tuttavia, poiché gli Heat sono ben al di sopra del primo apron, in un affare non possono ricevere in stipendi più di quanto mandino, perché ciò farebbe scattare l’hard cap del primo apron. Questi fattori saranno cruciali da tenere a mente nel momento in cui si mettono insieme le possibili opzioni.
La trattativa di Phoenix per Jimmy Butler è complicata perché i Suns sono talmente al di sopra del secondo apron che non riescono più a vederlo (31.5 milioni di dollari in più). Ciò significa che Phoenix non può ricevere in stipendi più di quanto ne spedisca e non può nemmeno aggregare stipendi in uno scambio. Ciò significa che qualsiasi scambio che porti Butler ai Suns deve mandare Bradley Beal, Devin Booker o Kevin Durant a Miami. Non c’è altro modo per far funzionare l’affare. I Suns non possono aggregare gli stipendi nelle trade, quindi devono mandare uno dei “Big Three” agli Heat. Tuttavia, ogni giocatore di questo trio guadagna più di Butler. Dato che gli Heat hanno già superato il primo apron, non possono riprendere nemmeno un dollaro in più di quanto guadagna Butler in un accordo diretto. Anche i Suns non possono riprendere più stipendio di quanto ne mandano, quindi anche solo un giocatore con lo stipendio minimo rende difficile l’operazione.
Quindi, come sarebbe possibile un affare? Smith propone uno scambio che vedrebbe Jimmy Butler approdare a Phoenix assieme a un minimo salariale come Josh Richardson, Alec Burks o Thomas Bryant (meglio il primo per Miami, che si toglierebbe lo stipendio più alto dei 3); gli Heat, invece, riceverebbero Beal. Sebbene gli stipendi combinati in arrivo da Miami sarebbero pari a una cifra superiore a quello di Beal, rendendo l’operazione apparentemente impossibile per i Suns, Smith spiega che si tratterebbe di strutturare lo scambio sponda Phoenix come: trade Butler – Beal, legittima dato che il primo ha uno stipendio più basso del secondo; acquisto di un minimo salariale tramite la “minimum exception”, utilizzabile in scambi di questo tipo.
Insomma, si tratta di essere un po’ creativi, ma uno scambio è più che plausibile. Bisognerà solo capire chi l’avrà vinta nel braccio di ferro mediatico fra l’agente di Jimmy Butler e gli insider di mercato – aspetto che meriterebbe un grosso approfondimento già così riguardo all’autorevolezza delle fonti in ballo, ma questa è un’altra storia.
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