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Dopo qualche presagio nelle passate settimane, la notizia che Joel Embiid salterà il resto della stagione a causa dei problemi al ginocchio sinistro è definitiva. Lo stesso giocatore, di recente, aveva dichiarato: “Il modo in cui giocavo un anno fa non è il modo in cui sto giocando ora. È uno schifo. Probabilmente devo risolvere prima il problema al ginocchio e poi tornerò a quel livello. Ma è difficile avere fiducia quando non sei te stesso“, facendo già intendere che qualcosa non andasse. Nonostante l’operazione chirurgica effettuata a febbraio 2024, che lo ha costretto a disputare solo 39 partite nella scorsa stagione – incluso il ritorno in tempo per concludere la regular season e giochicchiare il primo turno di Playoffs, oltre ai Giochi Olimpici – ancora tante assenze nel 2024/25, con 9 partite di fila perse a inizio stagione fra quella che è stata definita “gestione dell’infortunio” e la sospensione. Scegliendo di stare a riposo per il resto dell’annata, le gare giocate sono solo 18. Per quanto la situazione sia drammatica e preveda adesso un lavoro clinico mirato e drastico, la scelta dei Philadelphia 76ers è la più sana e logica, per tre motivi specifici:

  1. la Draft pick 2025: il prossimo Draft sarà una grande occasione per i Sixers di aggiungere profondità al proprio roster, che sia con qualche giovane pronto nell’immediato o da sviluppare pro futuro. Per il 7° nucleo più “anziano” dell’intera Lega, questo aspetto non è da sottovalutare, in primis per avere atleti che possano garantire continuità di prestazioni e disponibilità – come visto, una questione problematica – e allo stesso tempo per iniziare a porre le basi di quello che sarà il post- Process. In un Draft che si prospetta molto profondo, i 76ers al momento hanno una Draft pick protetta top-6: questo significa che, qualora la scelta dovesse finire fuori dalle prime sei, andrà agli Oklahoma City Thunder. Philadelphia, dunque, ha tutto l’interesse del mondo a perdere partite: al momento ha esattamente il 6° peggior record NBA, con mezza partita “di vantaggio” sui Nets e tre piene sui Bulls. Al momento, ci sono però il 54.3% di possibilità che la selezione cada dalla sette in giù, pertanto servono più garanzie. Senza Embiid – e, si immagina, più avanti senza Paul George e Tyrese Maxey – le probabilità di mantenere la propria pick in lottery dovrebbero aumentare.
  2. le ambizioni inesistenti: perdere partite non sarà comunque un’impresa. La squadra è molto limitata dagli infortuni: oltre a Embiid, Paul George ha dichiarato di giocare sotto antidolorifici, mentre il rookie Jared McCain perderà il resto della stagione. Inoltre, presenze di veterani scelti appositamente in ottica Playoffs come Kyle Lowry o Eric Gordon sono andate sempre più diminuendo. Al netto di questi fattori, il record di squadra è al momento di 20 vittorie e 38 sconfitte, valido per una distanza di 3.0 vittorie dalla zona Play-In. Anche se si fosse scelta la strada competitiva a Philadelphia, difficilmente si sarebbero ottenuti i Playoffs, o comunque un passaggio oltre il primo turno. La trade deadline ha anche permesso di scendere al di sotto della soglia della luxury tax, con un taglio ai costi mirato che rende ancora meno amaro il sacrificio di un’intera stagione.
  3. l’integrità (e valore) del giocatore: infine, questo è il meglio per Joel Embiid. Secondo quanto rivelato da Inquirer: “[La stella] potrebbe presto aggiungere una di queste operazioni alla lista: sostituzione del menisco; radioterapia a basso dosaggio; o anche l’osteotomia, dal suono minaccioso, in cui i medici rompono un osso dell’anca per riallineare l’articolazione e alleviare la pressione. Una fonte ha definito le procedure “radicali” alla luce dell’infortunio e dell’intervento chirurgico che ha portato Embiid a questo punto. Per qualche motivo, quella che avrebbe dovuto essere una riabilitazione e un ritorno al gioco di routine è andata terribilmente male”. In questo modo, la stella avrà più tempo di scegliere, consultando anche l’organizzazione, il percorso migliore per la propria salute. Questo aspetto non è da sottovalutare anche nell’ottica di un potenziale scambio futuro, per quanto ipotetico al momento: Embiid sarà sotto contratto fino al 2029, quando guadagnerà $69 milioni, pari al 33.55% del salary cap di squadra. Tanti soldi, a lungo termine, per un giocatore così injury prone, che molto probabilmente dovrà sottoporsi ad altre procedure complicate. Preservandone l’integrità fisica, magari permettendogli un ritorno in campo a buoni livelli nella prossima stagione, potrebbe essere nell’interesse di Philadelphia, nell’ottica di un sondaggio del mercato.